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Dietro Lui (I carismi)

Francescane Minime del Sacro Cuore

La storia

Era il 1894 quando Marianna, incoraggiata da alcune madri poggesi e da Don Fortunato Luti (rettore di una cappella di un paese vicino), decise di raccogliere dalla strada i ragazzi del paese per far loro scuola.

Nel novembre del 1896, Marianna Caiani e la prima compagna Maria Fiaschi presero in affitto due stanze, le arrangiarono un po’ alla meglio e lì si stabilirono per vivere come sorelle, libere di impegnarsi a tempo pieno nella scuola.

Intanto poco dopo si unì a loro anche una terza compagna: Redenta Frati. Erano così una piccola comunità piena di dubbi: e ora che fare? Fondare un nuovo istituto o unirsi con altri istituti già formati? Marianna era piena di dubbi: ”Ma che cosa può volere da me il Signore? Io non sono capace, non ho la pretesa di fondare nulla di nuovo, vorrei assicurare quello che già esiste, anzi incrementarlo, non sono che una povera venditrice di sigari!”

Intanto grazie all’aiuto di Don Marino Borchi (parroco di Poggio a Caiano), il proprietario della casa fu convinto di venderla proprio a Marianna. Il 22 marzo 1900, la Caiani finalmente poteva disporre di una casa senza timore di essere cacciata via e senza l’incubo della pigione da pagare.

Intanto altre due giovani si univano all’istituto, e un anno dopo arriverà anche Doralice Bizzaguti, la maestra diplomata per la scuola nascente ma anche pietra importante nella nascita e crescita dell’istituto.

Il 7 dicembre  1901 vengono approvate le prime costituzioni dal Vescovo diocesano.

Intanto le amiche di Marianna continuavano a chiedere un abito religioso, ma Marianna cercava ancora la sicurezza di un affiliazione a un istituto già affermato.

Probabilmente per questo, il Vescovo consigliò a Marianna, di partecipare a un corso di esercizi spirituali presso le teresiane di Campi Bisenzio. Furono giorni di grande angoscia per Marianna, ma proprio in quel “volontario esilio” Marianna capì che il posto dove lei doveva operare e testimoniare era il suo paese.

Ma eccoci finalmente giunti al 15 dicembre 1902, giorno della fondazione dell’istituto dove le giovani vestirono l’abito religioso. Marianna Caiani, ora Suor Maria Margherita viene eletta Madre.

A tre anni dalla vestizione il 12 ottobre 1905, Madre Margherita e le altre cinque suore fecero la professione religiosa. Altre giovani in seguito condivisero lo stesso ideale e si unirono alla piccola famiglia che la stessa Madre, Maria Margherita chiamò delle “ Minime del Sacro Cuore”.

Durante la grande guerra del 1915-18 le Minime Suore presteranno, in maniera massiccia, servizio in vari ospedali della Toscana.

Nel 1932 viene aperta la prima missione in Cina, da dove poi saranno espulse nel 1949. Il 4 settembre del 1955 viene aperta la prima casa in Egitto. Il 5 maggio del 1977 è il giorno dell’apertura della missione in Israele. Il 20 dicembre del 1979 viene aperta la prima casa in Brasile.
Il 15 ottobre del 1994 è l’anno in cui inizia la missione in Sri Lanka. Presenti in quattro continenti e in cinque nazioni, nel 2002 l’Istituto delle Minime Suore del Sacro Cuore – francescane ha festeggiato il centenario di fondazione.

Carisma

minime dell'addolorata“Io giungo tra gli uomini dalla terra, ma prima io devo ascendere al cielo e passando per Iddio, somma Carità, avere gli uomini.
La corrente del mio amore per gli uomini, passa soltanto attraverso il cuore di Dio. Per avere gli uomini io devo avere prima di tutto Iddio.”

L’essere “Minima” per Madre Caiani nasce dalla contemplazione e dal fare esperienza dell’amore misericordioso di Dio resosi visibile nel Cristo crocifisso.  Marianna nel suo darsi e donarsi a Gesù lo amava come Cuore divino e lo contemplava Crocifisso. Il Cuore di Gesù è la manifestazione del suo aderire alla volontà del Padre, del suo libero farsi dono agli uomini. Marianna era presa da questa interiorità del Salvatore, la sentiva sua, e desiderava immergersi in essa. Tutto il suo agire e tutto il suo essere parte dalla contemplazione del Cuore di Cristo, è una contemplazione che genera azione, servizio verso ogni uomo “dalla culla alla tomba”. Il Cristo amato e pregato ai piedi del tabernacolo distesa in terra durante le veglie notturne è il solito Cristo da amare e servire nel volto dei fratelli; Madre Caiani è la donna dell’”azione nella contemplazione”. Dalla contemplazione del Cuore di Gesù nasce lo spirito di Riparazione.
Riparare come solidarietà e servizio per i poveri, riparare come farsi carico della storia di ogni uomo nella preghiera e nel silenzio, riparare come curare le ferite di Gesù presente in ogni sofferenza dell’uomo per le strade del mondo.

01_romaOggi le Suore Minime del Sacro Cuore – francescane sono presenti in quattro continenti e in cinque nazioni e nel 2002 il loro Istituto ha festeggiato il centenario di fondazione.

madreMarianna Caiani venne alla luce il 2 novembre del 1863 a Poggio a Caiano e fu battezzata il giorno seguente. Il padre Jacopo, fu fabbro della villa reale de’ Medici. La mamma, Luisa Fortini, una donna religiosissima, molto laboriosa e di sentimenti delicati.

Madre Maria Margherita Caiani è stata proclamata Beata il 23 aprile 1989 da Papa Giovanni Paolo II dopo la chiusura favorevole dei processi che constatarono l’avvenuto miracolo per sua intercessione.

Per maggiori informazioni visita il sito: www.suoreminime.com

Suore della Divina Rivelazione

icLa Comunità

Dopo una lunga esperienza di consacrazione laicale con Madre Prisca, abbiamo realizzato con dedizione piena e totale il suo progetto, che ci voleva nella vita consacrata come la intende Santa Madre Chiesa. L’approvazione diocesana è stata firmata dal Cardinal Camillo Ruini l’11 febbraio 2001.

Con il nostro nome “Missionarie della Divina Rivelazione”, vogliamo esprimere il nostro carisma fondato sull’amore appassionato per la Parola di Dio e per i “Tre Bianchi Amori”, come li ha chiamati la Vergine della Rivelazione: l’Eucaristia, l’Immacolata ed il Papa, che desideriamo far conoscere e amare attraverso una catechesi in assoluta adesione all’insegnamento della Chiesa.

 “Le Missionarie della Divina Rivelazione si sentono apostole del mistero della Chiesa: pensano come pensa la Chiesa di sempre, amano come ama la Chiesa di sempre, vogliono ciò che vuole la Chiesa di sempre” (dalla Regola di Vita).

I colori del nostro abito sono quelli con i quali si presenta la Vergine della Rivelazione: il verde, che indica Dio Padre Creatore, il bianco, che rappresenta Dio Figlio Redentore e il rosa che simboleggia lo Spirito Santo Santificatore. In tal modo richiamiamo sempre alla mente e al cuore che Dio solo deve essere al centro di tutta la nostra vita, perché Lui è il nostro Unico vero Bene ed Ultimo Fine.

