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Istantanee

Instagram con il nome Franciscus

IC_papa1Dopo l’apprezzata esperienza dell’account Twitter @Pontifex, con oltre 25 milioni di seguaci in nove lingue, viene avviata una nuova forma di presenza social. A dare il via alla nuova esperienza è lo stesso Pontefice. Mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, spiega il perché di questa scelta

Papa Francesco sbarca su Instagram con il nome “Franciscus”. Dopo l’apprezzata esperienza dell’account Twitter @Pontifex (in nove lingue), inaugurato da Benedetto XVI il 12 dicembre 2012 – ormai conta oltre 25 milioni di follower -, è stata avviata il 19 marzo c.a. una nuova forma di presenza nelle reti sociali. A dare il via alla nuova esperienza, come nel 2012, è lo stesso Pontefice.

La foto scelta: Papa Francesco con il pastorale.

Già, perché Instagram è un social network che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri, e condividerle su numerosi altri servizi social. Una nuova frontiera, quindi, che permetterà di condividere le immagini e di raggiungere i più giovani, visto l’alto gradimento che questo social riscuote tra di loro. Ma non solo…

Il significato di questa presenza. “Il grande apprezzamento che, nella Chiesa e nel mondo, ha avuto l’account Twitter – ci spiega monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede – ci ha fatto capire che la presenza del Santo Padre nelle reti sociali, con la sua tenerezza e la sua parola di misericordia, fa tanto bene a tutti. Per questo, abbiamo proposto al Papa un’altra strada per diffondere tenerezza e misericordia: l’immagine.

Perché la data del 19 marzo? “È un giorno molto bello e importante – risponde Viganò – e racchiude in sé diversi significati. Prima di tutto, il 19 marzo ricorre la solennità di san Giuseppe, sposo di Maria e patrono della Chiesa universale. Una figura, quella di Giuseppe, cui Papa Francesco ha più volte detto d’ispirarsi. Ricordiamo ancora la confidenza fatta alle famiglie filippine incontrate il 16 gennaio 2015 a Manila, quando il Santo Padre disse di avere sul suo tavolo un’immagine di san Giuseppe che dorme, sotto la quale è solito mettere, di tanto in tanto, un foglietto con su scritto il problema che lo angustia, perché Giuseppe lo sogni e preghi per la sua soluzione”.

In questo giorno, aggiunge il prefetto, “ricorre anche il terzo anniversario dell’inizio del ministero petrino di Papa Francesco. Era il 19 marzo 2013 e, dopo appena sei giorni dall’elezione, delineava in maniera chiara a tutta la Chiesa il suo programma pastorale: il servizio. ‘Non dimentichiamo mai – affermava tra l’altro nell’omelia spiegando il senso del ministero del vescovo di Roma – che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce”.

Infine, sempre il 19 marzo, “viene celebrata in molti Paesi del mondo la festa del papà, figura legata inscindibilmente al difficile compito dell’educare”.

Come funzionerà il profilo “Franciscus”? “Instagram – puntualizza il prefetto della Segreteria – non è una biblioteca, in cui il primo giorno è possibile trovare tutto, ma è un racconto in divenire.

Sul profilo, appena attivato, c’è una foto (successiva a quella del lancio dell’account) scelta direttamente dal Santo Padre. È un’immagine che lo ritrae con il pastorale, segno del ministero del pastore che ha cura del suo gregge

L’augurio – conclude monsignor Viganò, prendendo a prestito le parole del Papa nella Bolla d’indizione del Giubileo della misericordia (Misericordiae Vultus, 23) – è che la presenza in questo social, avviata nell’Anno Santo, “ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci”.

D’altronde, ricorda sempre Papa Francesco, “comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza”.

Fonte: agensir.ir, 19/03/2016

 

 

Porta Santa portatile

IC_porta1Una “Porta della misericordia portatile” per permettere a tutti coloro che non possono muoversi, come gli ammalati e gli anziani, di vivere pienamente il Giubileo, passando la Porta Santa. Questa la singolare iniziativa di mons. Peter Brignall, vescovo di Wrexham, nel Regno Unito, ideata per andare incontro alla popolazione locale.

Permettere a tutti di ricevere la misericordia del Padre

Come spiega una nota della diocesi, infatti, tra i fedeli di Wrexham ci sono molti anziani e ammalati che non sono in grado di raggiungere la Cattedrale locale per attraversare la Porta Santa e ottenere così l’indulgenza giubilare. Per questo, il presule ha invertito il percorso: è la Porta Santa a raggiungere i fedeli, permettendo a tutti di “ricevere la misericordia del Padre”. La struttura è composta da un semplice architrave bianco, sul quale campeggia la scritta “Misericordia”; viene trasportata su un piccolo carrello, agganciato a un’autovettura.

