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Istantanee

Ti perdono

Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta,
perché appaia che questa potenza straordinaria
viene da Dio e non da noi2 Cor 4,7
Il Servizio Psicologico e Psicoterapeuticoa sostegno
della VITA CONSACRATA e SACERDOTALE “VASI DICRETA”
Per maggiori informazioni e iscrizione consultare: http://www.psicologiaevitaconsacrata.com/

I Congressi della Misericordia

In piena sintonia con il tema proposto per l’attuale anno giubilare, il Comitato dei Congressi della Misericordia ha messo in programma due incontri particolarmente impegnativi con i quali intendono portare ‘la testimonianza del cuore misericordioso di Gesù’ nel più ampio raggio possibile. Questi ‘incontri’, veri e propri Congressi, si terranno il primo – a livello europeo – a Roma dal 31 marzo al 4 aprile 2016, il secondo – a livello mondiale – nelle Filippine dal 16 al 20 gennaio 2017.
L’idea di dare vita a questa ‘opera di bene’ nata tra amici, il card. Polacco Dziwisz, il lituano Backis, il filippino Tagle, il francese Tauran, è maturata all’insegna della profonda devozione di san Giovanni Paolo II per la Divina Misericordia. Egli il 17 e 18 agosto 2002 in un discorso alla Polonia – quasi come addio alla propria patria – disse: “Quanto bisogno della misericordia di Dio ha bisogno il mondo di oggi? Da tutti i continenti sembra alzarsi l’invocazione della misericordia”. E annunciò di “affidare solennemente il mondo alla Divina Misericordia”.
I Congressi ai vari livelli – mondiali, continentali, nazionali, regionali – implicano la presenza e l’attività delle chiese locali. Interessano battezzati, atei, agnostici, politici, persone impegnate nell’ambito sociale. Tutti per il bene e la pace di tutti, perché il primo frutto del perdono è senz’altro la pace.
Il primo congresso a livello mondiale si tenne nel 2008 a Roma logicamente, “là dove il papa polacco ha vissuto e dove ha dato tanta testimonianza della sua misericordia”.
Gli ideatori hanno voluto dare all’iniziativa il nome con cui è definita ora – Congressi apostolici della Misericordia – perché non è soltanto o semplicemente tenerezza, pietà, compassione. E’ la carità, la misericordia che si esprime e attualizza, si rende visibile in opere. E’ l’attenzione per chi si trova in situazione di particolare difficoltà, come, oggi, i profughi, gli emigranti od immigranti, i rifugiati che possono aver vissuto guerre o subito sofferenze, disagi, fatiche enormi. Le barriere, i muri, le frontiere, non ci devono essere più né ora né mai e in nessun Paese dell’intero globo. Non devono tornare le barriere, i muri, le frontiere di anni trascorsi che hanno provocato vere tragedie. Una grossa sfida per l’Europa che corre il rischio di un nuovo ‘egoista’ nazionalismo.
Il programma per il Congresso che si terrà a Roma prevede la veglia di preghiera di sabato 2 aprile in Piazza san Pietro con la presenza del Pontefice e la Messa presieduta da lui nella domenica della Misericordia il 3 aprile.
Per venerdì 1° aprile è prevista – soprattutto per coloro che non provengono dall’Italia – una notte di riconciliazione. Il perdono è la dimensione più vera ed efficace della misericordia. Esso permetterà un incontro pienamente vero con il Signore Gesù e da allora la vita di ognuno potrà essere dispensatrice di pace. (B.M.)

La gestione delle opere

La fedeltà creativa al carisma e le esigenze dell’economia.
Nel pomeriggio di sabato 23 gennaio c.a. e nell’intera giornata di domenica 24 c.a. si è svolto a Roma, nella sede dell’USMI Nazionale, il primo modulo del corso “La gestione delle opere” per consigli ed econome generali e provinciali.
In continuità con le “Linee orientative per la gestione dei beni” emanate dal Dicastero dei Religiosi, l’USMI con questo incontro in tre moduli vuole offrire un percorso di riflessione su alcuni nuclei tematici di grande attualità.
Le 56 partecipanti al corso hanno dimostrato molta gratitudine ai relatori: Luigino Bruni, Alessandra Smerilli e Marco Cabassi, per i temi trattati con particolare competenza e chiarezza.
Il secondo modulo è previsto per il 5 – 6 marzo c.a. e il terzo per il 7 – 8 maggio c.a.