Ci salutiamo con il saluto di unità e di pace, voluto dalla Vergine della Rivelazione: “Dio ci benedica e la Vergine ci protegga”. E’ un’invocazione filiale, valida per ogni tempo e circostanza, che rivolgiamo a tutti. Esso ci unisce come figli di Dio e diffonde nei cuori un profondo senso di pace. Prendendo esempio da Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra, e dalla nostra Fondatrice, Madre Prisca, che con tanta umiltà e semplicità l’ha saputa imitare, noi ringraziamo ogni giorno il Signore per il dono della vocazione, vivendo in gioiosa fraternità, con il vivo desiderio di riempirci sempre più dell’Amore di Dio per donarlo a questa umanità, così bisognosa di sentirsi amata e ricercata. Desideriamo donarci sinceramente e maternamente al nostro prossimo, partecipando in tal modo della maternità spirituale di Maria. Abbiamo rinunciato a tutto, ma non ad amare, anzi proprio perché libere da legami terreni, possiamo dedicarci totalmente agli altri.

Il Signore ci accompagni nel nostro cammino per poter compiere sempre la sua volontà, sotto la materna protezione di Maria Vergine della Rivelazione.


Carisma

ic2Il carisma delle Missionarie della Divina Rivelazione si può riassumere in queste tre parole:

Custodire con amore appassionato la Parola di Dio

Diffondere la Divina Rivelazione in comunione con il Magistero della Chiesa e con costante riferimento ai Tre Bianchi Amori: l’Eucaristia, l’Immacolata e il Santo Padre.

Servire i fratelli attraverso l’apostolato catechistico in ogni ambiente, nelle parrocchie, nelle missioni popolari, nelle famiglie.

Le Missionarie della divina Rivelazione si sentono apostole del mistero della Chiesa:

“Pensano come pensa la Chiesa di sempre, amano come ama la Chiesa di sempre, vogliono ciò che vuole la Chiesa di sempre” (dalla Regola di Vita).

Apostolato

ic3Il nostro apostolato è indirizzato a formare il popolo di Dio ad una autentica vita cristiana nella vita della Chiesa attraverso catechesi in parrocchia, nelle famiglie, missioni popolari e “catechesi con arte”.

Siamo guide ufficiali della Basilica di San Pietro e dei Musei Vaticani per itinerari di “Arte e Fede”.

Siamo presenti nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale del Papa, Chiesa Madre di Roma e di tutte le Chiese del mondo.

 

Per maggiori informazioni consulta il sito: www.divinarivelazione.org

Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea

Siamo le Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea, nate per volere dello Spirito dal carisma di una madre-antonia1donna umile e semplice: Madre Antonia Maria Verna che ha saputo trasmetterci una profonda passione per Dio e per l’umanità.
Al mistero di Maria Immacolata che si dona senza calcoli, si ispira il nostro essere consacrate e in esso trova motivi e contenuti la nostra azione apostolica
La gratuità è una nota dominante nella spiritualità di Madre Antonia, è la sintesi della sua vita e della nostra. Con spirito umile, semplice, sobrio e gratuito siamo chiamate ad un ministero di carità a servizio dei giovani, dei bambini, degli ammalati, delle persone sole e abbandonate con una sola preferenza: i più poveri. L’ardore di carità, con uno spiccato senso di ecclesialità, ci ha portato nei paesi del vicino Oriente, dell’Africa e dell’America.

Spiritualità e Carisma

Il carisma è il dono che lo Spirito ha dato a Madre Antonia e che lei ci ha consegnato come un tesoro nascosto in uno scrigno, da scoprire ogni giorno e da rendere vivo e attuale con fedeltà e creatività, perchè è dono per la Chiesa e per l’umanità .
Il nostro carisma si fonda sul mistero di grazia dell’ Immacolata Concezione di Maria, s’incarna in un ministero di carità umile e semplice, si alimenta della contemplazione di Cristo Crocifisso, donato a noi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo spirito guida e spiega la storia di un Istituto, la storia a sua volta esprime ed è segno dello spirito che in esso si vive.
La nostra storia narra di uno spirito di gratuità che attinge la sua forza dal mistero dell’immacolata Concezione. Gratuità da parte di Dio che riempie Maria di grazia,  gratuità da parte di Maria, che si dà a Dio senza riserve, si accoglie per quella che è ed agisce di conseguenza: tutta ricevuta e tutta data.
«A gratis» fu pure la sintesi della vita della nostra venerata Fondatrice.
La nostra spiritualità si alimenta alla croce di Cristo e al dono infinito dell’Eucaristia, si concretizza in gesti quotidiani di dedizione, rivelando così l’assoluta gratuità di Dio che ama e che salva.
«Come Maria e in Maria facciamo nostra la carità salvatrice di Cristo in una disposizione di apertura verso le necessità dei fratelli» [Regola di Vita, art. 3].

Missione Apostolica
missione1La nostra missione nella Chiesa si esprime nella disponibilità piena all’opera della salvezza come Maria che è rimasta accanto a Gesù, perché ogni uomo avesse la vita. Ciò significa che, con lo spirito e il cuore di Madre Antonia,  condividiamo i problemi, le sofferenze,  le ansie dell’umanità intera,  e ci rendiamo più intimamente partecipi delle necessità concrete  della Chiesa locale in cui siamo inserite.
Ovunque operiamo e qualunque sia il servizio a noi richiesto, annunciamo Cristo e il suo vangelo di speranza, di povertà, di fraternità e di gioia, anche nella croce e lo testimoniamo con l’azione e la parola  anche dove l’annuncio non è ancora giunto e dove il messaggio cristiano sperimenta la divisione.
Con questo spirito gratuito, umile e semplice assumiamo nella loro attualità le prime regole della Fondatrice che esprimono la sua grande ansia di catechizzare; l’attenzione massime ai poveri e ai bisognosi; l’assoluto distacco e disinteresse da ogni cosa che non sia il Regno di Dio.
Fin dalle origini la Nostra Famiglia religiosa si è aperta alle dimensioni dell’universalità. Ha accolto le sfide del tempo e ha oltrepassato i confini regionali e nazionali.
Le nostre comunità religiose oggi operano nel settore educativo, pastorale e assistenziale in Italia, Albania, Argentina, Israele, Kenya, Libano, Libia, Messico, Tanzania, Turchia e USA.

La Fondatrice
Antonia Maria Verna, nata e battezzata a Pasquaro il 12 giugno 1773 e morta a Rivarolo Canavese il 25 dicembre 1838, ha speso l’intera esistenza per la fondazione della Congregazione delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea.
Nel 1788 a quindici anni fa voto di perpetua verginità.
Verso il 1800 si trasferisce a Rivarolo. Nel 1806 inizia le pratiche per la fondazione di un istituto religioso. Il 17 maggio 1817 riceve l’approvazione che viene attribuita ad altre giovani del luogo.
Nel 1823 riprende le pratiche per la fondazione e scrive la prima Regola.
Il 7 marzo 1828 ottiene l’approvazione definitiva dell’Istituto, dall’autorità regia.
Il 10 giugno1828 pronuncia per la prima volta i voti.
Il 27 novembre 1835 il vescovo d’Ivrea approva le regole dell’istituto con il nome di Sorelle di Carità sotto Il titolo della Concezione della Beata Vergine Maria.
Il 25 dicembre 1838 Madre Antonia muore a Rivarolo.

