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Il prendersi cura come profezia

Nell’ambito delle iniziative del “Tavolo Cura”, frutto della collaborazione tra Usmi e Charis, dal 2016, sono stati promossi quattro percorsi, articolati in tre o due moduli ogni anno, sul tema della “cura”, specialmente destinati a Superiore di comunità di Sorelle anziane e malate e a Suore responsabili dei servizi di cura medica e di animazione delle nostre infermerie.

Gli ultimi moduli del percorso erano aperti anche a operatrici e operatori laici che lavorano nelle Case dei nostri Istituti.

Sembra importante, a questo punto, ai Referenti Usmi e Charis, responsabili dei percorsi formativi realizzati, incontrare le Superiore Maggiori e/o le Consigliere generali o provinciali, incaricate della buona gestione delle case/infermerie per Sorelle anziane e malate.

Il tavolo di lavoro è finalizzato a

  1. presentare una sintesi ragionata del cammino che ha visto la partecipazione assidua e interessata di molte Sorelle, mettendo a fuoco elementi positivi, criticità, problematiche in attesa di soluzione, esperienze in divenire…
  2. approfondire con don Bruno Bignami e il dr. Gianluigi Perati alcuni temi cruciali per la cura delle Religiose anziane e malate
  3. confrontarsi e condividere proposte e strategie future.

Da questo confronto dovrebbe nascere una nuova programmazione più condivisa e meglio finalizzata, nella scelta dei temi e dei destinatari, nei metodi e strumenti da adottare, perché le iniziative di formazione possano proporsi come un autentico e desiderato servizio agli Istituti.

Lettera

Programma/Deplant

Scheda di iscrizione

CONSACRAZIONE E SERVIZIO. Novità 2020 e invito a…

È lo strumento di formazione – informazione che dal 1974 sostituisce ALA (Ardeat, Luceat, Accendat), fondata nel 1952. Attenta al cammino socio-ecclesiale offre contributi qualificati che permettono alla vita religiosa di conoscere il contesto nel quale vive e rispondere con il proprio carisma alle attese delle donne e degli uomini di oggi.

Consacrazione e Servizio si affaccia al nuovo Anno 2020 con alcune novità: nuove firme nel Consiglio di redazione, inserimento di nuove Rubriche. Tuttavia l’intento della Rivista rimane quello di contribuire alla formazione delle religiose in questo tempo di profondo travaglio di un inevitabile cambiamento che sta modificando il modello della vita consacrata. “I processi di fondo sono e restano in evoluzione sia nei loro elementi positivi che negativi. Ma c’è un cambiamento di notevole importanza ed è relativo all’immagine complessiva sulla vita consacrata nelle Chiesa. È come ci fossero una luce nuova e colori nuovi. È nuovo lo sguardo ecclesiale sui religiosi e dei religiosi su se stessi. Permangono i riferimenti magisteriali-teologici e le medesime fatiche, ma l’insieme della vita consacrata è uscito dal cono d’ombra in cui sembrava risucchiata” (L. Prezzi).

La Redazione è impegnata a comprendere e interpretare il non facile passaggio per le religiose in Italia. La vita religiosa sta scomparendo dalla percezione del nostro popolo. Stiamo diventando invisibili. E per molti questo significa, inutili. La vita religiosa è sempre stata una esperienza autenticamente popolare nel nostro Paese. Era normale incontrare nelle nostre parrocchie una o più figure di religiose. La gente ci conosceva, ci sentiva dalla sua parte, ci ospitava volentieri e ascoltava spesso la nostra parola e il nostro consiglio. Quel tempo è finito. E la difficoltà non riguarda solo la vita religiosa. È un problema che coinvolge la Chiesa. Nel volgere di una generazione i cattolici in Italia cesseranno di essere maggioranza.

Con l’augurio di un Buon anno di grazia, visitato dalla benedizione del Signore e dalla presenza della Vergine Maria che ci aiuta e ci accompagna a scoprire il cammino da seguire, l’invito a rinnovare l’abbonamento o ad attivare un nuovo abbonamento.

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I SABATI CULTURALI

Una proposta culturale e formativa del Centro Studi
per l’oggi della storia

Si svolgerà sabato, 18 gennaio 2020, alle ore 15.30, il 3° incontro sul tema

L’ecumenismo esigenza essenziale della fede

Saranno presenti

Sabino Chialà 
Monaco di Bose, teologo, biblista esperto di ebraico e siriaco. studioso di scritti apocrifi cristiani e di letteratura dei primi secoli del cristianesimo, soprattutto orientali

Maria Cecilia Wienken
Focolarina, corresponsabile del Centro “Uno” per l’ecumenismo

 

La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione conversione ecologica

