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Istantanee

Fedi in gioco

IC_FEDSul fronte del dialogo interreligioso, il Centro Asteria di Milano (Piazza Carrara 17.1) aderisce e dà spazio al progetto “Fedi in gioco. Cinema e dialogo interreligioso” promosso dall’ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema in partnership col Religion Today Film Festival. La rassegna si compone di tre appuntamenti per la proiezione cinematografica di tre titoli recenti, con presentazione, approfondimento e dibattito.

 Accanto alla lettura cinematografica, gli esperti cureranno la presentazione del film riferito rispettivamente alle tre fedi islamica, ebraica e cristiana. Questi tre racconti di “ordinaria meraviglia” per viaggiare tra popoli, fedi, culture, società sono un’occasione preziosa di approfondimento e di dialogo.

Questo il programma:

20 aprile 2016, 17:30 Gold and copper, di Homayoun Assadian (Iran, 2010, sottotitoli in italiano) Interviene IlhamAllah Chiara Ferrero, segretario generale della COREIS

27 aprile 2016, 17:30 Magic men, di Erez Tadmor e Guy Nattiv (Israele, 2014, sottotitoli in italiano) Interviene Davide Romano, giornalista e portavoce della sinagoga Beth Shlomo di Milano

4 maggio 2016, 17:30 Marie Heurtin, di Jean-Pierre Améris (Francia, 2014) Interviene don Fabio Landi, vice responsabile Servizio per l’IRC della Curia di Milano

Per informazioni tel. 02 8460919 e-mail: cultura@centroasteria.it

Web Pastorale

IC_Pastorale-Digitale-web-pastoraleMartedì 19 aprile 2016, alle ore 17:00, in occasione della presentazione del volume La vita consacrata e il nuovo ambiente digitale: sfide e opportunità formative, a cura di Albert Schmucki e Donatella Forlani, fr. Paolo Floretta terrà una conferenza sul tema Le reti di Francesco: per una tecnologia dello spirito e una cyberspiritualità e webpastorale francescane presso la Pontificia Universtà AntonianumRoma.

Seguirà il dialogo con il relatore moderato dal prof. Luca Bianchi, Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità.

Un passaggio importante

IC2_ConvegnoJun2016 1Si è concluso venerdì 8 aprile c.a. il convegno USMI per Juniores che si svolto a Sacrofano. Da lunedì 4 aprile c. a. si sono riunite nella Fraterna Domus 114 Juniores di 27 Congregazioni, di varie nazionalità e provenienti da tutta Italia.

Il tema guida è stato “La vita battesimale, passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo”, tema scandagliato negli aspetti teologico-biblici, iconografici, antropologici e spirituali, curando in tutto questo le “ricadute” sulla vita quotidiana di chi ha iniziato un cammino di consacrazione.

Le partecipanti hanno apprezzato la nuova modalità che punta a creare organicità e integralità fra gli interventi dei relatori, l’ascolto della Parola, tempi “liberi” per la riflessione personale, la Liturgia, le serate organizzate dall’equipe stessa (visione del film “Marie Heurtin” e testimonianza di Enrico Petrillo). Tutto è stato vissuto come concreto momento di comunione, a partire dagli stessi relatori che hanno accompagnato in equipe tutta la durata del Convegno.

L’impegno, per future edizioni, è di continuare ad approfondire il tema così fondamentale per la nostra vita, secondo questa modalità “organica”, assicurando sia spazi “liberi” per la riflessione sui contenuti che momenti di condivisione tra le partecipanti.

L’équipe del Convegno è grata per aver vissuto questa esperienza forte di comunione, feconda sia per il lavoro – svolto nel sostegno reciproco – sia come testimonianza concreta di Chiesa.

Equipe Relatori Convegno

Suor Daniela Tasca, SMC – e incaricata USMI per i Convegni J /N

Suor Serenella Contaldo, OFMI – e assistente

Emanuele Rimoli, OFM Conv.

