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Imparare a discernere

Ognuno di noi deve imparare a discernere

ciò che può “inquinare” il suo cuore,

formarsi una coscienza retta e sensibile,

capace di «discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).

Se è necessaria una sana attenzione per la custodia del creato,

per la purezza dell’aria, dell’acqua e del cibo,

tanto più dobbiamo custodire la purezza

di ciò che abbiamo di più prezioso: i nostri cuori e le nostre relazioni.

Questa “ecologia umana” ci aiuterà a respirare l’aria pura

che proviene dalle cose belle, dall’amore vero, dalla santità.

Papa Francesco

Famiglia, Scuola, Chiesa: una rete da intensificare

Famiglia e scuola insieme per l’educazione e l’accompagnamento dei giovani: questo il titolo del convegno organizzato dall’USMI Nazionale in collaborazione con gli Uffici della CEI per la Pastorale della Famiglia e l’Educazione, la Scuola e l’Università, svoltosi a Roma il 23 e il 24 febbraio c.a.. Circa una ottantina i partecipanti (in prevalenza religiose impegnate a servizio dei giovani, perlopiù in ambito scolastico), che hanno dimostrato sincero interesse per le tematiche trattate, intessendo un vivace dialogo con i relatori e partecipando attivamente a un momento pomeridiano di Workshop in cui hanno potuto confrontarsi tra loro in piccoli gruppi. Al centro della riflessione, le famiglie e i giovani nel contesto socio-culturale contemporaneo e le modalità per farsi loro vicini come Chiesa.

L’argomento è stato affrontato dai vari relatori secondo diverse prospettive: da quella teologico-pastorale di don Paolo Gentili, Direttore dell’Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale della Famiglia, che si è soffermato sull’importanza di “fare rete” tra famiglia scuola e Chiesa, a quella sociologica del dott. Pietro Boffi, Ricercatore CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia), che ha presentato e commentato i dati relativi al rapporto tra giovani e genitorialità nel contesto odierno, a quella psicologica di madre Nadia Coppa, che ha proposto un focus sulla sfida educativa delle dipendenze giovanili. Nella seconda giornata del convegno, l’attenzione si è rivolta soprattutto alla scuola, grazie alla competenza del prof. Ernesto Diaco, Direttore dell’Ufficio Nazionale CEI per l’Educazione, la Scuola e l’Università, che ha offerto una panoramica sulla situazione della scuola paritaria, illustrandone le sfide e le potenzialità attraverso il riferimento al sussidio Educare nel cambiamento (2018); il contributo di suor Anna Monia Alfieri, Delegata Scuola dell’USMI presso la CEI, ha poi dato voce all’appassionata battaglia in atto per la libertà di scelta educativa, diritto riconosciuto costituzionalmente, ma di fatto non ancora garantito oggi in Italia. Sullo sfondo di tutti gli interventi, le sollecitazioni del recente Sinodo dei Giovani, che sono state in particolare oggetto della relazione della prof.ssa Cecilia Costa, partecipante in qualità di esperta ai lavori sinodali, la quale ha offerto una vibrante sintesi delle richieste emerse dal mondo giovanile nei confronti della Chiesa.

Proprio la volontà condivisa di interpretare e raccogliere questa domanda ha animato i lavori del convegno, che si è valso della preziosa opera di coordinamento e moderazione di suor Azia Ciairano e suor Daniela Del Gaudio, dell’Area Pastorale USMI, e ha delineato una significativa presa di coscienza, da parte della vita consacrata, delle sfide prospettate dallo scenario attuale, insieme al desiderio di discernere le vie per mettersi in questione con coraggio e rinnovarsi, così da poter continuare a vivere efficacemente, con spirito di collaborazione e fiducioso slancio profetico, la fondamentale missione educativa.

E perché il “fare rete” non rischi di diventare soltanto uno slogan, a conclusione del Convegno, dalle responsabili dell’Ambito pastorale USMI è stata lanciata la proposta di avviare un serio “censimento” delle scuole cattoliche gestite da Istituti religiosi femminili o che agli Istituti fanno riferimento: un passo impegnativo per arrivare a una mappatura dell’esistente che favorisca una concreta identificazione delle realtà ma soprattutto delle persone coinvolte con cui entrare in dialogo e avviare un processo di riflessione e discernimento che orienti una progettualità sempre più condivisa e forme inedite di collaborazione e di corresponsabilità educativa.

suor Azia Ciairano

Coordinatrice dell’Ambito Pastorale

Tavolo di dialogo

In occasione della Giornata internazionale della donna una proposta per riflettere sulla vita religiosa e “abbracciare il futuro con speranza”.