Tavolo cura

Lunedì 25 gennaio, nella sede USMI Nazionale, si sono incontrate alcune congregazioni insieme a responsabili della CHARIS (rete nazionale di cooperative sociali specializzata nella collaborazione con le congregazioni religiose).
Il motivo dell’incontro è dato dalla ricerca intercongregazionale di soluzioni per la gestione di opere che accolgono Sorelle ammalate, in modo particolare per problemi di Alzheimer e Demenza Senile. Altri incontri sono previsti nel corrente anno per dare vita a iniziative condivise e sostenibili.
La CHARIS infatti si propone di costruire legami di reciprocità nei territori con le congregazioni religiose, sostenere la prosecuzione delle loro Opere secondo logiche di sussidiarietà e complementarietà.
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Festa di Congregazioni – Festa di Chiesa

Papa Francesco, il 22.01.2016, ha ricevuto in udienza il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. In questa occasione ha autorizzato il Dicastero a promulgare i decreti riguardanti tre nuovi Santi, otto Beati e due Venerabili. Alcuni di essi hanno una particolare relazione con Istituti religiosi.
· Verrà dichiarato ufficialmente ‘santo’ il beato Stanislao di Gesù Maria, di origine polacca, al secolo Giovanni Papczyński, vissuto nel 1600, fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Professore di retorica, ma anche maestro di vita spirituale, predicatore e confessore, dedito alle opere di misericordia. Per lui l’imitazione della vita evangelica di Maria era la fondamentale ‘forma del culto all’Immacolata Concezione’.
· Verranno dichiarati ufficialmente beati
– Francesco Maria Greco (1856-1931): sacerdote diocesano italiano, fondatore della Congregazione delle Suore Piccole Operarie dei Sacri Cuori che si fece promotore di oratori, associazioni e ospedali caritatevoli. Nella descrizione del loro carisma esse scrivono: “Contemplazione dei Sacri Cuori in specifica missione di evangelizzazione, di carità, rivolta soprattutto all’infanzia, alla fanciullezza, alla gioventù bisognosa di formazione umana e cristiana dei paesi italo-albanesi” (cfr. Annuario USMI, 2009).
– Elisabetta Sanna (1788-1857, laica italiana del Terzo Ordine di San Francesco e fu tra i primi membri dell’Unione dell’Apostolato Cattolico fondato da San Vincenzo Pallotti.
– Engelmar Unzeitig, di cui si riconosce il martirio: tedesco, nato nel 1911, sacerdote professo della Congregazione dei Missionari di Mariannhill, ucciso in odio alla fede il 2 marzo 1945, a Dachau.
Inoltre sono state riconosciute le virtù eroiche del Servo di Dio Arsenio da Trigolo (al secolo: Giuseppe Migliavacca -1849-1909), italiano, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fondatore della Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice. Il loro carisma è così definito: “Carisma della misericordia, operando in umiltà, carità e semplicità tra anziani, malati, handicappati, minori in difficoltà, scuole, opere parrocchiali, centri di accoglienza, tossicodipendenti, missioni e dove si operi per la maggior gloria di Dio” (cfr. Annuario USMI, 2009).
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L’USMI – sempre – partecipa a queste ‘feste di Congregazione’ che sono, in se stesse, ‘feste di Chiesa’. Si fa memoria di Santi, Beati o Venerabili, che nel loro tempo hanno vissuto in grado eroico la fede, la speranza, la carità; sono intervenuti nella società e nella Chiesa con ‘opere di misericordia’ che perdurano negli anni e hanno lasciato una testimonianza di vita che si prolunga nei secoli. (B.M.)