In linea con il “Giubileo diffuso” voluto dal Papa

In questo modo, la diocesi di Wrexham rispecchia pienamente l’indicazione di Papa Francesco di rendere l’attuale Anno Santo della misericordia “un Giubileo diffuso”, in cui ci sia la possibilità di aprire una Porta Santa in tutte le diocesi del mondo. Un concetto che il Pontefice ha ribadito più volte, non ultimo all’udienza generale del 18 novembre 2015, intitolata proprio “La porta dell’accoglienza”. In quell’occasione, il Papa ha infatti affermato: “Se la porta della misericordia di Dio è sempre aperta, anche le porte delle nostre chiese, delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre istituzioni, delle nostre diocesi, devono essere aperte perché così tutti possiamo uscire a portare questa misericordia di Dio”. (I.P.)

Fonte: Radiogiornale vaticano, 20.03.2016

In memoria

IC_maria in trastevere1Carissimo/a

anche quest’anno, nel cuore della Settimana Santa, vogliamo ritrovarci insieme per celebrare la memoria di coloro che, religiosi e laici, hanno dato la vita per il Vangelo e per la testimonianza della carità. Viviamo in tempi difficili, di guerra e di violenza. La sofferenza stringe ancora la vita di tanti e i cristiani, in molte parti del mondo, pagano con la vita il loro attaccamento al Vangelo della misericordia e dell’amore dei nemici. Pensiamo in particolare alle antiche comunità cristiane del Medio Oriente che, sono oggetto di persecuzione, nel turbine di un conflitto che ancora nessuno sembra avere la forza di fermare. Questi nostri fratelli e sorelle, come le quattro suore Missionarie della Carità uccise nello Yemen lo scorso 4 marzo, malgrado l’ostilità e la violenza attorno, non hanno rinunciato a vivere in modo mite e disarmato la loro fede e hanno testimoniato a tutti che l’amore è più forte della morte. Essi ci aiutano a cercare con maggior spirito evangelico il dono prezioso della pace. Per questo ne celebreremo il ricordo nell’ormai tradizionale e caro appuntamento della Preghiera ecumenica in memoria dei testimoni della fede il Martedì santo. Quest’anno la celebrazione avrà luogo martedì 22 marzo, alle ore 18.30, nella basilica di Santa Maria in Trastevere. La solenne Liturgia della Parola sarà presieduta da S.E. il Cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero. Nell’attesa di incontrarci estendiamo a lei e a tutti voi l’invito, certi che la partecipazione alla veglia di preghiera farà risplendere ancora di più il legame che ci unisce a questa grande schiera di testimoni, uomini e donne delle Beatitudini. In Cristo.

Marco Gnavi

Luigi Gaetani OCD – Presidente Nazionale CISM

Mauro Johri – Presidente USG

Madre Regina Cesarato – Presidente USMI nazionale

Carmen Sammut – Presidente UISG

Memoria e impegno

IC_mafia1Si svolgerà il 21 marzo c.a.a Messina e in contemporanea in tanti luoghi in tutta Italia la XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie “Ponti di memoria, Luoghi di impegno”.

Come ogni anno, nel primo giorno di primavera, simbolo di rinascita, la rete di Libera, gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e tanti cittadini, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritroveranno in tanti luoghi, per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie, creando in tutto il Paese un ideale filo di memoria, quella memoria responsabile che dal ricordo può generare impegno e giustizia nel presente.

La lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, nello stesso giorno, alla stessa ora unirà Messina con i tanti luoghi in tutta Italia.

Visita il sito: http://www.memoriaeimpegno.it/

 

Vivere con sapienza l’età di mezzo

Sabato 12 marzo, abbiamo vissuto un interessante pomeriggio presso la sede USMI di Roma, via Zanardelli.

Suor Fernanda Barbiero, direttrice della rivista “Consacrazione e servizio” organizzatrice dell’incontro ha presentato le relatrici: la dottoressa Enza Annunziata, specialista in oncologia e dirigente medico dell’ospedale Cristo Re di Roma, e madre Camilla Zani, già superiora generale delle Suore adoratrici di Rivolta d’Adda.

Con l’immagine evangelica della dramma perduta la dottoressa Annunziata ha dato inizio alla sua relazione. Ecco una breve sintesi: “Dio è colui che mette in disordine la nostra casa nell’età di mezzo per farci incontrare la dramma, cioè la sorgente del nostro pozzo, per scoprire ciò che è essenziale. Rimuovere e riordinare ciò che c’era in noi fino a quel momento, per riscoprire ciò che ci abita e unificarci per poter guardare oltre. Si tratta di una purificazione che conduce ad una nuova profondità di vita, per costruire un ponte tra ciò che siamo stati e ciò che siamo chiamati ad essere alla luce della fede”.