Partecipano all’incontro padre Amedeo Cencini e suor Antonietta Potente.

Depliant

Giovani e donne consacrate: distanza e prossimità. Passi comuni nel post-Sinodo

Reverenda e carissima Madre,

sono lieta di comunicarLe la convocazione della 66ª Assemblea nazionale che avrà luogo   dal 10 al 12 aprile 2019 presso l’SGM Conference Center in Via Portuense, 741 – 00148 Roma.
 
Spero saremo numerose a questo appuntamento, perché l’INCONTRO è in sé stesso un evento significativo che rafforza la comunione tra noi come USMI, rinnova la nostra speranza, la nostra gioia vocazionale e il nostro slancio missionario.

In attesa di incontrarci per questo importante appuntamento annuale, chiedo al Signore di benedire ognuna di voi e le vostre Congregazioni. Sentiteci, con le sorelle del Consiglio di Presidenza, in comunione profonda nella preghiera, con gratitudine e affetto fraterno.

Lettera di convocazione

Programma

Scheda di iscrizione on line

ROBOTICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: un argomento di grande attualità

 Roboetica. Persone, macchine e salute. Sarà questo il tema della prossima Assemblea generale della Pontificia Accademia della Vita. Un argomento – quello della robotica e dell’intelligenza artificiale – che fino a pochi decenni fa sarebbe sembrato “fantascientifico” ma che oggi è diventato di grande attualità.

L’evento si svolgerà dal 25 al 27 febbraio 2019 in Vaticano, presso l’Aula Nuova del Sinodo, idealmente collegato con il Workshop 2020, sull’Intelligenza Artificiale e segna il 25mo anniversario dell’organismo fondato da san Giovanni Paolo II.

“Le nanotecnologie, le biotecnologie, le tecnologie dell’informazione e le scienze cognitive dilatano in modo straordinario la nostra capacità di intervento sulla materia vivente, aprendo nuovi spazi alla nostra responsabilità – ha spiegato monsignor Paglia, presidente della Pontificia Accademia -. Questo vale per le terapie, ma anche per le ipotesi di potenziamento degli organismi viventi”.

“Quello di cui è importante rendersi conto – ha aggiunto – è che non si tratta solo di rendere più efficienti singole funzioni dell’organismo o di trasferirle su supporti artificiali; più profondamente è in gioco un nuovo rapporto con il mondo”. Infatti “nuovi dispositivi informatici si annidano con crescente pervasività in vari ambiti di realtà, incluso il nostro corpo, che si trova sempre più esposto alle dinamiche della amministrazione secondo criteri della tecno scienza”. Con il rischio di una “biopolitica” che sfoci nella “tecnocrazia”.

Su questi temi, afferma monsignor Paglia, occorre “partecipare alla discussione e favorire una più ampia partecipazione possibile di tutti i soggetti coinvolti, in modo che lo sviluppo e l’impiego di queste straordinarie risorse sia orientato alla promozione della dignità della persona e al bene più universale”. Di qui l’esortazione del Papa alla Pontificia Accademia per la vita “ad entrare nei territori della tecnica e a percorrerli con audacia e creatività e con attento discernimento”. Il che significa “non avere risposte prefabbricate perché dedotte da una teoria astratta precostituita, ma mettersi anzitutto in attento ascolto dei fenomeni nella loro complessità e

impegnarsi in un serio lavoro di interpretazione per comprendere in che modo i nuovi ritrovati della scienza e della tecnica incidono sulla nostra umanità”. Ed elaborare quindi “criteri di valutazione che ci consentano di promuovere la dignità di ogni persona e di tutte le popolazioni che abitano il pianeta”.

Per maggiori informazioni consultare www.academyforlife.va. La Pontificia Accademia per la vita ed è attiva sui social con un profilo Twitter, un canale YouTube, e Instagram.

Talitha Kum compie 10 anni

Nella memoria liturgica di Santa Bakhita, 8 Febbraio 2019, è iniziata la celebrazione dei 10 anni di Talitha Kum, che si concluderà nel mese di settembre 2019 con la prima assemblea generale di Talitha Kum.