Suo impulso apostolico fu di porre argine alla disgregazione dei valori cristiani che si verificava nella società del suo tempo rendendosi partecipe dell’opera salvifica di Gesù Cristo mediante la preghiera, la penitenza, l’esempio della vita e indirizzando la sua carità di preferenza ai più poveri.
Svolse il suo apostolato a Rivarolo Canavese educando i bimbi, istruendo le ragazze, specialmente povere e abbandonate, «assistendo i poveri, curando gli ammalati colpiti da qualsiasi infermità, compresa la lebbra».
Fin dal 1805, molti anni prima della definizione del dogma, scelse il mistero della «Santissima Concezione di Maria» a titolo e protezione del suo istituto e a ispirazione del suo ideale.

Il 2 ottobre 2011 viene proclamata beata.

 

LA FAMIGLIA VERNIANA

La famiglia verniana è costituita da:

  1. CONGREGAZIONE DELLE SUORE DI CARITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE D’IVREA, fondata da Madre Antonia Maria Verna e riconosciuta con approvazione civile nel 1828 ed ecclesiastica nel 1835;
  2. ASSOCIAZIONE DELLE MISSIONARIE DI CARITÀ, sorta con decreto ecclesiastico del 20 novembre del 1990;
  3. LAICI VERNIANI, associazione riconosciuta con decreto ecclesiastico del 18 maggio 2004.

Le Suore, le Missionarie di Carità e i Laici Verniani condividono la stessa spiritualità nella diversità delle vocazioni. Nella missione, massime ai poveri, si donano gratuitamente a chi è nel bisogno.

 

Per maggiori informazioni: www.scicivrea.it

 

 

Congregazione delle Missionarie di S. Antonio Maria Claret

La Congregazione delle Missionarie di S. Antonio Maria Claret ha origine dalla vita di due persone: Madre Leoniamadreleonia1 monsgeraldo1Milito e Mons. Geraldo Fernandes Bijos. Leonia Milito nacque a Sapri, vicino a Salerno, nel 1913. Geraldo Fernandes Bijos nacque a Contagem, Minas Gerais, in Brasile, nello stesso anno. Queste due persone, nate in luoghi diversi, con storie personali diverse, ma con ideali simili, si incontrano nel 1956 in Brasile dove, il 19 marzo 1958, fondano la Congregazione delle Missionarie di S. Antonio M. Claret.

La Congregazione si è sviluppata negli anni del rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II, facendo proprio lo spirito che quell’avvenimento storico suscitò nella Chiesa e nel mondo: la Chiesa prendeva coscienza della necessità di adeguarsi decisamente ai tempi nuovi, per poter essere presenza viva e significativa in mezzo all’umanità. I Fondatori, aperti e disponibili al rinnovamento, hanno saputo cogliere le necessità di quel momento, delicato ma allo stesso tempo meraviglioso, che la Chiesa stava vivendo, dando alla Congregazione uno spirito fortemente missionario.

Col passare degli anni la Congregazione, mossa da questo zelo missionario, cresce quantitativamente e qualitativamente, cercando di incarnare e di attuare il Carisma dei Fondatori nel mondo intero.

mappa1Oggi le Missionarie di S. Antonio Maria Claret sono presenti in 17 paesi dei cinque continenti: Europa (Italia, Germania, Francia, Portogallo e Polonia), Africa (Costa d’Avorio, Gabon, Togo e Mozambico), America Latina (Brasile, Argentina, Cile e Paraguay), Asia (Filippine, India ed Indonesia), Oceania (Australia).

L’espansione della Congregazione è un segno fecondo del suo specifico carisma missionario, che la mette a servizio della Chiesa universale dedicandosi di preferenza ai poveri più poveri. I suoi membri, seguendo Cristo casto, povero e obbediente, si dedicano all’evangelizzazione e al servizio della carità, rivolta soprattutto ai più bisognosi.

Le Missionarie di S. Antonio Maria Claret vogliono essere come uno specchio che riflette un raggio della bontà del Padre. Il loro amore per i poveri si manifesta nel servizio, nella lotta per ottenere migliori condizioni di vita, nell’opposizione ad una società ingiusta che emargina ed esclude, nella progettazione e costruzione di strutture di accoglienza, nell’offerta di una vita dignitosa. Si dedicano con piena disponibilità al servizio dei fratelli di ogni credo, età e provenienza, con quell’amore universale che ci unisce a Dio.

Usano la loro vita non nello spreco di energie per futili sogni irrealizzabili, ma nello sforzo serio e sincero per una realizzazione piena della propria esistenza, sfruttando ogni istante per donarsi, servire e aiutare il prossimo.

“C’è tanto dolore che aspetta di esser lenito. Ci sono tante lacrime da asciugare, tanta miseria da alleviare, tanta bontà da praticare; ci sono tanti cuori da comprendere e tanto amore da diffondere”, ricordavano continuamente i Fondatori.

Le Claretiane devono essere pronte a lavorare in un campo senza frontiere, spesso difficile e pericoloso, affinché la loro testimonianza si diffonda e risplenda in mezzo agli uomini attraverso l’annuncio del Vangelo e l’esercizio delle opere di misericordia. Mediante il servizio della carità si dedicano di preferenza ai poveri più poveri, in vista della loro liberazione integrale secondo il Vangelo, usando tutti i mezzi possibili e compatibili con la vita religiosa.

I Fondatori erano infatti soliti dire che la Congregazione è nata per curare i “poveri più poveri”, intendendo con questo termine gli oppressi da qualsiasi forza che li privi della dignità di figli di Dio, sia a livello spirituale, morale, fisico, psicologico, che materiale. Diceva il Padre Fondatore: “Voi che vi dedicate ai bambini, ai poveri, ai malati, agli orfani, agli anziani, alle povere creature diseredate, agli sfortunati e a coloro che hanno anche problemi di intelletto, voi dovete dedicarvi a queste opere che nessuno vuole e che esigono umiltà, molta dedizione, molto sacrificio, usando un unico metodo pedagogico, l’unico metodo efficace per guadagnare anime per nostro Signore: AMARE QUESTE CREATURE”.

Le Missionarie di S. Antonio Maria Claret sono coscienti che soltanto l’amore è capace di qualunque gesto, di donazione, di eroismo fino alla totale dimenticanza di se stessi; vogliono circondare di affettuosa carità quanti sono afflitti dall’umana debolezza; anzi, riconoscere nei poveri e nei sofferenti l’immagine di Cristo. Fiduciose nelle parole del Signore, che considera fatto a sé ciò che facciamo ai fratelli bisognosi, vivono lo spirito del Vangelo nella pratica delle opere di misericordia corporali e spirituali.

La Madre Fondatrice ribadiva: “Non lasciamoci vincere dallo sconforto per i mali dei tempi presenti… Se vediamo un nostro fratello che cade, corriamo a sollevarlo… E’ Cristo stesso che ci affida ciascuno dei nostri fratelli dicendo: “Ogni volta che avete fatto il bene a un solo di questi miei fratelli più bisognosi, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).

Le Missionarie di S. Antonio Maria Claret, in totale apertura e disponibilità allo Spirito Santo, fanno loro le priorità della Chiesa locale, dando la preferenza ai luoghi più bisognosi della luce del Vangelo e del servizio della carità. Vogliono incontrare l’altro nella diversità della sua cultura, preoccupandosi di conoscere tale cultura e di rispettarla, servendo i più poveri con bontà e gioia.

