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Istantanee

Leopoldina1Le Sorelle della Sacra Famiglia sono in festa e con giustificata motivazione. Sabato 29 aprile c. a. la loro Fondatrice Leopoldina Naudet è stata inserita ufficialmente nell’albo dei Santi e Beati. Il card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi ha presieduto la celebrazione e al momento opportuno, ne ha tessuto una breve biografia e ha letto il decreto di beatificazione. Fin da giovae Leopoldina era dedita alla preghiera e alla carità con forte sensibilità per i poveri della zona.

A lei in un secondo momenti si sono unite altre giovani e hanno dato vita al nuovo istituto: Le sorelle della Sacra Famiglia. Così descrivono oggi il loro carisma e le loro attività: “Imitazione di Gesù cristo nella sacra Famiglia. Formazione umana e cristiana della gioventù, attività che promuovono la santificazione della famiglia, servizio pastorale parrocchiale, animazione di ritiri ed esercizi spirituali”.

L’USMI nazionale partecipa a questa giusta esultanza dell’Istituto. La nuova Beata, loro Fondatrice, conceda loro il dono di una sempre più consapevole fedeltà al carisma, ottenga dal Signore nuove vocazioni perché possano vivere il carisma anche nel futuro. Gesù ha detto: “I poveri li avrete sempre con voi”.

Il carisma delle sorelle della Sacra Famiglia sarà sempre necessario.

Non solo parolepanetteria1

Il problema del re-inserimento sociale degli ex carcerati è tema di dibattito da molto tempo. Dal 20 aprile u. s. presso le carceri di Rebibbia è stata posta in essere una un simpatica utilissima novità. E’ stato aperto il primo punto vendita di pane, pizza e gastronomia. Vi lavorano 8 detenuti ‘preparati’ in quanto hanno seguito corsi di panetteria e posseggono un regolare contratto di lavoro.

Per la prima volta in Italia un muro invalicabile di cinta di un carcere è stato sfondato: le distanze tra il quartiere e chi è dentro le mura si sono accorciate. Il carcere è diventato un ‘luogo piacevole’ dove si possono comprare ‘cose buone’. La panetteria porta la simpatica scritta: “La Terza bottega: fine pane mai” in contrasto con la scritta per le carceri dove risiedono gli ergastolani: “fine pena mai”. Il pane non deve finire mai per chi lo produce e neppure per lo mangia. Tutto ciò è stato possibile grazie all’intervento della Cassa delle ammende del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Il resto grazie ad un cofinanziamento con Panifici Lariano e Farchioni Olii, che pagano gli stipendi, le materie prime ed hanno completamente allestito il punto vendita. Una buona mano per la realizzazione del progetto la ha dato suor Primetta Antolini, della Congregazione Francescane Alcantarine, che ha come carisma principale i giovani e i poveri. Ella ha scoperto il mondo del carceri 20 anni fa e da allora non lo ha mai abbandonato. Vi dedica forze e tempo, intelligenza, astuzia i e iniziative concrete. Con la associazione “Mandorlo in fiore” ha dato vita e ha potuto portare a termine il progetto di questa felice novità presso il carcere di Rebibbia. Effettivamente “Tutti hanno diritto ad un percorso di rinascita per riprendersi la vita” ammette suor Primetta. Per questo lei e altri collaboratori hanno investito presso il ‘famoso’ carcere di Rebibbia creatività e realizzazioni,

fantasia e dedizione, ingegnosità e concretezza. Soprattutto vi hanno investito e investono amore. (B.M.)

gloria1TRASFORMATI DI GLORIA IN GLORIA

Queste parole di san Paolo sono riecheggiate più volte durante il Convegno per Juniores organizzato dall’USMI Nazionale nei giorni dal 3 al 7 aprile, a Sacrofano.

Le partecipanti, 135 suore di 35 Congregazioni diverse, varie anche per nazionalità di provenienza, hanno condiviso momenti di ascolto, riflessione e preghiera, guidate dal tema della vocazione cristiana quale “cammino progressivo e sempre più maturo nella consapevolezza del dono ricevuto”.

A questo ci ha condotto la riflessione di p. Jesus sul tema dell’adozione filiale a cui il Padre da sempre ci ha destinati (una “figliolanza preistorica”); p. Emanuele ci ha richiamati alla responsabilità della figliolanza “il giorno dopo la festa”: come leggere ogni esperienza alla luce dell’incontro con Cristo (“incontro assoluto”), e come dimorare nell’umanità di Gesù in qualsiasi situazione e circostanza.

