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Istantanee

Parole di papa Francesco ai Missionari Comboniani

logo_CombonianiIl 1° ottobre c. a. papa Francesco ha ricevuto i Missionari Comboniani del Cuore di Gesù riuniti per il loro Capitolo generale. Ha espresso loro e all’intero Istituto “la riconoscenza della Chiesa per il generoso servizio al Vangelo”. Ne ha poi delineato i termini: missionari perché “servitori e messaggeri del Vangelo, specialmente per coloro che non lo conoscono o lo hanno dimenticato”. Ha ricordato che all’inizio di ogni mandato c’è sempre l’iniziativa gratuita dell’amore di Dio che chiama “a stare con Lui e ad andare a predicare” (cfrMc3,14). La missione ha sempre una relazione personale con Cristo, radicata nel Battesimo, e, per alcuni, rafforzata dall’Ordinazione. Tutto ciò porta a vivere e ad agire con Cristo, per Cristo e in Cristo. Questa ‘vita’ – spiega il papa – “si vive e si alimenta soprattutto nella preghiera, nel rimanere presso il Signore, nell’adorazione, nel colloquio cuore a cuore con Lui”… e la relazione della missionead gentescon la Parola di Dio non si colloca tanto nell’ordine del «fare» quanto dell’«essere». La missione, per essere autentica, deve riferirsi e porre al centro la grazia di Cristo che scaturisce dalla Croce: credendo in Lui si può trasmettere la Parola di Dio che anima, sostiene e feconda l’impegno del missionario…”.

In quantoCombonianidel Cuore di Gesù,contribuiscono “con gioia alla missione della Chiesa, testimoniando il carisma di san Daniele Comboni, che trova un punto qualificante nell’amore misericordioso del Cuore di Cristo per gli uomini indifesi… In questo Cuore c’è la fonte della misericordia che salva e genera speranza”. Come consacrati a Dio per la missione, i comboniani sono “chiamati ad imitare Gesù misericordioso e mite”, ma anche ad andare “alle periferie della società per testimoniare la perseveranza dell’amore paziente e fedele… la giustizia e la pace, il rispetto e la dignità di ogni persona”.

Inoltre il papa ha ricordato l’esempio di tanti loro confratelli, “che hanno offerto la loro vita alla causa del Vangelo, disposti anche alla suprema testimonianza del sangue”.

 

Pietà e umiltà

Queste le caratteristiche principali di Madre Klara Ludwika Szeczesna, che domenica 27 settembre c.a. è stata elevata agli onori degli altari a Cracovia, nel santuario dedicato a san GiovanniMADRExISTANTANEE1 Paolo II. La religiosa polacca è stata cofondatrice della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù assieme a san Giuseppe Sebastiano Pelczar. La celebrazione, in rappresentanza del Santo Padre, è stata presieduta dal Card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi.

Il carisma dell’Istituto consiste “nella glorificazione del mistero del Sacro Cuore e nella diffusione dell’amore del Signore nella vita quotidiana attraverso il lavoro negli ospedali, negli asili e nelle scuole e attraverso la catechesi”. Un carisma vissuto sino all’eroismo da lei – prova ne è la beatificazione – e, alla luce di esso, formava e animava le giovani che man mano chiedevano di vivere la spiritualità e partecipare alla missione dell’Istituto. Già membri, aveva verso di loro ’una grande carità’. Ha scritto il card. Angelo Amato: “Verso le sue consorelle nutriva una profondo amore materno. Era disponibile ad accoglierle, consigliarle, seguirle, aiutarle. Si interessava della loro salute, dei loro bisogni, soprattutto quando erano ammalate”.

Preghiera intensa, assidua, vera, ascolto e confronto con la Parola, recezione dei sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, adorazione del Santissimo Sacramento hanno costituito il fondamento e il sostegno di una vita tutta dedita all’Istituto e a un continuo, fedele e solerte servizio al prossimo, qualsiasi fosse la situazione di fragilità in cui esso poteva trovarsi: poveri, anziani, ammalati, mancanti o carenti di formazione culturale, come i bambini, e i giovani.