Carisma e spiritualità delle Missionarie di S. Antonio M. Claret è una realtà viva, preziosa! È una grazia che lo Spirito Santo suscita e alimenta. È la stessa vita, di ogni membro e dell’intera Congregazione, con le sue esperienze e i suoi progetti. La chiamata ad essere donna missionaria di S. Antonio M. Claret, comporta una risposta specifica nel modo di essere e di agire a servizio della Chiesa nel mondo, comporta la sequela di Gesù Missionario e Redentore, nella contemplazione del mistero eucaristico, nella filiale appartenenza ed imitazione del Cuore Immacolato di Maria, nel servizio e nell’amore per la Chiesa, nella ricerca continua di vivere la contemplazione e l’azione in comunità fraterna, assumendo lo stile evangelico missionario.

Per parlare del nostro carisma suggeriamo la pagina del Diario Spirituale di Madre Leonia Milito, 8 agosto 1975:

Qual’è il nostro Carisma particolare? Ogni Istituto religioso ha un suo carattere particolare. Quello della nostra Congregazione è di una semplicità evangelica, umiltà profonda, carità verace. Non ci sono austerità corporali, ma una comune ricerca di purificazione personale e collettiva. Una generosa disponibilità per farsi guidare dallo Spirito Santo e crescere ogni giorno nell’amore di Dio e del prossimo.

Una vita nascosta e tutta centrata sull’amore. Santificarsi per santificare. Tutto per amore e niente fuori dell’amore. Fare il bene a tutti senza discriminazione, di razze o di credo politico o religioso, vivere in profondità, la spiritualità: Eucaristica e Mariana.

Immutabile lo spirito Missionario universale. Disponibilità e sottomissione completa in ogni epoca alla Chiesa e al mondo. Sentire con la Chiesa.

La vita materiale è quella comune a tutte le figlie della Congregazione, una vita di lavoro che ci consente di vivere la povertà evangelica in tutto. Disponibili alle richieste del Papa e della gerarchia Eccleslastica.

Non passare giorno senza pregare per il Santo Padre, che è il solo Superiore generale della Congregazione. Sono della Chiesa, sono figlia della Chiesa, siatelo anche voi con me. Disponibili sempre e con gioia al volere di Dio, alle nostre consorelle e al prossimo. Testimoniare la gioia e la pace di un’anima che vive solo per Dio. (Leonia alle figlie)

Espansione missionaria

 città1Dalla città di Londrina, Brasile, le missionarie sono partite verso il mondo intero, per portare a tutti la Parola del Vangelo e il servizio della carità ai più poveri tra i poveri. Oggi, siamo presenti nei cinque continenti.

L’America è il continente della nascita e dell’espansione. Qui ebbero luogo le prime esperienze e l’accoglienza delle numerose candidate che hanno fatto ingresso nella Congregazione, potendo contare, già al momento della fondazione, su numerosi membri, oltre alle 20 suore confondatrici. Oggi esistono 56 comunità e siamo presenti, oltre che in Brasile, in Argentina, Cile e Paraguay.

Del 1965 è la prima fondazione fuori dal Brasile, in Europa, a Roma (Italia), e subito dopo in Svizzera, Germania, Francia e ancora in Portogallo e in Polonia, segnando così la presenza in 6 paesi europei. Oggi sono 12 le comunità presenti in Europa.

Nel 1969 è la volta della fondazione in Africa, in Costa d’Avorio e poi nel Gabon. In quell’occasione la nostra fondatrice così si esprimeva: “La venuta in questa terra si trasforma in realtà. La nostra Congregazione, ancora così giovane, grazie alle sue figlie, cammina fianco a fianco con la Chiesa e per la Chiesa di Cristo. Tutto è possibile, quando spinte dall’amore di Dio agiamo per amore, che è il movente di tutta la nostra esistenza. La missione qui, mie figlie, è grande”. Oggi sono presenti comunità in Costa d’Avorio, Gabon, Togo e Mozambico.

Nel 1979 è la volta dell’Australia, in Oceania. La Fondatrice così commenta quest’evento: “Con gioia, vi comunico che già è iniziato il nostro lavoro di assistenza e apostolato in terra australiana, dove il Buon Dio ci ha indicato come nostro campo di azione, attraverso l’assistenza ad anziani ed avrà un vasto campo di apostolato sociale e parrocchiale tra gli emigrati italiani”.

A partire dal 1990 la nostra Congregazione si fa presente in Asia. I fondatori non ci sono più, ma il cammino era stato preparato. L’apertura della comunità nelle Filippine è avvenuta nel 1990 e oggi sono tre le comunità presenti in questo paese. Siamo presenti anche in India e in Indonesia.

Per maggior informazioni visita il sito: www.missionariesamclaret.it

Suore Catechiste del Sacro Cuore

Ti sei mai posto questo interrogativo? O non ci hai mai pensato?

beataLa risposta era già pronta nel Catechismo di Pio X: “Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e per goderlo nell’altra in paradiso” e la giovane Giulia Salzano l’aveva memorizzata dal tempo della preparazione alla sua prima comunione, tuttavia nel fiore della sua giovinezza, nel momento di dare un orientamento alla sua vita, riflettè ancora più profondamente su questa verità che l’aveva sempre colpita “e per mezzo di questa conoscenza scorgeva la via facile per andare a Dio, ma di mettere mano all’opera temeva sempre per la sua insufficienza per ogni verso. Alle parole del proprio Pastore, il Cardinale Guglielmo Sanfelice: “Non sono gli uomini che fanno le opere, ma Dio che è onnipotente, quindi Egli, e non tu, opererà; le Opere più grandi sono nate dal nulla”, prese coraggio e vieppiù si confermò pensando alla risposta data da Gesù a S. Margherita Maria…. Pensando che il Signore voleva l’Opera e ritenendola la più sublime di ogni altra, la più accetta al Cuore di Dio, la più necessaria ai tempi nostri e la più voluta dal Sommo Pontefice, decise di metter mano all’Opera e di darle un più ampio avviamento.

 “…le traversie, gli ostacoli, le opposizioni e perfino la persecuzione son servite a confermare i suoi proponimenti, avendo sempre di mira nel suo operare il primo catechista l’Eterno Maestro Gesù Cristo ed i suoi successori gli Apostoli.

Scopo della sua opera è di formare un centro, una famiglia, una Comunità che s’istruisca positivamente nelle cognizioni della Cattolica Religione per insegnare ad ogni classe di persone la Santa legge di Dio, i doveri del cristiano e richiamare tutti alle verità eterne, alle massime del Vangelo.

La particolare divina chiamata della Madre Giulia all’insegnamento della Dottrina di Cristo costituisce il carisma di fondazione dell’Opera catechistica.

“Farò catechismo, finché avrò un fil di vita”, amava ripetere ed esortava le sue suore ad essere sempre pronte ad istruire i piccoli e gli ignoranti e a morire sulla breccia.

logo1Noi, SUORE CATECHISTE DEL SACRO CUORE, nate il 21 novembre 1905 dal cuore ardente di questa giovane innamorata del Cuore di Gesù e desiderosa che tutti conoscessero Dio per poterlo amare e servire.

CONOSCENZA, AMORE, SERVIZIO: ecco il trinomio che guida la nostra missione. Infatti, La nostra missione ecclesiale di evangelizzazione e promozione umana abbraccia vari campi: apostolato catechistico – pastorale, educativo, assistenziale e missionario.

In occasione della beatificazione di Madre Giulia (27 aprile 2003), tra l’altro, così si espresse il cardinale Michele Giordano:

Carissimi, abbiamo in Madre Giulia Salzano un nuovo modello a cui rivolgere il nostro sguardo per ripartire da Cristo, evangelizzatore dell’amore del Padre. Con lei, sull’esempio dell’Evangelista Giovanni, invochiamo il Signore perché ci faccia riposare a lungo sul suo petto divino e ci riveli i segreti del suo Cuore.