Suor Renata (OFMI) ci ha poi accompagnato, attraverso la prassi della vita spirituale, a vedere l’esperienza della nostra umanità salvata interamente da Cristo, anche e soprattutto le “zone d’ombra”; un cammino da fare sempre “consegnandosi” ad una guida spirituale.

Suor Daniela ha mostrato come scrivere un’icona sia simbolo e paradigma del percorso dal buio alla luce che ciascuno di noi compie nello spirito, un “venire alla luce” che equivale a far emergere in noi l’immagine del Figlio “scritta sulla tavola del nostro essere dall’iconografo interiore che è lo Spirito Santo”.

Infine, il giovedì, nella mattinata di preghiera per riassaporare interiormente tutti i contenuti, suor Serenella ci ha guidati nella contemplazione della dolorosa convivenza tra il seme buono e la zizzania, per comprendere che all’origine c’è sempre il bene, e che la zizzania “non è volontà di Dio”, ma in essa “c’è una via che conduce a Dio”.

A chiusura del convegno abbiamo gustato la testimonianza, in parole e musica, di Anna e Gianluca con le figlie Lucy e Stella (cfr www.ilmondodilucy.com): non c’è buio che non possa essere vinto dalla luce della speranza, non c’è dolore che non possa essere fecondo di vita nuova.

È questa la normalità della vita cristiana, di chi vive la certezza che in Cristo risorto è racchiuso il senso di tutto. Perché nella Sua umanità, la nostra umanità è redenta, tutt’intera.

Nulla va perduto.

 

L’EQUIPE DEL CONVEGNO

Suor Daniela Tasca – Suore di Maria Consolatrice

Suor Serenella Contaldo – Orsoline FMI

Suor Renata Vincenzi – Orsoline FMI

Jesus Ramirez – OFM Conventuali

  1. Emanuele Rimoli – OFM Conventuali

Una “rivoluzione” a favore dei più piccoli

minori1“Arriva in ritardo, ma l’importante è che quei piccoli, da oggi, sono maggiormente tutelati”. E’ una affermazione di suor Neusa de Fatima Mariano, Superiora generale della Congregazione delle suore missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane.

Effettivamente il 29 marzo 2017 la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva la proposta di legge in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati.

La proposta di legge introduce una serie di modifiche alla normativa vigente in materia di minori stranieri non accompagnati (MNA) con la finalità di definire una disciplina unitaria organica sui minori stranieri non accompagnati, che al contempo rafforzi gli strumenti di tutela garantiti dall’ordinamento e cerchi di assicurare maggiore omogeneità nell’applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale. Nel corso del 2016 sono sbarcati sulle coste dell’Italia meridionale 25.846 minori stranieri non accompagnati dai loro genitori.

Conseguentemente, nel 2016 i minori non accompagnati giunti in Italia hanno costituito il 14,2% dei migranti sbarcati, mentre nel 2015 la stessa percentuale si è attestata all’8%. Riguardo all’età, il 56,6% è costituito da 17enni (9.827 tra ragazzi e ragazze). Sono 46 (0,3%) i minori di sei anni.

Le famiglie di origine preferiscono rimanere nei loro Paesi affrontando fatiche e disagi, ma vogliono che i loro figli abbiano un avvenire possibilmente felice.

L’USMI si complimenta con le suore missionarie di San Carlo Borromeo, dette familiarmente Scalabriniane, che sin dalla sua fondazione si occupano di migranti e anche di minori. Da tempo esse si erano impegnate perché tale ‘diritto’ venisse riconosciuto in Italia. (B.M.)

Monumenti illuminati di blu…autismo

…l’ormai prossimo 2 aprile, ma soprattutto volontari nelle piazze e molte altre iniziative dal Nord al Sud del nostro Paese, non esclusele scuole, e in tutto il mondo per dire a tutti e ad ognuno che l’autismo è una vero problema che dà vita ad altri problemi. Tutti siamo chiamati a prenderne visione e a renderci coscienti della gravità della situazione: chi ne soffre non va lasciato solo, mai.

Secondo dati statistici, un bambino su 68 soffre di sindrome dello spettro autistico e, anziché decrescere, il numero è in crescita. La farmacologia non è ancora stata capace di produrre farmaci che facciano al caso e le famiglie ne soffrono le conseguenze: isolamento e manicata assistenza. Pertanto applaudiamo all’iniziativa della X Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, istituita nel 2007 dall’ONU per accrescere la sensibilità collettiva: il prossimo due aprile in Italia il Palazzo del Quirinale e Montecitorio saranno illuminati in blu, come il Cristo Redentore di Rio de Janeiro, l’Empire State Building di New York, e altri monumenti significativi di altri Paesi e altre città.