Talitha Kum è la Rete Internazionale della Vita Consacrata contro la tratta di persone. Mette in rete, favorendo la collaborazione e l’intercambio di informazioni, donne e uomini consacrati in 76 paesi. Talitha Kum nasce nel 2009 dal desiderio condiviso di coordinare e rafforzare le attività contro la tratta promosse dalle consacrate nei cinque continenti.

Talitha Kum è una rete di reti organizzate differentemente, che promuovono iniziative contro la tratta di persone nel rispetto dei diversi contesti e culture.

E’ un progetto dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) in collaborazione con l’Unione Superiori Generali (USG).

Obiettivi condivisi:

  • Promuovere il lavoro in rete tra persone consacrate e altre organizzazioni sociali, religiose e politiche a livello nazionale ed internazionale;
  • Rafforzare le azioni ed iniziative esistenti, ottimizzando le risorse della vita consacrata per promuovere azioni di prevenzione, sensibilizzazione, protezione, assistenza e denuncia della tratta;
  • Sviluppare programmi educativi di coscientizzazione su questo fenomeno;
  • Compiere azioni profetiche, denunciando le cause dello sfruttamento della vita a fini economici e la tratta di persone e promuovendo campagne per il cambiamento della mentalità e di abitudini.

Quest’anno è un tempo di grazia per la vita consacrata impegnata contro la tratta, nel quale siamo chiamate a ringraziare Dio per il percorso fatto, a verificare il nostro impegno e le azioni comuni e a guardare con coraggio e fiducia il nostro presente e il futuro, per comprendere la complessità della tratta in questo tempo difficile, dove tutto è in movimento e i diritti umani sempre meno tutelati.

Ad oggi, nel contesto di Talitha Kum sono state formate 1023 religiose, operanti in 65 Paesi. Sono stati realizzati 34 corsi per la costituzione delle reti, per un totale di 136 giorni di formazione, e un corso pilota per la formazione di 22 leader di Talitha Kum per azioni collaborative contro la tratta, della durata di un anno.

Alla data odierna, la rete di Talitha Kum International è composta da:

  • 43 reti Nazionali: 8 in Africa, 10 in Asia, 16 in America, 7 in Europa e 2 in Oceania
  • 6 coordinamenti regionali: 2 in America Latina, 3 in Asia e 1 in Africa
  • 4 coordinamenti continentali: America, Europa, Asia e Oceania

Le reti sono presenti in 77 Paesi, nei 5 continenti: 13 in Africa, 13 in Asia, 17 in America, 31 in Europa, 2 in Oceania. Nei 34 Paesi, dove non ci sono reti nazionali i coordinamenti regionali o continentali hanno gruppi o persone di contatto. Questo è un fenomeno particolarmente sviluppato in Europa, per la caratteristica propria dell’organizzazione della rete a livello continentale.

Nel mondo ci sono 150 gruppi operativi delle reti di Talitha Kum. Oltre ai gruppi nazionali, si aggiungono i sottogruppi che sono stati comunicati da 17 reti nazionali, circa il 40% delle reti totali. Questo dato dimostra la capacità di articolazione e diffusione della rete sul territorio nazionale. I Paesi che hanno presentato il numero maggiore di gruppi sono il Brasile, che ha registrato 30 sottogruppi, e l’India con 19.

I partecipanti delle reti guidate dalle suore sono poco più di 2.000 e sono impegnati contro la tratta a diversi livelli:

Prevenzione: Attività di informazione e sensibilizzazione tra i gruppi di rischio, sviluppo di programmi educativi e formazione di leader comunitari.

Protezione: accoglienza alle persone che sono sopravvissute alla tratta, dalla prima accoglienza, nelle case di fuga, fino al reinserimento sociale e lavorativo o al rimpatrio assistito, quando richiesto.

Prosecuzione: responsabilizzando tutti coloro che sono coinvolti nella rete di sfruttamento, da chi recluta agli sfruttatori, fino ai clienti finali.

Partenariato: promuovendo azioni integrate e congiunte, tra le reti di Talitha Kum e con tutti coloro che condividono la nostra stessa missione.

Preghiera: la preghiera sostiene il nostro impegno; attraverso la preghiera siamo solidari con tutti coloro che soffrono la violenza della tratta e imploriamo Dio che sostenga il nostro impegno affinché ogni forma di schiavitù e sfruttamento abbia fine. Dal 2015 Talitha Kum coordina il comitato internazionale che promuove la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la tratta, che si celebra l’8 Febbraio, memoria liturgica di Santa Bakhita.

