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Autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et dolore feugait

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24 marzo 2019 – 27ª Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri

In occasione della celebrazione della 27ª Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri del 24 marzo, che ha come slogan “Per amore del mio popolo non tacerò”, la Fondazione Missio, in collaborazione con la commissione di comunicatori dei Centri Missionari Diocesani, propone una Campagna di sensibilizzazione attraverso i social network (Facebook e Instagram).

La Campagna tocca quattro Paesi (Ucraina, RD Congo, Yemen, Venezuela) nei quali la popolazione subisce situazioni di oppressione. Siamo invitati come cristiani – seguendo anche il tema della Giornata – a non tacere. Aderire alla Campagna è molto semplice.

Si chiede di scaricare – di settimana in settimana – dall’home page di www.missioitalia.it il materiale disponibile e condividerlo sui  profili Facebook e Instagram personali e istituzionali.

Ogni lunedì ci sarà la copertina e il post; ogni mercoledì il video (trailer e versione completa su youtube) e gli approfondimenti legati al paese.

Ha aperto la campagna dal 1° marzo uno speciale su mons. Oscar Romero, “El santo de America”, al quale è legata la Giornata del 24 marzo.

«Uomo di grande umanità e dal cuore aperto per le vittime di qualsiasi schieramento (guerriglieri, poliziotti, sacerdoti, politici e civili inermi), – dice di lui il comboniano padre Giulio Albanese, direttore delle riviste di Missio – Romero accettò la morte in un atteggiamento di totale abbandono a Dio. E il suo sacrificio, il cosiddetto dies natalis dei martiri, si compì di fronte all’altare eucaristico, in mistica unione con il Cristo crocifisso e risorto».

Per info: 06/6650261,  info@missioitalia.it

La temperanza

Siate temperanti, vigilate.

Il diavolo, come leone ruggente

va in giro, cercando chi divorare.

Resistetegli saldi nella fede.

                                               1Pt 5,8-9

 

La temperanza

è non lasciarsi guidare dal “Mi va”, dalle voglie,

ma dalla ricerca del buono,

del bello, del giusto.

La temperanza è considerare ogni spreco un furto,

ogni eccesso un’ingiustizia.

La temperanza è ricordare che la terra è di tutti,

non soltanto per noi;

e che noi siamo per tutti,

non gli altri per noi.

                                                         Tonino Lasconi

Tra le vittime del disastro aereo diretto a Nairobi anche una suora

Ci sono anche un missionario e una suora (entrambi di nazionalità keniana) e quattro laici etiopici appartenenti allo staff del Catholic Relief Services (CRS) tra le 157 vittime del volo dell’Ethiopian Airlines, diretto a Nairobi, precipitato poco dopo il decollo da Addis Abeba, domenica 10 marzo c.a..
Secondo notizie pervenute a Fides, il missionario era p. George Mukua Kageche dei Missionari di Mariannhill, mentre la religiosa era suor Florence Wangari delle Missionary Sisters of our Lady of the Angels (note anche come Soeurs Missionnaires de Notre-Dame des Angels), un ordine canadese fondato in Quebec nel 1922. P. Mukua, originario di Nairobi, svolgeva il suo ministero a Roma mentre Suor Wangari, 35 anni, era missionaria nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

La religiosa era originaria della diocesi di Nakuru e stava rientrando in Kenya per rinnovare il suo passaporto. I quattro membri del CRS (Sara Chalachew, Getnet Alemayehu, Sintayehu Aymeku, e Mulusew Alemu) si recavano a Nairobi per partecipare a un corso di formazione.
I morti sono complessivamente 157, dei quali 149 vi erano passeggeri di 30 nazionalità diverse. Tra questi almeno 35 operatori umanitari, membri di forze di pace o personale di organizzazioni internazionali.

Lo schianto del volo 302 è stato definito dall’ONU “il più grave incidente aereo commerciale che ha coinvolto lo staff dell’ONU negli ultimi decenni”. Un così alto numero di vittime tra gli operatori di organizzazioni per lo sviluppo internazionale è dovuto al fatto che il volo precipitato collegava Addis Abeba a Nairobi i due principali hub per l’ONU e diverse ONG che lavorano nell’Africa orientale alla vigilia di una conferenza sull’ambiente presso l’ufficio delle Nazioni Unite nella capitale keniana. (L.M.)

Fonte: Agenzia Fides 12/3/2019

Il futuro della vita consacrata

DIALOGO  A DUE VOCI

7 marzo c.a.: un bellissimo incontro in occasione della giornata internazionale della donna, promosso dal Centro Studi a due voci per dialogare sulla vita religiosa oggi in prospettiva di futuro con una partecipazione di circa 300 donne consacrate appartenenti a diversi Istituti, pro-vocate sulla fine di un certo modo e mondo di essere consacrate.
sr Nicla Spezzati, asc, Consigliera Usmi dell’ambito della formazione, ha coordinato l’incontro.