Jesus Remirez, OFM Conv.

Suor Renata Vincenzi,OFMI

Guanelliane in Amazzonia

IC1_AmazzoniaLe Figlie di Santa Maria della Provvidenza, conosciute come Guanelliane dal loro fondatore, il sacerdote italiano San Luigi Guanella, apriranno una missione in una delle zone dell’Amazzonia più povere di risorse naturali e più trascurate dal sostegno delle autorità statali.

Le religiose hanno accettato l’invito del Vescovo della diocesi di São Gabriel da Cachoeira, Sua Ecc. Mons. Edson Taschetto Damian.

Secondo le informazioni pervenute a Fides, la superiora della Provincia guanelliana di Nostra Signora Aparecida aveva visitato la zona lo scorso settembre.

Tre religiose, dopo aver completato un corso a Manaus sulla cultura amazzonica, si sono ora recate a Cucui, nella diocesi di San Gabriel da Cachoeira, per dare inizio alla nuova missione.

La diocesi si trova in una regione del nord del Brasile che confina con la Colombia e il Venezuela. Nella zona in cui lavoreranno le religiose guanelliane, si può arrivare solo con la barca, dopo un giro molto lungo attraverso il fiume.

Tra i problemi maggiori di questa zona ci sono gli ostacoli naturali ed il clima sfavorevole, la lontananza dai centri abitati e l’abbandono da parte dello stato.

La popolazione, circa 37 mila abitanti su un territorio di 109.181 km2, sopravvive con l’agricoltura.

Fonte: news.va

Parliamo di autismo

IC1_autismoLa Fondazione Italiana per l’Autismo, con la partecipazione del Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca (Miur) ha coordinato una serie di iniziative dal 28 marzo al 6 aprile prossimi, per informare, formare e sensibilizzare il mondo della scuola su questa sindrome. Concretamente in varie nazioni del mondo piazze e monumenti si sono illuminate e si illuminano di blu per la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, una patologia che comporta disturbi nella comunicazione e nelle relazioni sociali. Nella circostanza di questa Giornata, il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Zygmunt Zimowski, ha inviato un messaggio in cui ‘esorta a promuovere politiche efficaci per accogliere, sostenere e includere quanti sono colpiti dall’autismo’. Egli invita ad essere ‘artefici e testimoni di speranza’, anche se spesso ‘la fatica quotidiana, la delusione, lo smarrimento, la solitudine, l’ansia per il futuro possono avere il sopravvento’. Comunque, egli aggiunge che, di fronte al problema relativo ai disturbi dello spettro autistico, ‘siamo chiamati a riporre la nostra fiducia in Dio… Dio, infatti, è bontà e benevolenza senza limiti, si prende cura dei suoi figli e non abbandonerà mai quelli che ha chiamati ad entrare nella sua comunione, qualunque siano le difficoltà’.

E non mancano segni di speranza. ‘La sensibilizzazione in ordine ad un disturbo neurologico e comportamentale, che fino a poco tempo fa poteva essere considerato uno stigma sociale fortunatamente sta acquisendo sempre più considerazione nel campo della diagnosi e della ricerca, così come in quelli dell’assistenza, dell’inserimento scolastico e lavorativo, nonché nell’accompagnamento della crescita spirituale’. E’ urgente essere ‘a fianco delle persone autistiche e ai loro familiari. ‘Non può venire meno – spiega il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari – l’impegno di tutti per favorire l’accoglienza, l’incontro, la solidarietà, in una concreta opera di sostegno’. Anche perché l’autismo si protrae per tutta la vita, è importante ‘l’alleanza tra i settori sanitario, socio-sanitario ed educativo, ma anche l’inserimento, ove possibile, in attività lavorative’.