In Italia l’iniziativa è sotto la protezione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) che “aiuterà a far diventare blu tutti i principali monumenti e piazze delle nostre città”.

In Italia ha svolto un ruolo importate potremmo dire il Ministero competente, quello dell’Istruzione che ha coinvolto nell’informazione le scuole così che “in ogni istituto siano promosse iniziative di conoscenza sul tema, con eventi che ospiteranno le associazioni delle persone con autismo e i loro familiari, o associazioni scientifiche di settore”.

Gli Istituti religiosi, molti dei quali gestiscono scuole ai vari livelli potranno certamente promuovere iniziative appropriate rispondenti alla situazione reale. (B.M.)

Cagliari2Rimettere il lavoro al centro

In pochi, ma densi termini è espressa la finalità della “48ª Settimana sociale dei cattolici italiani” (Cagliari, 26-29 ottobre 2017). Il giorno 23 marzo c. a. ne sono state presentate le “Linee di preparazione”. In esse è chiarito che questa settimana non intende essere “un convegno come tanti”, bensì la “tappa di un percorso, già cominciato nei mesi precedenti e destinato a continuare”. Gli organizzatori, con forte sensibilità per la situazione molto precaria del lavoro e dei lavoratori in Italia, intendono proporre “all’intera società italiana una direzione di marcia per contribuire a trovare una strada” che porti fuori “dalla crisi in cui versa da troppi anni”. Esprimono, in sintesi, vicinanza “a quanti soffrono per aver perso il lavoro o perché non riescono a trovarlo”, e intendono, insieme, “cercare soluzioni e avanzare proposte”.

Queste “linee di preparazione”, firmate dal presidente del Comitato scientifico e organizzatore, l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, e sono state, al termine della sessione primaverile del Consiglio permanente della CEI. Il tema specifico suona così: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”. Esso, ammettono gli organizzatori, risponde all’esigenza di “rimettere il lavoro al centro delle nostre preoccupazioni quotidiane a motivo dell’ineliminabile dimensione sociale dell’evangelizzazione”.

Nel testo vengono segnate alcune criticità già di per sé evidenti: il “gravissimo problema della disoccupazione giovanile” – che coinvolge 3 milioni di giovani, a cui si aggiunge la peggiore situazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni che “non studiano, non si formano e non lavorano” e di quanti hanno un “lavoro precario prestato irregolarmente… non protetto, non sicuro e non retribuito”. A tal riguardo, la nota pastorale afferma che “una gravità particolare riveste la situazione del Mezzogiorno” a cui è doveroso aggiungere la dimensione problematica connessa al lavoro femminile e alle sue implicanze sulla vita familiare. Altra problematica che verrà affrontata durante la settimana è la “distanza tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro” giacché il nostro Paese è intrappolato “in uno schematismo che, separando rigidamente il momento formativo da quello lavorativo, comporta un divario tra la domanda di competenze delle imprese e i profili in uscita da scuole e università”.

Altra particolare attenzione il documento la pone su l’innovazione tecnologica che mentre, “può aiutare a risolvere o mitigare i conflitti tra lavoro e ambiente nella cura della casa comune”, dall’altra parte – nota lo scritto – “per gestire queste nuove forme di lavoro sarà necessario, per il lavoratore, avere un equilibrio umano e spirituale solido”, perché “far coincidere nello stesso luogo il lavoro, gli equilibri relazionali, affettivi e familiari potrebbe essere un fattore di crisi”, come pure “una disordinata gestione del tempo potrebbe appiattire sul lavoro anche quei momenti di riposo mentale, di gratuità e di lucidità di cui la vita ha bisogno”.

Una settimana impegnativa, dunque, che merita tutta l’attenzione e l’interesse di chi per vocazione è chiamato in modo specifico a offrire il proprio apporto per una società sempre più matura e, pertanto, più giusta (B.M.).