Dobbiamo diventare noi stessi come quel Cuore che si è fatto simile ai peccatori, ai poveri e ai piccoli. Il Cuore parla al cuore: ecco il segreto di una spiritualità capace di indicare una strada privilegiata per la fede dell’uomo del terzo millennio, assetato di verità, con l’aiuto della Vergine Maria che meditava nel cuore le meraviglie del Figlio, suo Signore e suo Dio.

Coscienti della grandezza e dell’importanza di questo carisma, seguiamo Cristo nella sua dedizione e impegno a spezzare il Pane della Parola alle folle assetate di verità, con lo stesso cuore pieno di amore, di compassione e di tenerezza.

Per maggiori informazioni consulta il sito: www.suorecatechistesacrocuore.org

Suore Serve di Maria Addolorata di Nocera

Siamo una famiglia religiosa – approvata dall’autorità ecclesiale e riconosciuta con il nome di Suore Serve di Mariaquadro roma1 Addolorata – nata a Nocera (SA), nel 1872 dall’esperienza spirituale di Madre Maria Consiglia Addatis, che ha iniziato l’opera come risposta di salvezza per le bambine povere e prive di affetto, sebbene la sua carità non abbia escluso nessuna categoria di persone. Figlia del proprio tempo, “donna di garbo”, pervasa dalla Spirito santo e da un forte senso ecclesiale, ha saputo leggere con occhi sapienziali la realtà storica offrendo la sua vita a Dio nel dono generoso e amoroso.

La sua eredità carismatica, radicata in una profonda vita eucaristica e mariana, intessuta di zelo apostolico, conserva una straordinaria attualità e orienta, sostiene il nostro impegno di rinnovamento e la nostra missione educativa.

In una società in cui è minacciata la vita, la persona, la famiglia, siamo impegnate soprattutto con un progetto di educazione integrale, perché si riconosca la dignità dell’essere umano, la vita come dono e come appello alla libertà, all’amore, alla responsabilità. Il nome Serve di Maria Addolorata esprime l’identità mariana della Congregazione. Maria, icona di una umanità realizzata secondo il disegno di Dio, è per noi la madre che ci guida alla scuola di Gesù e ci forma alla missione.

La nostra Casa Madre è a Portaromana in Nocera Superiore (SA) dove riposano i resti mortali di Madre Maria Consiglia. In questo luogo, per noi denso di significato, si rimane stupiti dalla sua entusiasmante carica profetica; gli oggetti più preziosi dell’esperienza cristiana e religiosa, ivi presenti, sono i segni del suo amore appassionato per Dio e l’umanità; la preghiera a lei rivolta è lode al Signore e intercessione per ogni necessità.

Le nostre comunità sono presenti in Italia, Canada, Argentina, Messico.

La Casa generalizia è a Roma.

 La Fondatricemadre consiglia1

Emilia Pasqualina nacque a Napoli, il 5 gennaio 1845 da Paolo Addatis, farmacista e Maria Luisa Burdò. Educata in un ambiente familiare caratterizzato da una solida spiritualità cristiana e da una carità fattiva, rimase orfana di entrambi i genitori, all’età di quattro anni. Gli anni della sua fanciullezza furono fortemente segnati dalla solitudine, dalla mancanza di affetto e le condizioni di degrado morale della società ebbero una forte ripercussione sulla sua esperienza umana e cristiana. In questa grande desolazione, la sua fede semplice, l’amore all’Eucaristia, a Maria Madre dei dolori, alla Chiesa, l’incontro con don Gabriele M. Rinonapoli, suo padre spirituale, maturarono in lei la vocazione per una missione particolare, quella di “prendersi cura” delle bambine orfane, bisognose di affetto, di pane e di cultura.

Questa missione fu espressa da lei con semplici e impegnative parole: Siimi tu madre, regina dei dolori. Io sarò l’occhio del cieco, il piede dello zoppo, la consolatrice di quanti soffrono. Il 18 marzo 1872 nella Chiesa di San Carlo alle Mortelle in Napoli, fu ammessa al Terz’Ordine Francescano Alcantarino e nel 1876 emise la professione religiosa assumendo il nome di Maria Consiglia dello Spirito Santo.

Spinta da un sano realismo e dalla carità, il 13 luglio 1872 con tre sue compagne, raggiunse il villaggio di Casolla in Nocera Superiore (SA) dove realizzò una stabile iniziativa a favore delle orfane. Scaturita dal suo cuore ardente di carità e come risposta a un’esigenza socio- pastorale, l’opera fu accolta benevolmente dal Vescovo mons. Raffaele Ammirante che ne approvò le Regole il 2 luglio 1874. Agli inizi del 1883 la nascente comunità lasciò la provvisoria residenza di Casolla per trasferirsi, con le orfanelle, a Portaromana (Nocera Sup.),Casa Madre dell’Istituto. Da questa intuizione nacque la Famiglia religiosa delle Suore Serve di Maria Addolorata ancora oggi eredi e trasmettitrici, insieme a numerosi cooperatori laici, del patrimonio spirituale e apostolico della Fondatrice.

Madre Maria Consiglia morì a Napoli l’11 gennaio 1900; nel 1995, nel 150° anniversario della sua nascita, i suoi resti mortali furono traslati dalla Chiesa dell’Addolorata in Napoli a Portaromana (Nocera Sup.), nel Sacrario adiacente alla Cappella della comunità di Casa Madre, dove nell’Anno giubilare 2000 è stata attivata la Casa Accoglienza a lei dedicata.

Appena due anni dopo la morte, nel 1902, fu istruito il suo processo di beatificazione e canonizzazione nella diocesi di Napoli. Il processo informativo, che aveva visto l’approvazione del decreto sugli scritti il 21 febbraio 1950, è stato convalidato il 12 marzo 2004. La “Positio super virtutibus” è stata presentata a Roma nel 2012. Il parere positivo dei consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, il 29 maggio 2012, è stato confermato da quello dei cardinali e vescovi membri della stessa Congregazione.

Il 26 aprile 2016, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui madre Maria Consiglia dello Spirito Santo è stata dichiarata Venerabile.

Puoi visitare il sito: www.smanocera.org e trovare ulteriori informazioni.

Congregazione Suore Murialdine di San Giuseppe

“Come figlie del Murialdo esprimete nella vostra vita le fattezze della sua grande figura di santo” così ci esortava il nostro fondatore per indicare incisivamente chi siamo chiamate ad essere.

Le Suore Murialdine di San Giuseppe, la congregazione sorella dei Giuseppini del Murialdo, è stata fondata nel 1953 dal quarto successore di san Leonardo, il superiore generale padre Luigi Casaril.

In quell’occasione egli scriveva ai suoi confratelli: “Le suore murialdine si affiancano alla nostra congregazione per integrare la figura del Murialdo e collaborare nello stesso spirito, programma e Regole” (lettera del 19.3.1953).

Precisava inoltre che il carisma della nascente congregazione era quello di san Leonardo: per questo ha voluto chiamarci “Murialdine” perché avessimo già nel nome il programma e lo stile di vita.

Il primo periodo di esperimento avvenne nel 1948 quando alcune giovani che desideravano vivere come consacrate la spiritualità del Murialdo si riunirono a Torino, in Via Villar, presso la parrocchia Nostra Signora della Salute con il permesso del vescovo di Torino, mons. Fossati.