51° Congresso Eucaristico internazionale

Prossimamente avrà luogo un avvenimento che riguarda la vita di tutta Chiesa. Nei giorni 24-31 gennaio c.a. si terrà a Cebu nelle Filippine il 51° Congresso Eucaristico internazionale. Benedetto XVI, a chiusura del 50° Congresso, che si celebrava a Dublino, durante lastatio orbis, il 17 giugno 2012 ne fissava la data e il luogo: «si terrà nel 2016 nella città di Cebu! Al popolo delle Filippine invio il mio caloroso saluto e l’assicurazione della mia vicinanza nella pre­ghiera».
Ogni Congresso internazionale è chiamato ad essere ‘una fruttuosa esperienza spirituale di comunione con Cristo e con la Chiesa’. I pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che si riuniranno in quella città offriranno a tutta l’umanità ‘un segno autentico di fede e di carità nella comunione’. La Chiesa tutta prenderà maggiormente coscienza che l’Eucaristia è – come afferma il Concilio Vaticano II – ‘fonte e culmine’ della sua vita e della sua azione; è ’presenza reale e continuamente rinnovata del Mistero pasquale’. “La Chiesa vive dell’Eucaristia fin dalle sue origini. In essa trova la ragione della sua esistenza, la fonte inesauribile della sua santità, la forza dell’unità e il vincolo della comunione, l’impulso della sua vitalità evangelica, il principio della sua azione di evangelizzazione, la sorgente della carità e lo slancio della promozione umana, l’anticipo della sua gloria nel banchetto eterno delle Nozze dell’Agnello (cf.Ap19, 7-9)”.
Il tema proposto per questo prossimo Congresso è la sintesi di tutto ciò: «Cristo in voi, speranza della gloria». E’ tratto da quello stupendo testo biblico che è la Lettera di Paolo ai Colossesi (1,24-29) ed esprime chiaramente il nesso che esiste tra l’Eucarestia, la missione e la speranza cristiana. La missione della Chiesa ha la sua origine e la sua ragion d‘essere dall’Eucaristia, celebrata, pregata, vissuta. Sinteticamente e icasticamente un Fondatore – il beato don Giacomo Alberione – diceva: ”Tutto parte dal Tabernacolo”. Ed egli se ne intendeva di missionarietà. Tutte le Istituzioni da lui fondate hanno un accenno particolare all’universalità della missione della Chiesa, certo, ma con una squisita e quasi ossessiva insistenza sull’importanza della ‘dipendenza’ dal Cristo eucaristico.
Tuttavia questo Congresso dovrà porre un accento speciale sulla speranza, quella speranza che varca le soglie delle cose, del tempo e dei luoghi, la speranza cristiana. Oggi il mondo, noi tutti, abbiamo un accentuato bisogno di questa speranza. Abbiamo ‘bisogno di ascoltare il messaggio che ci viene dalla speranza posta in Gesù Cristo, e non in effimere ricchezze quali la fama, o altre evenienze passeggere. E questa speranza farà fuggire le tante paure che possono albergare nel nostro cuore e ci renderà gioiose testimoni di Lui, Cristo.
La scelta del luogo è caduta su Cebu perché ‘spazio umano ricco di fede’. Il territorio di Cebu fu raggiunto dall’esploratore spagnolo Ferdinando Magellano nel 1521. Oggi è una città con più di 4.000.000 di abitanti del quali il 90% sono cattolici. L’arcidiocesi consta di 144 parrocchie con 340 sacerdoti diocesani e 270 sacerdoti religiosi. (B.M.)

 

L’indifferenza non ci appartiene

Nella zona di Beir Onah, nella valle di Cremisan dove Israele sta costruendo il Muro di separazione, la mattina del giorno 11 gennaio 2016 sono andati i vescovi membri dell’Holy Land Coordination (Hlc), della quale fanno parte vescovi di USA, UE, Canada e Sud Africa. Li accompagnavano rappresentanti delle Chiese europee CEE e COMECE. Come presule italiano era presente mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto, membro italiano dell’Hlc. Quel ‘muro’ è contestato da molte famiglie perché parte di quei territori – con piantagioni di oliveti e frutteti – è di loro proprietà e da esse traggono il necessario per il proprio sostentamento.
Con le terre, i cristiani che vivono in quella zona rischiano di perdere quell’altro valore inalienabile che è la propria libertà.La schiavitù di qualsiasi tipo essa sia – politica, familiare, sociale – non fa piacere mai a nessuno, perché è una perfida ingiustizia.
Di fatto i vescovi – accompagnati da membri dell’associazione “St.Yves” che da anni assiste legalmente le famiglie davanti la Corte israeliana – si sono ritrovati di fronte a militari israeliani che hanno impedito loro l’accesso alla zona del Muro.
E’ un prolungamento di quella amarissima e sfuggente storia tra palestinesi e israeliani che vorremmo finisse davvero alla luce della giustizia, del mutuo rispetto, della vicendevole accoglienza e della opportuna intesa tra popoli diversi per origine, per storia, per ideali.
Che fare? Non restava che rivolgersi a Colui che è Padre di tutti: palestinesi, israeliti, cristiani, islamici, buddisti, atei. Per questo, soltanto dopo aver pregato insieme il Padre nostro, hanno preso la via del ritorno.
Ancora una volta la storia quotidiana ci interpella fortemente. Non possiamo e non vogliamo essere sorelle in fuga. L’indifferenza non ci appartiene. Ci sentiamo immerse – quasi affondare – in problematiche enormi, complesse e, allo stesso tempo, fortemente chiamate al servizio di una fraternità più grande, universale, che abbraccia tutti e tutte. Le religiose, unanimemente, esprimiamo la nostra solidarietà a quella porzione di popolo che si trova ai margini della espropriazione delle proprie terre e quindi spinta ad entrare in tempi di fame e di oppressione.
Portiamo anche questa amarissima situazione di nostri fatelli’ nel nostro cuore per offrirla anche noi in preghiera al Padre di tutti. E sia finalmente pace. (B.M.)