La pace! Una semplice parola, una espressione e un augurio che si ripete di anno in anno, acquistando una profondità di significato spesso inatteso. Perché la pace non è una realtà statica ma dinamica; sorvola e percorre tempi e spazi, uomini e culture. Non è data una volta per sempre, ma è da costruire e custodire nell’intimo del cuore umano, all’interno di un popolo, nel rispetto dei valori personali e comunitari, sociali, politici e religiosi. La pace è un valore e un dono; è il dono di Dio alle sue creature “è il dono che ci facciamo gli uni con gli altri.” (Dalai Lama).La pace è un sogno, che può apparire ed essere irraggiungibile, quando si vive in situazioni difficili, quando nei cuori alberga odio, rancori, quando non vengono rispettati i valori fondamentali di una convivenza civile – verità, giustizia, amore e libertà (Giovanni Paolo II) – quando c’è sopraffazione dei più forti nei confronti dei più deboli, quando nelle diverse espressioni e situazioni del vivere quotidiano, in famiglia e sul luogo di lavoro, nei gruppi e nelle istituzioni, nessuno viene relegato ai margini della società, scartato da essa come fosse un rifiuto.   “Tutti parlano di pace, ma – come affermava Albert Einstein – non si può realizzare la pace all’esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l’odio”, se non si riconoscono i valori altrui e li si valuta in base al potere e al prestigio. Perché la pace ha la radice nel cuore umano. E solo se lo si sgombera da ciò che la ostacola, solo se si è in pace con se stessi, la si può donare agli altri.

Radice e condizione indispensabile per il futuro

Ne siamo convinti tutti: vivere in pace dovrebbe essere una condizione imprescindibile per la vita di tutti noi, eppure l’umanità ancora oggi non è in grado di garantire una totale assenza di conflitti e ostilità. Nonostante il progresso scientifico e tecnologico raggiunto, l’odio, la violenza, la sete di potere sono, purtroppo, dei sentimenti difficili da debellare. Difficili, ma non impossibili. E’ perciò necessario continuare a sperare nella pace e ad agire in modo da poterla raggiungere.

Singole persone, associazioni, gruppi sociali e religiosi possono formare una cordata in favore della pace. E la Chiesa non ha mai fatto mancare la sua voce e la sua forza. Come ha affermato il card. Pietro Parolin: “La Chiesa si è espressa nel tempo su molti temi legati all’unità della famiglia umana: contro la guerra e l’uso della violenza, da una parte; per la pace e il negoziato nelle controversie internazionali, dall’altra; per lo sviluppo della cooperazione internazionale e per la promozione delle organizzazioni sovranazionali.” E ha illustrato alcune linee del magistero pontificio degli ultimi cent’anni e a fare alcuni esempi, a partire da Benedetto XV, passando per Pio XI e Pio XII, Giovanni XXIII e il Vaticano II, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e a Papa Bergoglio.

Già nel lontano 1984 Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata della Pace affermava che essa “nasce da un cuore nuovo”. Scriveva: “La pace è precaria, mentre l’ingiustizia abbonda. In numerosi paesi sono in corso guerre implacabili, le quali si protraggono malgrado l’accumularsi dei morti, dei lutti, delle rovine, e senza che ci si incammini, a quanto appare, verso una soluzione. La violenza e il terrorismo fanatico non risparmiano altri paesi, e sono gli innocenti che, troppe volte, ne fanno le spese, mentre le passioni si esasperano e la paura rischia di condurre a passi estremi… Numerosi paesi si battono per vincere al loro interno la fame, le malattie, il sottosviluppo, mentre altri ben forniti rafforzano le loro posizioni e la corsa agli armamenti continua sconsideratamente ad assorbire risorse, che potrebbero essere meglio utilizzate. L’accumulo delle armi convenzionali, chimiche, batteriologiche e, soprattutto, nucleari fa pesare una grave minaccia sull’avvenire delle nazioni, specialmente in Europa. Se gli attuali sistemi generati dal «cuore» dell’uomo si rivelano incapaci di assicurare la pace, è il «cuore» dell’uomo che occorre rinnovare, per rinnovare i sistemi, le istituzioni e i metodi.

L’uomo giusto, che ha a cuore le sorti dell’umanità, è convinto che nulla può legittimare la violazione dei diritti dell’uomo. Egli ha il coraggio di difendere gli altri che soffrono e rifiuta di capitolare davanti all’ingiustizia, di compromettersi con essa. Con la sua azione pacifica e costante egli ha la possibilità e la capacità di influire sui capi di stato, sui dirigenti politici, sulle leggi perché siano salvaguardati i diritti di tutti, in primis dei più deboli e indifesi, di quelli che sovente vengono considerati gli scarti della società. Il 2020 sorga con lo splendore della stella polare della pace nel cuore di ogni persona, nelle famiglie, nelle comunità civili e religiose, negli Stati, nell’universo. Le nuove scoperte scientifiche e i nuovi viaggi interplanetari aprano a tutti e per tutti una nuova era di pace e di fratellanza (AP).