 

Erano presenti via Skype – sr Antonietta Potente, suora domenicana e teologa, che dopo gli studi ha vissuto gran parte della sua vita in una famiglia Indios in Bolivia, impegnandosi in prima linea nel dialogo interreligioso e per i diritti delle donne, per l’equilibrio economico e per l’ambiente.

Antonietta ha sviluppato una riflessione teologica tra le più profonde e originali, che parte da un ripensamento totale della vita religiosa alla luce di una spiritualità ancorata al presente. Il suo, un contributo molto stimolante e appassionato; tra le tante cose comunicate, ci ha affidato un compito: “A tutti e a tutte direi di non piangere perché siamo in poche, ma di affrettarsi a ritrovare il proprio nome, in quanto identità preziosa, prima di tutto « come donne » e poi come donne sapienti nella vita interiore e nella passione per l’umanità”.
Presente in aula: p. Amedeo Cencini, sacerdote canossiano, che ha conseguito la licenza in scienze dell’educazione all’Università  Salesiana e il dottorato in psicologia all’Università  Gregoriana; specializzatosi in psicoterapia all’Istituto Superiore di Psicoterapia analitica è formatore e appassionato animatore della vita consacrata. “Mai come in questi tempi la vita consacrata si è trovata a riflettere sui suoi tempi, o sul suo modo di porsi dinanzi allo scorrere del tempo, trovandosi ad affrontare interrogativi e considerazioni che non erano affiorati finora, con così tanta drammaticità, alla sua coscienza. P. Cencini si chiede: « Avremo ancora un futuro? I nostri istituti sopravvivranno a questa ondata di secolarismo imperante? Se continua questo trend vocazionale il problema non sarà se avremo futuro, ma più semplicemente quanto tempo ancora abbiamo di vita, e la preoccupazione sarà allora – tutt’al più – quella di morire dignitosamente…».

Uno spazio di silenzio

DESERTO

I padri insistono sulla necessità di avere uno spazio di silenzio,

un “deserto”, per imparare a conoscere il nostro cuore

e ad ascoltare Dio che parla al cuore.

Certo la solitudine non è facile. Ben lo sapeva un giovane monaco che,

dopo aver vissuto alcuni mesi nel deserto,

scoraggiato e spaventato poiché gli pareva di diventare sempre più cattivo,

si recò da un anziano abba a chiedergli consiglio.

L’abba l’ascoltò con amore e pazienza,

quindi senza dire altro lo condusse accanto a una pozza d’acqua

e gli ordinò di gettarvi un sasso. Quindi disse: “Specchiati!”.

Lo specchio d’acqua era increspato, era impossibile specchiarsi

e il giovane lo fece notare. “Aspetta un poco. Ora specchiati”, ordinò nuovamente l’anziano.

Il giovane si specchiò e vide la sua immagine riflessa nell’acqua.

“Vedi, gli disse l’abba, quando uno vive in mezzo ad affanni e a preoccupazioni

vive fuori di sé e non si conosce; nell’agitazione, non ci si può specchiare.

Ma quando si ritira in solitudine, allora vede se stesso in verità.

Non sei diventato più malvagio vivendo nel deserto;

sei ciò che eri prima, ma allora non te ne accorgevi.

Va’, lavora e il Signore sia con te”

Dai Detti dei Padri del Deserto, Nau 134

Un augurio a tutte le donne

La donna è «il grande dono di Dio», capace di «portare armonia nel creato»; a me piace pensare che Dio ha creato la donna perché tutti noi avessimo una madre».

«Tante volte – sentiamo dire: “È necessario che in questa società, in questa istituzione, che qui ci sia una donna perché faccia questo, faccia queste cose”». Ma «la funzionalità non è lo scopo della donna: è vero che la donna deve fare cose e fa – come tutti noi facciamo – cose». Però «lo scopo della donna è fare l’armonia e senza la donna non c’è l’armonia nel mondo».

E’ la donna, prosegue, che “porta quell’armonia che ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e che fa del mondo una cosa bella.

Papa Francesco

 

Gesù, la pietra scartata

L’etimologia della parola scarto deriva da quarto. Togliere dall’armonia del quadrato una sua parte, squartare, infrangere la pienezza, ferire, menomare. È su questo significato di base che papa Francesco ha sviluppato spesso la sua riflessione, a partire da Evangelii gaudium, per riportare all’attenzione la problematica di coloro che sono esclusi nella società contemporanea.

«Abbiamo dato inizio alla cultura dello scarto che, addirittura viene promossa. Non si tratta più del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive (…) Gli esclusi non sono sfruttati ma rifiuti, avanzi» (EG 53).