 

Una onorificenza e un rifiuto

Il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, nel mese di settembre del 2015, conferiva l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia a suor Bertilla Capra, Missionaria dell’Immacolata (PIME) – da 35 anni responsabile del Vimala Dermatological Centre di Mumbai (India) – “come segno di riconoscimento per il suo impegno nella clinica ospedaliera impegnata nella cura della lebbra, aids e tubercolosi”. Stesso riconoscimento anche per suor Anna Maria Capiluppi, membro dello stesso Istituto, “responsabile della ‘House of Charity’ di Mumbai, per la cura, l’amore e la dedizione verso i più deboli” (da AsiaNews).
Il carisma dell’Istitutocui appartengono suor Bertilla e suor Anna Maria è‘la viva passione di annunciare il regno di Dio a tutte le genti, annunciare Gesù Cristo a tutti i popoli,con le parole o con le opere al servizio di ogni povertà’.Cercano di‘rispondere alle domande di salute, di istruzione, di dignità, di significato, di amore che salgono dall’umanità’. E lo fanno con dispensari, lebbrosari, ospedali; scuole e ostelli, attività sociali, promozione della donna, lavoro con i giovani; predicazione, campi nei villaggi, catecumenati, catechesi, animazione missionaria… Altre cose le inventano, a seconda dei tempi e dei luoghi. L’icona evangelica ispiratrice di tanta e diversa attività è:Gesù l’Apostolo del Padre, seminatore e seme.
In questo momento per suor Bertilla, nata or sono 77 anni a Bagnatica (Bergamo), da 45 anni presente e operante in India, la situazione è diventata amara, preoccupante. In questi decenni ella ha lavorato con dedizione competente, disinteressata e lieta, con i lebbrosi, in una visione integrale della persona: non soltanto cure mediche, ma anche spirituali; ha seguito con specifica formazione le famiglie degli stessi malati e degli abitanti della zona, onde superare la irrazionale emarginazione nei confronti degli ammalati di lebbra. Inoltre “nel suo centro ella ospita un ottantina di adulti e 75 ragazze che studiano in un collegio annesso alla clinica” (cfr. Avvenire 02 01.2016).
La competente autorità locale ora le nega il rinnovo del visto di permanenza. Di fronte allo sconcerto dell’interessata, delle consorelle, di quanti hanno collaborato alle sue molteplici attività e dell’intero suo Istituto, le autorità indiane chiariscono che non si tratta di deportazione o di espulsione. Il visto, secondo il loro parere, è scaduto e non è rinnovabile perché ‘le regole sono cambiate’. Di quali ‘regole’ si tratti non è molto chiaro. A suor Bertilla sono stati rifiutati anche i tre ulteriori mesi di permanenza che ha richiesto per poter chiarire ogni cosa. Salvo cambiamenti dell’ultimo momento dovrebbe ‘rientrare immediatamente in Italia’…
Le religiose presenti in Italia – rappresentate dall’USMI – partecipano alla gioia di suor Bertilla, di suor Anna Maria e di tutto l’Istituto per la ben meritata ’onorificenza’; partecipano pienamente alla inattesa e certamente non voluta delusione causata dall’irrevocato ultimatum del governo locale. Sanno che il loro diuturno e pur faticoso impegno in quelle terre era un ‘testimoniare nel mondo la carità di Cristo’. (B.M.)

