L’Anno della Vita Consacrata si avvia verso la conclusione, ma non l‘interesse della Chiesa verso di essa. Infatti la mattina del 14 dicembre c. a. il cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, insieme al segretario dello stesso dicastero, mons. José Rodríguez Carballo, ha presentato a giornalisti e confratelli la pubblicazione del documento “identità e missione del fratello religioso nella Chiesa”.
Destinatari di tale documento sono non soltanto le religiose, i religiosi o i sacerdoti ma tutti i credenti in Cristo. Esso si prefigge di far conoscere e apprezzare la propria vocazione a tutti, perché “la persona di Cristo è talmente ricca che ogni cristiano vive questa vocazione sottolineandone alcuni tratti specifici. Alcuni si identificano con Cristo dedicandosi al lavoro materiale per costruire il mondo, e renderlo più abitabile, dove la gente possa vivere in condizioni dignitose; altri annunciando la Buona Novella; esercitando il ministero sacerdotale; altri dedicandosi all’insegnamento o alla cura dei malati. Altri ancora identificandosi specialmente con Cristo, povero, casto e obbediente”.
Esiste però “un tratto distintivo della persona di Cristo che qualifica la missione e l’identità del fratello religioso ed è la fraternità, una esperienza che – ha sostenuto il Cardinale Prefetto – adesso dovremmo accentuare di più nel momento culturale, ecclesiastico, religioso di oggi”. Egli ha inoltre specificato: “Fraternità da condividere con i fratelli in comunità e tutto ciò vuol dire: relazioni armoniche tra fratelli, conoscenza reciproca, accettazione e amore, dialogo, stima vicendevole, mutuo appoggio, condivisione dei talenti, dimenticanza di sé, perdono, discernimento in comunità della volontà di Dio, collaborazione nella missione ecclesiale, aperture alle necessità della Chiesa e del mondo, e specie naturalmente ai più bisognosi”.
Inoltre ha aggiunto: “La fraternità dei religiosi fratelli non è autoreferenziale o rinchiusa in se stessa. È una fraternità per la missione, una fraternità in perfetta sintonia, come dice Papa Francesco, con la Chiesa in esodo, in uscita verso le periferie di questo mondo, con una Chiesa chiamata a lanciare ponti, aperta agli uomini contemporanei di ogni razza, cultura e credo”.
Mons. José Rodriguez Carballo, ricordando una Lettera scritta dal Papa – allora cardinale a Buenos Aires in tempo di crisi di vocazioni (anni ’70) – ha affermato: “Le vocazioni sono soprattutto questione di preghiera. Lo ha detto già il Signore, e quindi dobbiamo pregare”.
La settimana conclusiva dell’Anno della Vita Consacrata avrà luogo a Roma dal 28 gennaio al 2 febbraio 2016. Sono attesi per questa settimana a Roma 6 mila consacrati. (B.M.)