Madre Camilla nel suo intervento ci ha offerto un itinerario di vita molto concreto. Ci ha fatte partire dal “distogliere lo sguardo dalla vanità per fondare la nostra vita sulla verità che è Cristo”, dunque anzitutto un cambio di visione per poter “accogliere il respiro del Risorto come i discepoli sui quali soffia lo Spirito della Risurrezione”. In tal modo possiamo davvero “abitare la vita”, starci dentro senza subirla, ma prendendoci cura per farla fiorire in sapienza; “trasfigurare le relazioni fraterne e trasformare la croce della vita fraterna in rugiada, come il mattino di Pasqua”, in profumo di misericordia e, per citare San Serafino di Sarov, “custodire la pace interiore per essere dono di salvezza per tutti”.

Allora la vita nella stagione che ci è data di vivere è profumo, è buon odore di Cristo; allora “tutto diventa bellezza e si raggiunge la sapienza”, perché “la sapienza coincide con l’avere il pensiero di Cristo!” (O.B.)

click-to-pray-quando-la-tecnologia-aiuta-la-preghiera

clicÈ stato presentato a Radio Vaticana, in occasione delle 24 ore per il Signore, la nuova versione della piattaforma digitale Click to Pray – Clicca per pregare.

La Rete mondiale di preghiera del Papa ha affidato ai gesuiti l’iniziativa religioso-telematica, che permette di pregare secondo le intenzioni del Santo Padre ed è stata realizzata in collaborazione con l’agenzia La Machi.

“All’inizio si trattava di una iniziativa indirizzata ai giovani dell’Apostolato della preghiera del Portogallo, che ha ricevuto più di 80 mila adesioni per questa applicazione”, ha spiegato a Radio Vaticana padre Frédéric Fornos sj, direttore internazionale dell’Apostolato della preghiera e del suo ramo giovanile. Poi, durante la preparazione del Giubileo della Misericordia – ha proseguito il gesuita – nel quale – come sappiamo – si chiede ai pellegrini di pregare per le intenzioni del Santo Padre, abbiamo pensato di trasformarla in una applicazione internazionale per la rete mondiale di preghiera del Papa, così da aiutare i pellegrini a pregare con il Pontefice per le grandi sfide dell’umanità e della missione della Chiesa, in quest’Anno della Misericordia”.

Click to Pray non è unicamente un’applicazione per iPhone, Android o Windows Phone, ma anche per Facebook, Twitter, Youtube ed avrà una newsletter ed anche un blog, ha spiegato padre Fornos.

Lanciato inizialmente in inglese, francese, spagnolo e portoghese, sarà presto disponibile in altre lingue, a partire dall’italiano, poi presto anche cinese, coreano e indonesiano.

L’app permette di pregare tre volte al giorno (lodi del mattino, mezzogiorno e bilancio serale della giornata), con la possibilità di ricevere una notifica per l’ora della preghiera, oltre che di scrivere la propria intenzione di preghiera.

Fonte: zenit.org

Il Nobel a Lesbo e Lampedusa

Lampedusas_Lesbo2Diamo il premio Nobel per la pace alle comunità di Lampedusa e di Lesbo…”, queste le parole che il regista Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro al festival di Berlino, ha voluto dedicare a due comunità che sono diventate il simbolo della solidarietà, della inclusione, della accoglienza verso chi fugge da fame, guerra e terrore.

Il suo film “Fuocoammare” è un’opera tragica, disperata, ma illuminata non solo dal fuoco della violenza e dell’odio, ma anche dalla luce della passione civile e della dignità umana.

Passione e dignità che unisce chi rischia la morte pur di garantire un futuro a sé e ai propri cari e chi, tra mille difficoltà, apre loro le braccia, li salva dalle onde del mare, li accoglie nel primo impatto con una terra straniera.

Non casualmente questo film, nelle prossime ore, sarà proiettato anche a Lampedusa, nella piccola sala realizzata da Rai Cinema e sarà così visto da chi, senza essere attore, quelle scene le ha vissute e le vive ogni giorno, da testimone e, spesso, da protagonista, come pescatore, come sommozzatore, come medico o infermiere, come amministratore, come prete, come cittadino che apre una porta o magari si limita a regalare il primo sorriso.