Un Giubileo istituzionale

“Far conoscere e amare Gesù con tutti i mezzi”, era il grande invito-appello con cui il venerabile p. Emmanuel d’Alzon sollecitava le Oblate dell’Assunzione, Istituto da lui fondato – or sono 150 anni – nel 1865 a Rochebelle, (Francia). Ben salde nella fede, ma anche molto competenti nel campo educativo, sociale e sanitario, esse svolgono già dai primi anni di vita la loro azione apostolica in nazioni diverse. E così continuano ora. Attualmente sono presenti e operanti in 25 Paesi su quattro continenti: Europa, America Latina, Asia, Africa. La loro spiritualità è centrata sull’amore di Gesù Cristo, della Vergine Maria, della Chiesa; da queste solidissime basi lo sguardo, l’amore, gli interessi possono aprirsi all’umanità intera. Il loro impegno si concretizza presso i più piccoli, gli emarginati nelle diverse realtà sociali ed ecclesiali in cui sono inserite. Sanno di essere a servizio dell’unità, della verità e della carità; intendono non rifiutare nulla delle situazioni in cui il loro impegno può risultare utile: insegnare nelle loro scuole, gestire i loro ospedali o dispensari; se necessario alla vita corrente e all’autofinanziamento, attendono anche alla coltivazione dei campi. Ma l’idealità di fondo è quella che fu anche di san Paolo: poter dire “vive in me Cristo”. Altrimenti ogni attività sarebbe semplicemente lavoro e non annuncio, né evangelizzazione. Sono coscienti che con il loro percorso giubilare ben organizzato e ben vissuto può sorgere un nuovo slancio apostolico a servizio del Regno.
L’USMI gode per questi 150 anni di ‘presenza’ fattiva e gioiosa nella Chiesa. Augura all’Istituto una sempre più intensa fedeltà ad un carisma che è davvero sempre attuale. (B.M.)

 

Pronti a partecipare?

Con una domanda in stile provocatorio, attraverso una ‘sfida mediatica’ diretta alle diocesi, il Servizio di pastorale giovanile della Cei concretamente invita tutti i giovani presenti in Italia a prepararsi per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, dal 25 al 31 luglio 2016. Tutte le diocesi sono stimolate a suscitare nei giovani interesse, entusiasmo per una iniziativa che dovrà lasciare in loro una nuova spinta per un cristianesimo esistenzialmente impegnato giorno dopo giorno. Il tema è lo stesso del Giubileo universale: «Misericordiosi come il Padre» (cfrMisericordiae Vultus, 13).
Papa Francesco – nel caldo messaggio diretto ai giovani, in data 15 agosto 2015, in cui chiariva alcuni concetti sulla misericordia secondo l’Antico e il Nuovo Testamento – li invitava a scegliere per i primi sette mesi del 2016 un’opera di misericordia corporale e una di misericordia spirituale. Tra l’altro diceva:
Carissimi giovani, Gesù misericordioso, ritratto nell’effigie venerata dal popolo di Dio nel santuario di Cracovia a Lui dedicato, vi aspetta. Lui si fida di voi e conta su di voi! Ha tante cose importanti da dire a ciascuno e a ciascuna di voi… Non abbiate paura di fissare i suoi occhi colmi di amore infinito nei vostri confronti e lasciatevi raggiungere dal suo sguardo misericordioso, pronto a perdonare ogni vostro peccato, uno sguardo capace di cambiare la vostra vita e di guarire le ferite delle vostre anime, uno sguardo che sazia la sete profonda che dimora nei vostri giovani cuori: sete di amore, di pace, di gioia, e di felicità vera. Venite a Lui e non abbiate paura! Venite per dirgli dal profondo dei vostri cuori: “Gesù confido in Te!”. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera, nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio, e da tanta disperazione.
Molte religiose in Italia hanno relazioni in vari modi – negli ambiti educativo, pastorale, familiare – con i giovani e le loro famiglie. Sapranno essere particolarmente presenti e creative in questi mesi anche in collaborazione con le singole e rispettive diocesi? (B.M.)