Le giovani si impegnarono nella loro formazione e nella conduzione di varie opere di apostolato: catechesi, doposcuola, assistenza alle giovani operaie.

Foto n. 1.Torino via Villar

Dal 22 settembre 1953 la congregazione prese avvio ufficiale con l’emissione dei voti religiosi da parte di dieci sorelle che costituirono il primo nucleo. Madre Maria Ellena fu la prima superiora delle Suore Murialdine.

Foto n. 2. Rivoli Fondazione

La nuova congregazione trovò fin dall’inizio la propria spiritualità nel carisma di san Leonardo Murialdo.

Anche il programma di apostolato era esplicitato seguendo il modello delle opere dei Giuseppini: “apostolato tra la gioventù povera e bisognosa di educazione cristiana”, veniva però precisata una propria tonalità apostolica: quella della pastorale familiare. Le prime suore si prefiggevano infatti di elevare il senso cristiano di pietà, di moralità, di unione della famiglia.

C’è anche un’accentuazione del carisma che è tipica delle Murialdine: la spiritualità eucaristica. L’eucarestia era al centro della spiritualità di san Leonardo e padre Casaril volle che questa fosse la caratteristica distintiva delle Murialdine che sono chiamate a rivivere un aspetto essenziale della sua santità e missione nella Chiesa. Nel mistero eucaristico si coglie una particolarissima espressione dell’amore di Gesù Cristo e noi attingiamo qui la forza per la vita di ogni giorno.

L’impegno di una profonda vita eucaristica  si esprime anche nell’ora quotidiana di adorazione, cercando di congiungere, in ogni circostanza, contemplazione e attività apostolica, sull’esempio di san Leonardo “lampada vivente eucaristica” (cfr. Carisma p. 22).

P. Casaril, scrivendo ai suoi confratelli, ricordava che le radici di questo nuovo germoglio nel carisma di san Leonardo venivano da lontano:“Il progetto di fondare una congregazione di suore che affiancasse l’apostolato della nostra, si deve anzitutto a padre Eugenio Reffo, cofondatore: il che autorizza a pensare che il progetto non fosse alieno dal pensiero dello stesso Murialdo. Vicende di vario genere non permisero a don Reffo di attuare il santo desiderio. Cedendo egli la carica di superiore generale a padre Giovanni Apolloni (1918) trasmise questa consegna. Nel 1931 padre Apolloni trasmise al successore p. Luigi Casaril la raccomandazione del ven. don Reffo con preciso incarico della fondazione”(cfr. Lettere Giuseppine 1953, n. 6, p. 13).

Questo ideale di vita consacrata venne riconosciuto dalla Chiesa con l’approvazione diocesana il 13 maggio 1963 e con l’approvazione pontificia il 4 ottobre 1973.

Nella testimonianza di ogni consorella la congregazione intende presentare ogni giorno Cristo che “accoglie e benedice i fanciulli, annuncia il regno ai poveri, fa del bene a tutti”. Per questo rivolge la sua azione apostolica a favore della gioventù povera e bisognosa di essere amata ed evangelizzata e delle famiglie.

Presenza delle Murialdine

In Italia le Murialdine sono presenti in sei comunità: Torino, Montecchio Maggiore (Vicenza), Roma, Borgo Sabotino (Latina), San Giuseppe Vesuviano (Napoli), Foggia.Foto n. 3. P.Schiavo e prime brasiliane

Nel 1954, per interessamento del padre provinciale Giovanni Schiavo (ora Servo di Dio) presero avvio le Murialdine in Brasile. Attualmente sono presenti in nove comunità: Caxias do Sul (comunità della Sede, Scuola Santa Maria Goretti, Fazenda Souza), Porto Alegre (Cidade de Deus, Partenon, Restinga), Paranà (Maringà), Bahia (Xique-Xique e Jaguara).

Nel 1960 per opera di mons. Massimiliano Spiller iniziarono le Murialdine di Ecuador che attualmente sono presenti in sei comunità: San Rafael, Ambato, Guayaquil, Santa Clara, Artosemena Tola, La Clementina.

Foto n. 4. Mons. Spiller e prime equatoriane

Nel 1974 si unì alla congregazione il gruppo cileno iniziato da p. Antonio Zanandrea: le consorelle sono presenti in due comunità: La Reina (Santiago) e Valparaiso.

Foto n. 5. P. Zanandrea e prime Murialdine cilene

Nel 1996  è stata aperta la prima comunità murialdina in Argentina (Mendoza); nel 1998 la prima comunità a Città del Messico e nel 2008 la seconda comunità messicana ad Aguascalientes.

Operiamo nelle scuole, nei centri educativi di promozione del minore e di avviamento al lavoro, negli oratori e centri giovanili, nelle case-famiglia, nelle parrocchie (specialmente per l’evangelizzazione, la catechesi, la pastorale giovanile e familiare) e nelle missioni.

 

 

 