Mayr2Oggetto di persecuzione e segno di contraddizione…

 …diventano tali i cristiani “quando si mostrano veramente lievito, luce e sale della Terra come Gesù”. Così è stato quel cristiano del secolo scorso dal cognome tedesco Giuseppe Mayr-Nusser. Nato a Bolzano nel 1010, a 24 anni “fu eletto presidente dell’Azione Cattolica di Trento e nel 1939 presidente della nuova Conferenza di San Vincenzo fondata a Bolzano. La sua giornata era imperniata su “Messa quotidiana, rosario quotidiano, servizio ai poveri e lavoro”. Sposato, ebbe un figlio. Nel 1944, perché di lingua tedesca fu obbligato ad arruolarsi nelle SS e, presente nel campo di addestramento a Konitz, gli fu chiesto di prestare giuramento al nazionalsocialismo ed egli, in fedeltà al suo ‘credo’, si rifiutò. Sarà condannato e morirà durante il viaggio verso il campo di concentramento. Il suo coraggio, la sua eroica fedeltà al Vangelo erano frutto di una assidua vita cristiana maturata anche in forza della lettura e meditazione di libri di alto valore culturale cristiano: le opere di san Tommaso, di Romano Guardini, in modo speciale delle Lettere che Tommaso Moro che – “come Gran Cancelliere di Inghilterra – aveva detto ‘no’ al suo sovrano per non rinnegare la propria identità cattolica”.

Questa ricchezza interiore, una vita cristiana di altissimo grado, gli “consentirono di dire ‘no’ a quanti gli chiedevano di andare contro la propria coscienza” votando fedeltà al nazionalsocialismo. E ora la Chiesa tutta è in festa per lui. Personalità cristiana straordinaria nella concretezza della vita quotidiana è una testimonianza per tutti: laici e consacrati. Soprattutto oggi, quando vige sempre più il valore del denaro, del potere, del piacere fine  a se stesso.(B.M.)

 

 

 

twitter1Workshop in Vaticano su Twitter e diplomazia

«Dove sta l’uomo, lì sta anche la Chiesa, ecco perché il Papa è presente su Twitter e Instagram». È quanto affermato da mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, che ha introdotto il workshop Twitter Diplomacy at the Holy See, tenutosi in Vaticano. L’evento, promosso dall’ambasciata britannica presso la Santa Sede in collaborazione con il dicastero per la Comunicazione, ha riunito diplomatici e personalità che, in Vaticano e nella Chiesa, si occupano della comunicazione digitale in particolare su Twitter.

Durante l’incontro, sono state condivise esperienze su come sia cambiato il modo di comunicare, anche a livello istituzionale, dopo l’irrompere dei Social Network.

Particolare rilievo è stato dato, negli interventi dei partecipanti, al ruolo positivo che Papa Francesco sta offrendo quotidianamente attraverso il suo account @Pontifex, seguito da oltre 32 milioni di follower in 9 lingue. È un leader sui Social, è stata l’opinione condivisa, perché sa toccare la mente e il cuore intervenendo su tematiche di grande importanza per tutti, credenti e non.

Al via TuttixTutti

miniatura-tuttixtuttiQuest’anno vincono tutti. È lo slogan che promuove il concorso per le parrocchie TuttixTutti, promosso dalla C.E.I. a livello nazionale e nato dal grande successo di IfeelCUD, che si rinnova e diventa sempre più coinvolgente per le comunità locali.

Ogni parrocchia potrà parteciparvi iscrivendosi online su www.tuttixtutti.it, creando un gruppo di lavoro, ideando un progetto di solidarietà e organizzando un incontro formativo per promuovere il sostegno economico alla Chiesa cattolica. Tre le novità principali: il contributo per tutte le parrocchie che organizzeranno un incontro formativo secondo i criteri indicati nel bando; l’aumento del numero dei premi per i progetti di solidarietà, che passano da 8 a 10 da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15.000 euro e la raccolta dei CU non obbligatoria.

La novità più importante di questa edizione, espressa anche nello slogan, consiste proprio nel contributo, compreso tra i 1.000 e 2.000 euro, messo a disposizione di tutte le parrocchie iscritte che si impegneranno a formare i propri fedeli ai valori del sostegno economico alla Chiesa.

Si tratta di organizzare un incontro volto ad illustrare le modalità di sostegno economico alla Chiesa cattolica e mirato a promuoverne i valori che ne sono alla base come la trasparenza, la corresponsabilità, la comunione, la solidarietà.

L’incontro dovrà attenersi alle linee guida presenti nel regolamento e dovrà essere adeguatamente documentato mediante un servizio fotografico o un video da caricare online sul sito www.tuttixtutti.it entro il 31 maggio 2017.

La nuova formula dell’iniziativa non prevede, quindi, la raccolta dei CU tra la popolazione titolare di tale modello che, già a partire dallo scorso anno, era diventata auspicabile ma non vincolante ai fini del concorso.

“IfeelCud ha registrato un successo crescente, negli ultimi anni, con un notevole aumento delle parrocchie iscritte. Questo risultato positivo ci ha indotto – afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione della C.E.I. – a rinnovare il concorso che ha un nuovo nome TuttixTutti e un nuovo regolamento anche se la finalità non cambia: si premiano sempre i progetti di utilità sociale e si punta sulla ‘formazione al sostegno economico’ nelle parrocchie.”