 

Leggi il Messaggio di papa Francesco

 

Come l’argilla è nelle mani del vasaio…

Nella nuova proposta formativa si è voluto dare attenzione, per la prima volta, anche alle Postulanti nella consapevolezza che le esperienze inter-istituti incoraggino processi aperti e relazioni differenziate come valore aggiunto, e quindi arricchente, alimentando la conoscenza reciproca e il convergere verso la sequela Christi, cammino comune nella Chiesa, privilegiando la spiritualità di comunione come prassi di vita.

Nasce così la proposta della
SETTIMANA RESIDENZIALE PER POSTULANTI
17-22 febbraio 2020
dal tema
“Come l’argilla è nelle mani del vasaio,  così voi siete nelle mie mani.” (Ger 18,6)    
in Roma presso le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo
via di S. Giovanni in Laterano 7.

Lettera
Programma/Dépliant_Interno
Programma/Dépliant_Esterno
Scheda di iscrizione

L’Amazzonia non è un mondo altro… È lo specchio del nostro!

Oro, petrolio, rame, legname, coltivazioni intensive. Le sfavillanti ricchezze dell’Amazzonia oggi sembrano assumere i colori tetri della sua rovina. Lo sfruttamento dei beni naturali in quell’area del pianeta causa una spoliazione drammatica delle sue risorse che interessa – letteralmente – tutto il mondo: ogni cinque bicchieri d’acqua che beviamo, uno viene dall’Amazzonia.

Ma questa non è solo una questione ecologica: i drammi sociali generati da tale abuso selvaggio stanno sconvolgendo popolazioni indifese, lasciate in balia della legge del più forte. Lucia Capuzzi e Stefania Falasca, giornaliste che non si rassegnano al sentito dire, hanno seguito il corso del Rio delle Amazzoni. E qui raccontano la terra amazzonica e i popoli che vi abitano tramite un prisma di situazioni-limite, ad esempio lo sfruttamento selvaggio delle miniere di rame nella Cordillera ecuadoriana e i traffici di legname che grondano sangue sulla Triple frontera tra Colombia, Brasile e Perù. Danno voce a chi resiste alla forza dell’agrobusiness in Brasile e prestano ascolto agli indios che rifiutano di abiurare al proprio stile di vita. Il racconto delle ferite dell’Amazzonia odierna, che troviamo in queste pagine, è illuminato dalle storie delle tante persone che ogni giorno lottano perché la bellezza di quella terra e la dignità di quelle genti restino vive e continuino a parlarci.

«I reportage di Lucia Capuzzi e Stefania Falasca con coraggio ci fanno entrare dentro ai progetti di colonizzazione dell’Amazzonia animati dallo spirito di dominio e di rapina: venire a sfruttare, per poi andarsene con le valigie piene» card. Cláudio Hummes.

Capuzzi Lucia, Falasca Stefania
Frontiera Amazzonia
Viaggio nel cuore della terra ferita
Prefazione di Card. Claudio Hummes

EMI 2019, pp. 176, euro 15,00
Ebook, euro 9,99

Convegno promosso dall’Ambito Pastorale e dagli Uffici CEI della Pastorale della famiglia e della scuola che ha come tema di studio e di percorsi formativi:

MASCHIO E FEMMINA LI CREO’: il gender come sfida e come opportunità per educare all’identità e all’affettività nella famiglia e nella scuola.

Lettera

Programma

Scheda di iscrizione

Buon Natale e un 2020 custodito dalla grazia del Signore

A Natale finisce l’eterno viaggio di Dio
in cerca dell’uomo.
Ogni creatura diventerà sillaba di Dio, carne intrisa di cielo.

                                                                              p. Ermes Ronchi

Questo mistero di vicinanza e intimità ci aiuti ad essere “una sillaba di Dio”
nelle parole e nei gesti della vita quotidiana.

Buon Natale e Buon anno 2020!

 

19 dicembre 2019: un pomeriggio proficuo

19 dicembre 2019: un pomeriggio proficuo presso la sede dell’Usmi –  il Consiglio Nazionale allargato. In sala riunioni il Consiglio direttivo dell’Usmi (M. Yvonne Reungoat Presidente, M. Ester Pinca Vicepresidente, M. Nicla Spezzati, M. Agnese Didu e M. Orsola Bertolotto Consigliere) incontra e si confronta con le referenti degli ambiti: Pastorale, Comunicazione, Formazione, Centro Studi, Amministrazione …

Tanti i temi trattati dalle 26 religiose, tre le generazioni presenti, in un confronto ricco di contenuti e di attenzione (I care) alle differenti realtà sociali.
Ci siamo al servizio della società forti di una fedeltà alle ragioni di fondazione che ci rilancia oltre l’ostacolo.

Lui, il Creatore si abbassa alla nostra piccolezza

Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo. Questi ricordi ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi.

Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità.

Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli.

 Papa Francesco, da Admirabile signum