Nel messaggio in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo mons. Zimowski rivolge infine una speciale esortazione: ‘Seguendo l’invito di Papa Francesco che, soprattutto in questo Anno Santo della Misericordia, stimola credenti e non credenti a riscoprire atteggiamenti di accoglienza e di fraterna solidarietà, facciamoci carico nella nostra vita dell’accettazione e dell’inclusione delle persone autistiche e delle loro famiglie, nella certezza che in tal modo siamo testimoni di autentica e gioiosa speranza nella Chiesa e nel mondo’. Un ‘approccio multidisciplinare può portare grandi benefici’. (B.M.)IC1_autismo

Fare guerra alla guerra

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Un nuovo canale satellitare dedicato interamente all’informazione, con notizie presentate “alla luce dei precetti della Chiesa”, teso a “costruire ponti di pace”, per offrire punti di riferimento a chi vuole “operare per il bene comune” e fare “guerra alla guerra”, nel cuore del Medio Oriente dilaniato da conflitti sanguinari.

E’ questo il programma sfidante che si prefigge il nuovo canale satellitare all-news del network televisivo Noursat-Tele Lumiere, inaugurato nella sede di Dora, sobborgo nord-orientale di Beirut, nel corso di una cerimonia a cui hanno preso parte anche l’Arcivescovo Gabriele Caccia, Nunzio apostolico in Libano, e l’Arcivescovo maronita di Beirut, Boulos Matar.

Madre Angelica Live

IC1_madre-angelicaSi è spenta il giorno di Pasqua madre Angelica, volto televisivo notissimo negli Usa grazie alla sua trasmissione “Madre Angelica Live” trasmessa dal canale tv Eternal Word Television network da lei fondato nel 1981. Nata nel 1923 come Rita Rizzo a Canton, Ohio, madre Angelica entrò nelle clarisse del monastero di Cleveland a 21 anni.

Con soli 200 dollari nel 1981, da un garage del suo monastero, ha cominciato a trasmettere un talk show religioso. Anno dopo anno lo show ha preso piede e la piccola trasmissione è diventata un potente network tv. Oggi Eternal Word Television Network è la più grande rete di media religiosi al mondo. Dispone di 11 reti televisive con 258 milioni di spettatori connessi tramite tv, radio internet, un quotidiano e un’agenzia stampa.

Perché mi uccidete?

IC_1p_-Vincent-MachoziSono queste le ultime parole di padre Vincent Machozi, sacerdote assunzionista ucciso nella notte di domenica 20 marzo nel villaggio di Vitungwe-Isale, a 15 km da Butembo, nel Territorio di Beni (Provincia del Nord Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo).

Secondo quanto riferito a La Croix da padre Emmanuel Kahindo, Vicario Generale della Congregazione degli Assunzionisti (Agostiniani dell’Assunzione), egli stesso di nazionalità congolese, “alcuni militari sono arrivati su dei veicoli verso mezzanotte, hanno abbattuto la porte e l’hanno ucciso sul posto”. Stando ad alcune testimonianze riportate dall’agenzia Fides, gli autori dell’assassinio sarebbero da ricercare tra le forze armate congolesi (Fardc).

Il sito Benilubero riferisce che “una decina di soldati in uniforme delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo, pesantemente armati, che viaggiavano in jeep, hanno fatto irruzione nel perimetro del centro sociale Mon Beau Village, dove si erano riuniti i capi tradizionali Nande per prendere parte ad una riflessione sulla pace convocata da Mwami Abdul Kalemire III”, capo della comunità di Basho, in missione nella zona e ospite dello stesso convento.

I soldati hanno subito chiarito che volevano colpire il capo Kalemire e p. Vincent. Nonostante il tentativo degli astanti di nascondere la presenza delle due persone prese di mira, i militari hanno scoperto p. Vincent che si trovava all’aperto, nel cortile, e stava lavorando al suo computer portatile. Si è sentita una raffica di arma automatica mentre p. Vincent gridava: “Perché mi uccidete?”. Kalemire III si è salvato solo perché aveva appena lasciato p. Vincent per andare a riposarsi.