Suor Gabriella Bottani, Coordinatrice internazionale di Talitha Kum

Fonte: internationalunionsuperiorsgeneral.org

La cura dei malati ha bisogno di professionalità e di tenerezza…

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8) questo il tema scelto per la XXVII Giornata Mondiale del Malato che quest’anno si celebrerà in modo solenne l’11 febbraio, a Calcutta, in India.

Sono state scelte le parole pronunciate da Gesù quando inviò gli apostoli a diffondere il Vangelo, affinché il suo Regno si propagasse attraverso gesti di amore gratuito, per ricordare che la cura dei malati deve avvenire proprio attraverso gesti gratuiti, semplici ed immediati “come una carezza”

La vita è dono di Dio”, donare significa “dare sé stessi”. Nel messaggio per la Giornata Mondiale del Malato, Papa Francesco ricorda la chiave per vincere la cultura dello scarto e dell’indifferenza: è il dono che prima di tutto è “riconoscimento reciproco”. Nel dono “c’è il riflesso dell’amore di Dio, che culmina nell’incarnazione del Figlio di Gesù e nella effusione dello spirito Santo”. Promuovere la cultura della gratuità e del dono, osserva il Papa, è “indispensabile per superare la cultura del profitto”.

I gesti di dono gratuito, aggiunge Francesco, sono “la via più credibile di evangelizzazione”: “la cura dei malati ha bisogno di professionalità e di tenerezza, di gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza”. Proprio perché è un dono, “l’esistenza – si legge nel messaggio – non può essere considerata un mero possesso o una proprietà privata, soprattutto di fronte alle conquiste della medicina e della biotecnologia che potrebbero indurre l’uomo a cedere alla tentazione della manipolazione dell’albero della vita”.

La solidarietà è una “virtù indispensabile all’esistenza”: ogni uomo, sottolinea il Papa, non riuscirà mai a liberarsi totalmente dal bisogno e dall’aiuto altrui”. “Solo quando l’uomo si concepisce non come un mondo a sé stante, ma come uno che per sua natura è legato a tutti gli altri, originariamente sentiti come ‘fratelli’ – scrive il Papa – è possibile una prassi sociale solidale improntata al bene comune”. “Non dobbiamo temere – aggiunge – di riconoscerci bisognosi e incapaci di darci tutto ciò di cui avremmo bisogno, perché da soli e con le nostre sole forze non riusciamo a vincere ogni limite”.

Nel messaggio il Papa ricorda anche “un modello di carità che ha reso visibile l’amore di Dio per i poveri e i malati”: Santa Madre Teresa di Calcutta, che in tutta la sua esistenza, ricorda il Pontefice, è stata “generosa dispensatrice della misericordia divina”: “Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra”. Santa Madre Teresa, scrive il Pontefice, ci aiuta a capire che “l’unico criterio di azione deve essere l’amore gratuito”.

“La gratuità umana – ricorda il Pontefice nel messaggio – è il lievito dell’azione dei volontari che tanta importanza hanno nel settore socio-sanitario e che vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano”. “La dimensione della gratuità – aggiunge – dovrebbe animare soprattutto le strutture sanitarie cattoliche, perché è la logica evangelica a qualificare il loro operare, sia nelle zone più avanzate che in quelle più disagiate del mondo”. “Le strutture cattoliche sono chiamate ad esprimere il senso del dono, della gratuità e della solidarietà, in risposta alla logica del profitto ad ogni costo”. La salute, si legge infine nel messaggio, “è un bene che può essere goduto in pieno solo se condiviso”: “la gioia del dono gratuito è l’indicatore di salute del cristiano”.

 

Interroga…

Interroga la bellezza della terra,

interroga la bellezza del mare,

interroga la bellezza dell’aria diffusa e soffusa.

Interroga la bellezza del cielo, interroga l’ordine delle stelle,

interroga il sole, che col suo splendore rischiara il giorno;

interroga la luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte.

Interroga le fiere che si muovono nell’acqua, che camminano sulla terra,

che volano nell’aria: anime che si nascondono, corpi che si mostrano;

visibile che si fa guidare, invisibile che guida.

Interrogali! Tutti ti risponderanno: Guardaci: siamo belli!

La loro bellezza li fa conoscere.

Questa bellezza mutevole chi l’ha creata,

se non la Bellezza Immutabile?

 Agostino d’Ippona