Le parrocchie verranno premiate da un’apposita Giuria, composta dai membri del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica, che selezionerà i 10 progetti di solidarietà considerati più meritevoli secondo i criteri di valutazione pubblicati sul sito e valuterà la qualità degli incontri formativi realizzati.

“Il nostro concorso nazionale ha contribuito, in sei anni di storia, – prosegue Calabresi – alla realizzazione di decine di progetti di utilità sociale che spesso poi diventano risposte concrete ai bisogni delle famiglie in difficoltà, dei giovani e degli anziani. Penso in particolare ad alcune parrocchie in contesti sociali a rischio o caratterizzati da povertà e disoccupazione anche giovanile.

Anche lo scorso anno le parrocchie vincitrici hanno potuto avviare iniziative utili a tutta la comunità come nel caso del progetto presentato dalla Parrocchia Gesù Divin Salvatore di Roma, vincitore del 1° premio dell’edizione 2016, che ha già concluso una serie di corsi di formazione tecnico professionale per i giovani, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, in un quartiere periferico della Capitale con un alto tasso di disoccupazione o, tra le altre proposte, l’avviamento dell’orto sociale con l’utilizzo della coltivazione biologica pensato dalla Parrocchia Santi Cosma e Damiano di Acireale e l’apertura di uno sportello di microcredito, ideato dalla parrocchia Santi Andrea e Santa Rita di Trieste, rivolto a persone in difficoltà che, grazie ad un aiuto tempestivo, possono trovare una via d’uscita ai propri problemi economici”.
Per partecipare a TuttixTutti con la propria parrocchia quindi, basta ideare un progetto di solidarietà, organizzare un incontro formativo e iscriversi online sul sito www.tuttixtutti.it, in accordo con il parroco, a partire dal primo marzo. Il concorso si svolge dal 1 marzo al 31 maggio 2017.

Tutti gli approfondimenti sono disponibili su www.tuttixtutti.it e sulle pagine Facebook e Twitter.

Facebook: https://www.facebook.com/ConcorsoTuttixTutti

Twitter: https://twitter.com/CeiTuttixTutti

Dalla reazione all’azione papa

E’ il tema del VI Forum internazionale tenuto a Roma, dal 21 al 22 febbraio 2017 dallo Scalabrini International Migration Network (SIMN), dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede e dalla Konrad Adenauer Stitfung.
Vi hanno partecipato oltre 200 rappresentanti di organizzazioni internazionali, istituzioni, governi, mondo accademico, enti locali, centri di ricerca esperti in tema di migrazione, cooperazione internazionale e integrazione. A loro papa Francesco ha indicato un percorso chiaro tenendo presenti situazioni di precarietà proprie dell’umanità dell’oggi in diverse parti del nostro globo:
“La difesa dei «diritti inalienabili» delle persone, «la garanzia delle libertà fondamentali e il rispetto della loro dignità» sono «compiti da cui nessuno si può esimere»: è l’impegno richiesto alla comunità internazionale di fronte al dramma contemporaneo delle «migrazioni forzate, causate da conflitti, disastri naturali, persecuzioni, cambiamenti climatici, violenze, povertà estrema e condizioni di vita indegne».

I notiziari dei vari giornali cartacei, i  tele o radiogiornali presentano queste evidenti precarietà, alle quali è giusto e doveroso impegnarci tutti – ognuno secondo le sue possibilità e mansioni – perché “i flussi migratori contemporanei costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi”. Papa Francesco con la sua solita chiarezza e logicità ha proposto per questa missione umanitaria e cristiana quattro verbi:  Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Pertanto: urge superare l’indifferenza e “anteporre ai timori un generoso atteggiamento di accoglienza verso coloro che bussano alle nostre porte” e “aprire canali umanitari accessibili e sicuri”. Preceduto da un pre-forun riservato agli Enti religiosi il forum ha poi visto confrontarsi i vari rappresentanti  di governo, Enti ecclesiali, società civili e migranti. Sono state considerate varie situazioni con relative possibilità di soluzioni in Europa, Nord e Sud America. Per l’Europa sono state prese in considerazione Italia e Germania. Conclusione consigliata: fare ‘insieme’ il possibile perché sia data la garanzia al ‘diritto di non emigrare’. Altrimenti detto: tutti abbiano la possibilità di vivere nel proprio Paese, nella propria terra in modo dignitoso.(B.M.)