Vincent era già stato minacciato di morte, tanto è vero che nel 2003 era stato costretto all’esilio negli Stati Uniti. Questo non gli aveva impedito di diventare Capo Redattore di Benilubero. Dopo il suo ritorno nella Rdc, era sfuggito a sette attentati.

Vincent aveva denunciato più volte le sofferenze della popolazione Nande causate dalla presenza nel Territorio di Beni di diversi gruppi armati dediti allo sfruttamento illegale del coltan (minerale usato nella fabbricazione di componenti elettronici per apparecchi elettronici), spesso con la connivenza dell’esercito regolare.

Il religioso era nato nel 1965. A 17 anni era entrato nella Congregazione degli Assunzionisti. Dopo aver completato gli studi in Francia fu ordinato ad Angers nel 1994. Ha insegnato al seminario di Kinshasa ed ha conseguito un dottorato all’Università di Boston in risoluzione dei conflitti.

Sempre domenica 20 marzo, un sacerdote dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Padri Caracciolini) è stato ferito gravemente in un agguato stradale a Katwiguru, 30 km da Rutshuru, nell’est della Rdc.

Fonte: zenit.org. 23/03/2016

Donne e uomini di misericordia

1_uominidonne24 marzo 2016: Una commossa memoria ci ha accompagnato in questa Ventesima giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari e delle missionarie martiri.

Istituita or sono vent’anni ricorda il giorno in cui mons. Oscar Arnulfo Romero, vescovo di san Salvador, a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare del suo Paese, fu ucciso da un cecchino degli squadroni della morte mentre stava celebrando la messa nella cappella di un ospedale. Ne abbiamo fatto una commossa memoria perché è giusto, doveroso e gratificante farne memoria in questo giubileo e definirli – come è stato fatto – “Donne e uomini di misericordia”.

Negli ultimi anni il numero dei martiri è andato crescendo. Domenica scorsa – 20 marzo – fu ucciso in Congo il padre assunzionista Vincent Machozi; il 4 marzo furono massacrate nel loro convento ad Aden nello Yemen, quattro Missionarie della carità (suore di Madre Teresa) con altre dodici persone, tutte dedite gioiosamente, pur nella fatica, all’affettuosa assistenza ad anziani e disabili. Nella stessa occasione fu rapito padre Tom Uzhunnalil, sacerdote indiano salesiano e di lui ancora nessuna notizia.

E’ una gloriosa ininterrotta catena di martiri – ripetiamo – che va crescendo di anello in anello: nel 2015 sono stati 22 gli operatori pastorali uccisi nel mondo; dal 1980 allo scorso anno, sono state 1.084 le vittime – sacerdoti, religiosi, suore e laici – solo i casi accertati e di cui si è avuta notizia. Il martiro è testimonianza di fedeltà, di autenticità di vita; di scelte audaci, di opzioni coraggiose al limite della consapevolezza. Tutti questi nostri martiri conoscevano l’ambiguità della loro situazione, le pericolosità inserite nella loro vita e nello loro azioni di servizio disinteressato, e non si va e non ci si espone alla morte senza una profonda vera vita di fede, di speranza, di amore; senza un ideale che supera gli orizzonti soltanto umani.

“Amando fino alla fine” è stato il tema proposto per questo 24 marzo, perché nel primo giovedì santo della storia – scrive Giovanni nel suo Vangelo – “Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”, li amò sino all’stremo del dono di sé, senza riserve, a quell’estremo a cui lo voleva il Padre per la nostra salvezza.

I martiri, i nostri martiri di oggi, anche in forza della grazia del Battesimo, sono lì a testimoniare che vale la pena offrire la propria vita, in piena gratuità giorno dopo giorno e notte dopo notte, se necessario, perché altri abbiano vita, vivano in salute, in condizioni realisticamente e possibilmente umane, secondo la diversità delle situazioni.