“Tutto il cuore per Gesù” è stato lo slogan che ha guidato tutta la sua vita, ne ha permeato tutti gli spazi.

L’USMI partecipa intensamente alla gioia delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù. Augura loro un avvenire in sempre più profonda e vera fedeltà al carisma, in qualsiasi Paese esse siano presenti, e così in tutti sorga una società in cui fraternità e solidarietà sono la norma vincente.

 

Prendersi cura

 

Per un cammino condiviso tra Charis (Rete nazionale di consorzi e cooperative specializzata nella collaborazione con le congregazioni religiose) e le congregazioni religiose è stato istituito il TAVOLO CURA per il confronto e la progettazione nell’ambito della cura delle Religiose anziane e malate.
Il Tavolo è un’opportunità di:
– scambio di esperienze e buone prassi;
– condivisione di know how, strumenti operativi e modelli di gestione;
– approfondimento di tematiche di interesse comune, con il supporto di esperti;
– luogo di ideazione e progettazione condivisa di eventuali nuove azioni.
Il primo incontro di conoscenza e di scambio si è realizzato 23 settembre 2015 presso la Casa di Riposo Intercongregazionale di Roma, Via Trofarello 64.
Il prossimo incontro si effettuerà nella Sede USMI di Roma, via Zanardelli 32, nel mese di gennaio 2016.

PRENDERSI_CURA1

Giustizia climatica

Nelle Filippine l’Associazione dei Superiori Maggiori “ha invitato tutte le Congregazioni religiose del Paese a dotarsi di speciali uffici dedicati al cambiamento climatico e così coordinare la loro azione sul fronte dell’emergenza ambientale”. In una sua recente Assemblea essa – rispondendo così all’appello lanciato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’ – ha deciso di mettere la “giustizia climatica” tra le sue priorità sulla cura della casa comune. Con questa iniziativa essa intende seguire l’esempio della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), che, recentemente, ha istituito un Climate Change Desk e punta a creare un ufficio dedicato al cambiamento climatico in ciascuna Conferenza episcopale del continente. I nuovi uffici lavoreranno in stretta collaborazione con le associazioni cattoliche impegnate sul fronte ambientale e, in particolare, con il Global Catholic Climate Movement (Gccm), la rete cattolica globale sui cambiamenti climatici creata lo scorso gennaio in vista del Summit mondiale sul clima (Cop 21) che si terrà a Parigi il prossimo dicembre.
L’associazione si è inoltre impegnata a diffondere e far conoscere l’enciclica Laudato si’ tra i fedeli. “L’obiettivo – si legge nella dichiarazione – è di fare maturare una consapevolezza e una ‘spiritualità ecologica che siano inserite nel contesto dei carismi di ciascuna Congregazione religiosa’ e del loro impegno per l’ambiente, la gestione dei disastri, la buona governance, la lotta alla corruzione e la promozione della pace”.
Un coinvolgimento globale – ben organizzato – di ognuno e di tutti, delle comunità e dei singoli. Non basta più guardare al povero o alla famiglia indigente della porta accanto e al mendicante sul marciapiede sotto casa. Non bastano più – anche se sempre e comunque necessarie e non sopprimibili – le molteplici mense e le plurime case-famiglia. Lo sguardo, l’attenzione, l’impegno di tutti e di ognuno – anche soprattutto dei consacrati – hanno immancabilmente una ampiezza umano-cosmica. E’ ritornare all’eden, nei primordi della storia umana. Là dove il primo uomo scoperse con gioioso stupore e ferma attrattiva l’altro essere diverso e certamente simile a sé, ma soprattutto suo complementare, insieme chiamati valorare e custodire, lavorare, far produrre quello che oggi è definito da papa Francesco “casa comune”. Tutto è inscindibilmente legato a tutti e a tutto. Da allora. Tutte e tutti sciamo insieme – inscindibilmente – legati alla questione umano-ambientale. Uomo e ambiente dei e nei vari continenti perché tutti e tutto sia conforme a quell’iniziale mandato. (Da: Bollettino radiogiornale, 07.08.2015).