Congregazione Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace

LogoMissImmacolataRegina%20L’Istituto, sorto a Mortara (PV) l’8 maggio 1919 per opera del Sacerdote Padre Francesco Pianzola, attualmente opera in Italia, Francia, Africa e Brasile e conta circa 160 membri, distribuiti in piccole comunità sul territorio.
 Il Fondatore: Padre Francesco Pianzola
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Padre Francesco Pianzola, fondatore delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis e degli Oblati diocesani dell’Immacolata di Vigevano (Pavia), nasce a Sartirana Lomellina (Pv) il 5 ottobre 1881,viene ordinato sacerdote in Vigevano il 16 marzo 1907; muore il 4 giugno 1943 in Mortara (PV), e viene sepolto nella cappella della Casa Madre delle Suore.
Il 4 ottobre 2008 è proclamato Beato con una solenne Concelebrazione, presieduta da Sua Em.za il Card. José Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, nella Cattedrale di Vigevano. Dal 3 ottobre 2009 le sue spoglie mortali sono esposte alla venerazione dei fedeli nell’apposita Cappella presso la Casa Madre delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace.
Il prete della risaia, fu definito Padre Francesco Pianzola alla vigilia della Beatificazione ( 4 ottobre 2008), per la passione di annunciare il Vangelo nella sua terra, tra i dimenticati della campagna e delle fabbriche; per quella predicazione itinerante che lo spingeva tra il popolo e tra i giovani di quel mondo ancora devastato dalla guerra e lacerato da conflitti sociali.
Il contatto vivo e profondo con la sua gente, gli consentì di verificare il faticoso lavoro dei contadini e la sofferta situazione della donna, specialmente della “mondina”, della quale non esitò a prendersene cura e a salvaguardarne dignità e diritti. La consapevolezza di una precisa chiamata a poter “salvare la donna con la donna” lo spinse a dedicarsi, diventato Sacerdote e “Oblato”, con indomito impegno ad andare incontro alle umane esigenze delle ragazze sia lomelline che immigrate, impegnate nei lavori stagionali connessi alla risicoltura.
La sua vocazione alla missione assume una esemplare concretezza: essere prete del suo tempo, incarnato nella realtà della sua terra e della sua Chiesa, pronto ad accogliere e fare proprie le ansie e le problematiche pastorali più urgenti e più critiche: oggi le diremmo “di frontiera”.
Sempre di più matura l’esperienza sacerdotale, non come esperienza da vivere solo nell’ambito del culto, del sacro, dei recinti chiusi, ma come chiamata ad “andare” nel mondo reale e concreto, là dove la gente vive e lavora.
Le grandi idee del Pianzola, quasi la sua eredità spirituale ed umana sono racchiuse in tre precise proposte, che egli avviò decisamente:
* la pastorale rurale, con la quale intraprese quel viaggio e quella itineranza missionaria tra le cascine dal lavoro faticoso e dai poveri fondamenti morali. Qui portò il confronto, acceso e garbato allo stesso tempo, tra la dottrina sociale della Chiesa e le istanze del socialismo, che non difettavano di orizzonti positivi, anche se espressi nel rancore di rivendicazioni che annerivano gli animi e disturbavano fortemente il tessuto sociale.
* Le missioni popolari, con i Padri Oblati, la cui fondamentale emergenza coinvolgeva anche una impellente riforma del clero diocesano. In questo campo le resistenze furono notevoli, specialmente da parte di qualche vescovo; perché nella diocesi di Vigevano questo seme aveva coagulato numerosi sacerdoti, eminenti per impegno ecclesiale dottrina e santità.
* La nuova missionarietà, rappresentata dalle sue “Giovani Guardie“: quei piccoli prodigi di condivisione operaia, che non esitarono a raggiungere i “lontani” e rendersi presenti là dove più urgeva l’annuncio del Vangelo. Quel modello di missionarietà al femminile per coadiuvare il sacerdozio ministeriale nel rispondere alle emergenze, soprattutto là dove il prete non poteva arrivare, divenne la finalità chiara del lavoro missionario concreto, dinamico e pastorale “Suore” Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace.
*La Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace
Sei, le prime suore missionarie che nel 1919 costituirono in Mortara la prima comunità religiosa: Teresina e Rina Preda, Rosina Cereghino, Luigina Salvadeo, Annunciata Caccia e Anna Bandi , nell’esperienza di aggregazione oratoriana a Vigevano – sede della Diocesi – erano state allenate dal Rettore, Padre Francesco Pianzola, alla “missione di frontiera”: inviate nelle campagne della Lomellina (zona rurale – che ha il suo centro in Mortara – ricca soprattutto di risaie, nella pianura padana,) dove più calda era la lotta dei lavoratori sfruttati e strumentalizzati dalle ideologie, per raggiungere e incontrare la gente più umile ed emarginata, con particolare attenzione alle giovani e alle donne, specialmente alle donne immigrate per il lavoro stagionale nelle risaie (le “mondine”), sfruttate sul lavoro, costrette a convivere con situazioni immorali e offensive della loro dignità di donne.
A loro e ai giovani le missionarie annunciavano la parola di Gesù, nel segno della solidarietà e della partecipazione ai problemi della gente: diventavano, così, “presenze” della Chiesa locale, in comunione con i Vescovi e in collaborazione con i sacerdoti, e “animatrici missionarie” in quegli spazi umani e sociali in cui la Chiesa locale, specialmente la Parrocchia, con le sue strutture ordinarie, non riusciva a penetrare.
Nel Regolamento Interiore, scritto dal Fondatore per le suore missionarie, la fondazione dell’Istituto è così motivata: “La parola esortatrice di Papa Benedetto XV per l’educazione religiosa dei pargoli, il crescere impressionante della gioventù abbandonata a se stessa, tante anime derelitte senza il pane della buona novella e le arti di satana per rovinare nella fede e nella morale molte povere fanciulle, hanno imposto la nostra Congregazione”.
L’identità carismatica
La nostra Congregazione vuole che Gesù sia Gesù, cioè il Salvatore di tutte le anime, le più povere, le più derelitte, le più lontane da lui (R.I. 2).
Gesù sia Gesù è il cuore del nostro carisma: comprendere la profondità di questa esperienza esistenziale ci fa essere missionarie. L’originalità del nostro carisma è il desiderio di capire Dio, conoscere lo stile di Gesù, tutelare l’autenticità evangelica e ridire con semplicità e carità le parole del Vangelo in ogni luogo. Desideriamo ripetere nella nostra vita quanto accaduto tra Dio e Francesco Pianzola. Non ci accontentiamo di apprezzarne il valore o di ripeterne la forma ma ricerchiamo la stessa intimità e lo stesso slancio. La realizzazione di questa promessa passa attraverso una rinnovata comprensione dell’Opera di Dio nella storia e nel mondo.
La ricerca di Gesù avviene nella Parola di Dio, incarnata e attestata nella Sacra Scrittura, e nella storia umana, luogo di reciprocità fatta di incontro e scontro tra lo Spirito di Dio e l’umanità. La fonte carismatica sono il legame esistenziale con Gesù Eucaristico, l’appartenere alla Chiesa nelle sue espressioni anche magisteriali sentendoci guidate dalla presenza femminile di Maria.
Salvatore… Le icone che rappresentano la missione di salvezza e l’amore di “misericordia” a cui siamo chiamate sono il buon samaritano (Lc 10) e il buon pastore (Gv 10 e Mt 18,12)
“Per Lui, con Lui, in Lui” (RI, 2) qualsiasi vita diventa partecipazione all’offerta salvifica sulla croce di Cristo dove ogni singolo evento ci apre alla possibilità di essere altare, sacrificio e sacerdozio. Gesù sulla croce ha assunto la totalità dell’esistenza umana nelle sue molteplici dimensioni incorporandoci in questo mistero attraverso le figure di Giovanni e Maria (Gv 19) – Tutto per Gesù. La dimensione sacerdotale di salvezza prende forma nell’opera di mediazione nelle relazioni umane e di intercessione che ci pone “in mezzo” ai conflitti come promotori di pace.
di tutte le anime… La salvezza non ha confini territoriali ed esistenziali: il desiderio di Dio che ogni essere umano sia salvato (1Tm 2,3-4) e che ogni forma di sofferenza sia sanata, ci spinge a cercare tutti in ogni luogo e in ogni situazione esistenziale, a partecipare alle gioie e alle fatiche di ognuno e a sollevare da ogni forma di povertà.
* La missionarietà oggi
“La passione di essere missionarie dei poveri, di andare con loro, di curare le loro infermità spirituali” (Reg. Int. 12), muove ancora oggi le suore missionarie (in patria e, dagli anni ’70 anche all’estero, con una prima fondazione in Africa / Burundi nel 1971)
– a scelte di collaborazione e servizio pastorale nelle chiese locali, privilegiando l’inserimento negli ambienti più popolari (periferie, centri storici delle città; zone rurali) anche con servizi irradianti a livello di vicariati/decanati.
– valorizzando, dove richiesto, in collaborazione con Chiese locali e altri Istituti religiosi, il metodo delle “’missioni al popolo”
– con la disponibilità ad assumere, con mandato dei Vescovi, la “cura pastorale” di zone dove manchi la presenza stabile del Sacerdote
– e a esprimere, oggi, gesti/servizi concreti di accoglienza e condivisione, in collaborazione, eventualmente, con servizi promossi dalle Chiese locali, specialmente dalle Caritas diocesane, con particolare attenzione alle donne – soprattutto straniere – che vivono situazioni di disagio e emarginazione (per es. in carcere o vittime della “tratta”) e sono alla ricerca di “punti di riferimento”.
Attualmente l’Istituto ha 32 comunità missionarie in
– Italia
Diocesi di
Lombardia: Vigevano, Pavia, Milano; Piemonte: Vercelli, Novara, Torino; Lazio: Roma; Calabria: Reggio Calabria ; Sicilia: Messina.
  – Francia
(Nord – Pas de Calais: diocesi di Cambrai – Arras).
– Africa:
Stati: Mali: Kati e Burkina Faso: Bobodioulasso.
– Brasile:
Stati: S. Paolo, Mato Grosso.
Sono in atto due esperienze di fraternità inter-congregazionale a Roma S. Policarpo e a Roghudi, Reggio Calabria.
Due Case di preghiera: una a Mortara e una a Vigevano, ospitano le Sorelle che “prima hanno dato il sacrificio della fatica, ora donano l’olocausto della preghiera, perché non cessi il magnifico apostolato. La migliore chiusura della nostra esistenza”. (P. F. Pianzola, RI, 29)
Le Suore pianzoline: gloria.tv/media/19YhrhiWemL
Il linguaggio pianzolino Andare a cercare:gloria.tv/media/PgihK7AVKu2
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Congregazione delle Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo Scalabriniane