I ‘rinati dal Battesimo’, noi – cristiani – sappiamo che il male e la morte non hanno l’ultima parola. Secondo papa Francesco i martiri «ci fanno comprendere che nelle prove accettate a causa della fede, la violenza è sconfitta dall’amore, la morte dalla vita». E si augura che “il sacrificio dei martiri rafforzi l’impegno per la libertà di fede. (B.M.)

Sinodo panortodosso

IC_sinodopan1“I tempi sono critici e l’unità della Chiesa deve costituire l’esempio di unità dell’umanità, lacerata dalle divisioni e dai conflitti”. Così ha scritto il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I – al secolo Dimitrios Archondonis.- nell’Enciclica patriarcale e sinodale sulla prossima convocazione del Santo e grande Sinodo della Chiesa ortodossa, che è stata letta in tutte le chiese domenica 20 marzo, domenica dell’Ortodossia, grande Festa della Chiesa Ortodossa.

Il Patriarca nella sua lettera esprime il desiderio e l‘augurio che esso sia un segno in cui si dimostra che “la Chiesa ortodossa è una, santa, cattolica e apostolica, unita nei misteri e naturalmente nella divina eucarestia e nella fede ortodossa, ma anche nella sinodalità”.

In vista di esso e per un esito possibilmente ottimo è stato preparato per un lungo periodo di tempo, attraverso una serie di Commissioni preparatorie e Conferenze presinodali. Si voleva che i documenti che avrebbero riportato “le varie decisioni trasparissero all’unisono, e il suo motivo, perché si esprima ‘con una sola voce e con un sol cuore’”.

I temi di cui si occuperà il Sinodo sono “principalmente relativi a problemi della struttura e della vita esteriore della Chiesa ortodossa, che hanno bisogno di un immediato riassetto, come i temi riguardanti le relazioni dell’Ortodossia con il restante mondo Cristiano e la missione della Chiesa nella nostra epoca”. Egli, anche attraverso i molti e significativi viaggi a livello internazionale ha avuto la possibilità di conoscere le varie realtà umane, sociali, politiche ece di quelle riguardanti particolarmente la Chiesa ortodossa. Egli è convinto che “il mondo attende di udire la voce della Chiesa ortodossa su molti dei problemi che scottano, che riguardano l’uomo di oggi. Ma si ritiene necessario che la Chiesa ortodossa riassetti innanzitutto le cose di casa propria, prima di esprimere una parola al mondo, fatto che non ha cessato di essere considerato un suo dovere”.

Il Patriarca conclude il suo messaggio con un augurio e una preghiera: “Il fatto che l’ortodossia, dopo il passare di tanti secoli, esprima la sua sinodalità sul piano mondiale costituisce il primo e decisivo passo da cui si attende che, attraverso la grazia di Dio, non molto dopo ne seguano altri, attraverso la convocazione, se Dio vuole, di altri Sinodi Panortodossi… Annunciando queste cose a tutta la Chiesa ortodossa attraverso il mondo – conclude il Patriarca – auguriamo che il Signore Dio doni alla Sua Chiesa e a tutti voi abbondante grazia e benedizione e dia a tutto il mondo la pace sempre e in ogni modo”.

Questo Sinodo si celebrerà a Creta nei giorni 16-27 giugno 2016 e vi parteciperanno i responsabili di tutte Chiese autocefale. L’isola è stata scelta perché è sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli e presenta tutte le condizioni più favorevoli per un incontro di queste dimensioni e finalità. Un Concilio di queste dimensioni e obiettivi, effettivamente, non veniva convocato da oltre mille anni e ha esigiti tempi e modalità di preparazione molto lunghi, intensi; i preparativi hanno avuto inizi or sono decenni.

Il patriarca di Costantinopoli e viene riconosciuto come unico patriarca di Costantinopoli anche dalla Chiesa cattolica. La sede del Patriarcato è la Cattedrale di San Giorgio, nel Fanar, il quartiere greco di Istanbul. In Italia il Patriarcato è rappresentato dall’arcidiocesi ortodossa d’Italia. (B.M.)