L’idea di Rosi, bella e civile, è quella di dare il Nobel per la pace alle isole di Lampedusa e di Lesbo e alle loro comunità.

Non sappiamo se questa proposta troverà il giusto ascolto nelle austere stanze di chi dovrà dare il giudizio finale, ma sicuramente merita di essere ripresa, condivisa, rilanciata, anche e soprattutto da chi, come questa rete, ha fatto dell’impegno per la solidarietà, l’accoglienza, l’inclusione, un solido punto di riferimento etico ed editoriale.

Sarà appena il caso di ricordare che Papa Francesco ha iniziato il suo viaggio recandosi a Lampedusa e ad Assisi, e ha ogni giorno ripetuto il suo appello a costruire i ponti e a superare i muri.

Le comunità di Lampedusa e di Lesbo, insieme a tante altre, sono state e sono la quotidiana rappresentazione di chi, fisicamente e spiritualmente, ha raccolto quelle parole e le ha trasformate in una pratica quotidiana grazie anche all’impegno di amministratori, come il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che non hanno mai ceduto alla demagogia di chi, pur di guadagnare facili consensi, non esita a cavalcare razzismo, xenofobia, disperazione sociale.

Non sappiamo se quel Nobel per la pace prenderà mai la strada di Lampedusa e Lesbo, ma sicuramente l’appello di Gianfranco Rosi può essere raccolto, se lo vorranno, da questo sito, dalla Federazione della stampa, dalla associazione Articolo 21, dalla rete Illuminare le periferie del mondo, dalla Tavola della pace.

Nel prossimo mese di aprile Assisi ospiterà il meeting dei giovani, migliaia di ragazze e di ragazzi, con i loro insegnanti, si ritroveranno per discutere di pace, di informazione, di solidarietà, di integrazione; perché non proiettare ” Fuocoammare” davanti alla Basilica di San Francesco, magari a pochi metri da quel barcone arrivato da Lampedusa e che i frati del Sacro Convento hanno voluto mettere a pochi metri dalla tomba del Santo?

Ai rappresentanti di Lampedusa e Lesbo, tutti insieme, potremmo donare quell’olio sacro che, da secoli, rende omaggio a Francesco e incarna proprio i valori dell’accoglienza senza distinzioni di fede, condizione sociale, colore della pelle.

Giuseppe Giulietti

Fonte: www.illuminareleperiferie.it

 

Via Crucis “per le donne crocifisse”

A Roma “per le donne crocifisse”
Una Via crucis vivente straordinaria di solidarietà e preghiera lungo le vie della capitale, Venerdì 26 febbraio c. a., per pregare e riflettere sulle migliaia di donne e ragazzine che ogni giorno subiscono violenza da chi gestisce e sfrutta il mercato della prostituzione.

Il nuovo sito UISG

Il 19 febbraio c.a. è stato lanciato il nuovo sito web in sei lingue dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali: www.uisg.org. Uno spazio necessario per le 1860 Superiore Generali, membri della UISG, per accedere a informazioni aggiornate, ultime notizie e documenti dell’Unione.
Il sito www.uisg.org risponde a un progetto più ampio di comunicazione che si sta sviluppando come risposta agli obiettivi del Piano Strategico della UISG 2015-2020, che mira ad “avere un sistema comunicativo efficace, sia internamente che esternamente”. A supportare il sito ci saranno le Reti sociali, in particolare Facebook e Twitter, la Newsletter e l’ormai storicoBollettino trimestrale.
Con queste parole l’impresa Vinci&Partners annuncia la realizzazione del nostro web: “La Vinci&Partners è lieta di presentare il nuovo sito dellaUISG International Union of Superiors General. Il sito, basato su#wordpress, è stato studiato eprogettato, nell’usabilità e nell’interfaccia grafica nei minimi dettagli, il risultato è un tema ad hoc minimale, intuitivo e moderno.
Il sito www.uisg.org offre, oltre ai documenti e alle informazioni istituzionali dell’Unione, una sezione NEWS aggiornata settimanalmente, un archivio dei Bollettini UISG, una pagina “download” dalla quale si possono scaricare articoli, brochure e relazioni. Particolare spazio verrà dedicato, nei prossimi mesi, al Giubileo della UISG e alla prossima Assemblea Plenaria di maggio 2016. Si provvederà, inoltre, a impostare un’area riservata alle Superiore generali per accedere a documenti privati e per comunicazioni dedicate.
Ci auguriamo, con le parole di Papa Francesco, che, con il vostro aiuto, il nostro sito contribuisca a un incontro fecondo tra Comunicazione e Misericordia: “L’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa. In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità.” (Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali 2016).
Patrizia Morgante
Communication Office