La nostra storia

mscsLa Congregazione delle Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo Scalabriniane fu fondata a Piacenza, Italia, il 25 ottobre 1895. Ha come fondatore il Beato Giovanni Battista
Scalabrini e come confondatori i servi di Dio Padre Giuseppe Marchetti e Madre Assunta Marchetti.

La Sede Generalizia della medesima è a Roma. E’ costituita da sei province e svolge la sua missione tra i migranti in 26 paesi di quattro continenti.

Ogni Suora Missionaria Scalabriniana – MSCS – vivendo il carisma scalabriniano accoglie come impegno, responsabilità e dono l’amore di Dio e lo partecipa al migrante curando la vita di ogni uomo e donna che si trovano coinvolti nel fenomeno della mobilità umana. Questo si configura come continuità dell’intuizione e del progetto socio-pastorale di Giovanni Battista Scalabrini fondatore della Congregazione, avviato con la collaborazione dei fratelli Assunta e Giuseppe Marchetti, confondatori.

Il carisma scalabriniano vissuto dalle Suore MSCS è un’esperienza nata con il Beato Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza (Italia), nel momento della grande emigrazione degli italiani verso le Americhe alla fine del secolo XIX come risposta di fede che divenne anche istituzionale. Essa continua con gli eredi spirituali: i Missionari di San Carlo e le Suore Missionarie di San Carlo Borromeo Scalabriniane; a loro si uniscono le Missionarie Secolari Scalabriniane che a lui si ispirano e anche il Laicato Missionario Scalabriniano, in crescita in tutto il mondo.

Nel tempo sono emersi elementi orientativi nel sentire e nel rispondere delle Suore Scalabriniane ai problemi dei migranti; tra questi, una parola-chiave da noi ereditata dal Fondatore e da lui attinta dal Patrono lasciatoci, San Carlo Borromeo la parola “Humilitas”. Da questa parola le Suore imparano ad essere “sorelle”, “serve”, “gratuite”. Accompagnando i migranti nel loro esodo, esse vogliono ispirarsi al Risorto che, sul cammino di Emmaus, prende l’iniziativa del dialogo con tatto pedagogico e porta i discepoli allo svelamento della sua identità, ossia alla Verità. Il migrante, a sua volta, diventa per loro “maestro” e richiamo al rinnovamento continuo.

Il Principio Identificatore

La Suora Missionaria Scalabriniana, fortificata dalla vita comunitaria e specificamente dalla ricchezza spirituale e affettiva in essa presente, si consacra a Dio nel servizio gratuito ai migranti attraverso la professione pubblica dei consigli evangelici.

Alla Sequela di Gesù Cristo nel Servizio ai Migranti

La grazia dello Spirito Santo invita la Suora MSCS alla sequela radicale di Gesù Cristo, l’inviato

del Padre, attraverso una vita di amore illimitato e la consacrazione totale di se stessa a Dio mediante l’osservanza perfetta dei consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza.

La Suora, come membro della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, si

sente chiamata a manifestare il mistero di Cristo in modo esplicito con la testimonianza della vita consacrata e nel servizio evangelico e missionario ai migranti.

Rivela e trova l’Immagine di Cristo

La vita della Suora MSCS testimonia Cristo, unendosi radicalmente a Lui nella disponibilità a servire Dio nei migranti. Vive il Cristo “migrante”, rivela il Suo volto ai fratelli e alle sorelle, scopre in essi la sua immagine, costruendo la comunione fraterna con loro, per assumere la condizione delle persone in mobilità.

Riunite nel Nome di Cristo e per Lui

La Suora MSCS vive la sua consacrazione nel cuore di una comunità religiosa, unita nel Signore Gesù, per realizzare la sua vocazione e il progetto apostolico del Fondatore: la missione del servizio ai migranti. La nostra comunità religiosa esiste con lo scopo di attuare la missione della Congregazione, che portiamo avanti insieme, con responsabilità comunitaria. Lavoriamo, motivate dallo spirito e zelo apostolico, con senso di solidarietà, coesione e complementarietà. Ogni suora aiuta e contribuisce al lavoro delle consorelle e si preoccupa del successo generale dello stesso.

Fraternità: Icona della Trinità

Nella comunità la religiosa scalabriniana sperimenta la vita fraterna come riflesso dell’amore trinitario, dove l’umiltà, la mansuetudine, l’unità nella diversità, l’accettazione reciproca e l’interesse di una per l’altra rafforzano i legami della pace e dell’amicizia cristiana. Nella comunità assapora la presenza del Signore risorto che l’orienta, attraverso l’amore reciproco dei membri, a porre tutto in comune.

Discepole del Vangelo

La nostra storia

Discepole1L’espressione di Charles de Foucauld, “Gridare il Vangelo con la vita” esprime in sintesi quel desiderio che ha guidato fin dagli inizi la nostra fraternità quando, nel 1973, un piccolo gruppo di sorelle ha raccolto gli appelli del Vangelo e le istanze del Concilio Vaticano II, per cercare di vivere in modo evangelico la propria vita religiosa. Nel 1975 siamo state riconosciute come Pia Unione dal vescovo di Treviso e nella comunità di Villarazzo abbiamo iniziato la nostra esperienza all’insegna di una vita ordinaria di lavoro e di preghiera, in uno stile fraterno tra di noi e di condivisione anche con i più poveri. Nel corso degli anni abbiamo individuato gli aspetti che hanno dato forma al nostro carisma nella spiritualità di Charles de Foucauld (Francia 1858 – Algeria 1916), un uomo la cui ricerca di Dio è approdata al desiderio di voler vivere solo per Lui, dopo aver fatto esperienza della Sua bontà. L’incontro con la Parola e con l’Eucaristia ha condotto Charles a conoscere sempre più Gesù, per imitare la sua vita a Nazareth. Diventato sacerdote, ha vissuto nel deserto algerino insieme al popolo tuareg, con il desiderio di essere un “fratello universale”.

Discepole2Nel dicembre 2000 siamo state riconosciute come Istituto religioso di diritto diocesano e nel 2007 siamo entrate a far parte dell’Association Famille Spirituelle Charles de Foucauld, che raccoglie venti gruppi di religiose, religiosi, sacerdoti e laici, sparsi in tutto il mondo. Attualmente viviamo in undici fraternità presenti nelle diocesi di Treviso (più precisamente a Castelfranco Veneto, Riese Pio X, Treviso, Roncade, San Donà), Belluno, Milano, Viviers e, recentemente, nell’ottobre 2015, a Marsiglia (Francia).

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