L’autore intesse su questo simbolo e su questa simbologia le pagine che seguono, partendo dalla figura fondamentale dello “scartato”, Cristo, colui che in un passo dei Salmi è così descritto: «La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la testata d’angolo» (Mt 21,42; cfr. Sal 118,22).

Nell’applicazione fatta da Gesù, lo “scarto” diventa una risorsa, ed è proprio su questa svolta radicale che monsignor Pacomio svolge il filo del suo discorso. Un discorso che si ramifica lungo diversi percorsi tematici, ininterrottamente sostenuti dal rimando alle scritture che intarsiano quasi ogni pagina di questo libro. In fondo, la logica, del tutto estrosa e stravagante, dell’ultimo che diventa il primo, del peccatore pentito che ci precede nel regno di Dio, del debole che confonde i forti, è alla base della lezione divina. Nella Bibbia si parla di “resto”, “seme”, “radice”, “piccolo gregge” e paradossalmente il piccolo, l’umile, colui che non ha sete di potere è colui che spicca tra le Beatitudini evangeliche. Lo svuotamento, l’umiliazione che Cristo affronta nel suo passaggio terreno nel nome di una fraternità rinnovata con gli uomini, di una vicinanza che passa per la sperimentazione diretta delle nostre debolezze e che si traduce nella luce finale della Pasqua. E’ un po’ quella che l’autore chiama la ‘meravigliosa altalena’ la speranza che accompagna l’esistenza di ciascuno e che ci spinge sempre ad affrontare le prove della vita con la convinzione che si potrà emergere dai brutti momenti, superare lo sconforto, essere riscattati dai propri peccati. L’invito pacato che ci rivolge il messaggio del libro è quello di riuscire a trasformare con la forza interiore ogni rifiuto in risorsa di ripartenza. Gesù ci dice di non avere mai paura, di affidarsi alla sua misericordia poiché Lui conosce il dolore degli uomini, scruta il profondo del nostro animo ed è pronto a ridarci la giustizia del cielo nella misura in cui abbiamo conosciuto l’ingiustizia terrena.

 

Luciano Pacomio

Gesù la pietra scartata,

 pp. 178, € 18,00

Romina Baldoni

biblioteca@usminazionale.it

Quaresima: tempo di grazia

Il cammino verso la Pasqua ci chiama proprio a restaurare

il nostro volto e il nostro cuore di cristiani,

tramite il pentimento, la conversione e il perdono,

per poter vivere tutta la ricchezza della grazia del mistero pasquale.

La Quaresima è segno sacramentale di questa conversione.

Essa chiama i cristiani a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale

nella loro vita personale, familiare e sociale, in particolare attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina.

Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature:

dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia,

alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore.

Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io,

e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia.

Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi,

nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene.

E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore,

quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità.

Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io,

e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia.

Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi,

nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene.

E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore,

quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità.

Papa Francesco, Quaresima 2019

 

Non si tratta solo di migranti

La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato si celebrerà domenica 29 settembre 2019. Il tema di questa 105esima edizione sarà “Non si tratta solo di migranti”.

Lo ha annunciato con una nota la Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “Con esso Papa Francesco intende sottolineare che i suoi ripetuti appelli a favore dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime della tratta devono essere compresi all’interno della sua profonda preoccupazione per tutti gli abitanti delle periferie esistenziali”, si legge nel testo.

“L’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato e il carcerato che bussa oggi alla nostra porta – continua il comunicato – è Gesù stesso che chiede di essere incontrato e assistito”. Per favorire “un’adeguata preparazione” alla celebrazione della Giornata, la Sezione migranti e rifugiati del Dicastero vaticano darà inizio in questo mese a una campagna di comunicazione che proporrà, a cadenza mensile, riflessioni, materiale informativo e sussidi multimediali, con l’intenzione di promuovere l’approfondimento del tema scelto dal Papa, attraverso approcci diversificati.

Donne cristiane consacrate. Il segreto dei voti religiosi

Con l’edizione 2019 il cammino dei convegni nazionali raggiunge un punto di sintesi e di raccordo dei contenuti sviluppati finora. Dopo aver illustrato le dinamiche fondamentali della vita in Cristo nella sua radice battesimale (il passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo – 2016), nel movimento drammatico di maturazione (diventare cristoformi – 2017) e nello stile comunionale che è la vita della Chiesa (membra dell’unico corpo, membra gli uni degli altri – 2018), ci concentreremo sul tema della vita religiosa cercando di offrirne una visione il più possibile organica che riposi su quanto seminato e dischiuso negli anni precedenti. È necessario, infatti, ricollocare la vita religiosa nel suo alveo originario, ossia la vita nuova in Cristo che rinnova l’umanità di ognuno senza mai schiacciarla. Questa benedizione che impregna l’umanità di ogni donna e di ogni uomo è il motore per la vita buona del Vangelo.

Lettera

Scheda di iscrizione