Via Giuseppe Zanardelli, 32

00186 Roma - Italia

+39 06 6840051

Fax +39 06 56561470 segreteria@usminazionale.it

Istantanee

L’arte a servizio della liturgia

cetra1“Sarà la bellezza a salvare il mondo!” Questa celebre frase di Dostoevskij viene coniugata nella vita e nell’apostolato delle Pie Discepole del Divin Maestro, una delle Congregazioni della Famiglia Paolina fondata dal beato G. Alberione. Di nuovo, nell’ottava di Pasqua, questa comunità religiosa ospiterà l’Assemblea dell’USMI Nazionale, in una cornice di accoglienza, di bellezza e di preghiera. Infatti solo in Gesù Cristo, Signore e Maestro risorto dai morti, l’umanità trova la possibilità radicale della bellezza che, nella vita cristiana, è rivelazione e comunicazione; dono di Dio e compito di ogni esistenza umana.

In questo Centro anche durante l’anno si realizzano iniziative di formazione all’arte per la liturgia, come il prossimo corso base di cetra (6-10 marzo 2017), di arte floreale, di iconografia, ecc. (www.sgmconferencecenter.it).

Nasce Televita

 

televita1E’ successo a Giacarta nell’Indonesia. Voluta dalla Commissione per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi, per ora è in streaming, ma è in programma ben presto la trasmissione su una frequenza satellitare. E’ stata denominata “Hidup TV”, dal termine “hidup” che significa “vita”.

Tutti i responsabili delle commissioni diocesane della comunicazione sociale ne sono stati informati e ogni diocesi avrà la possibilità di trasmettere attraverso di essa i propri programmi. Essa diventa così a livello nazionale una opportunità per l’evangelizzazione, la catechesi, la formazione umana e cristiana.

Scrive l’Agenzia Fides: “L’idea è dare alla Tv un volto soprattutto pastorale, facendone un supporto alla predicazione e alla catechesi. Si tratta di un progetto che nasce già come interdiocesano e che potrà diffondere notizie ed esperienze specifiche di ogni diocesi. Tutte le commissioni diocesane per le comunicazioni sociali potranno contribuire con produzioni e programmi di diversi formati: forum a filmati, documentari, musica che saranno trasmessi di Hiup Tv” .

Concretamente è “una iniziativa creativa per rispondere alle necessità dei fedeli, in un mondo segnato dallo sviluppo delle tecnologie dell’informazione”.

E’ la possibilità di realizzare quanto papa Francesco invoca per la prossima giornata delle comunicazioni sociali. Egli ha proposto come tema: “Non temere perché io sono con te (Is 43,5) Comunicare speranza nel nostro tempo”. Egli conclude il suo messaggio scrivendo:

“Chi, con fede, si lascia guidare dallo Spirito Santo diventa capace di discernere in ogni avvenimento ciò che accade tra Dio e l’umanità, riconoscendo come Egli stesso, nello scenario drammatico di questo mondo, stia componendo la trama di una storia di salvezza. Il filo con cui si tesse questa storia sacra è la speranza e il suo tessitore non è altri che lo Spirito Consolatore. La speranza è la più umile delle virtù, perché rimane nascosta nelle pieghe della vita, ma è simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta. Noi la alimentiamo leggendo sempre di nuovo la Buona Notizia, quel Vangelo che è stato “ristampato” in tantissime edizioni nelle vite dei santi, uomini e donne diventati icone dell’amore di Dio. Anche oggi è lo Spirito a seminare in noi il desiderio del Regno, attraverso tanti “canali” viventi, attraverso le persone che si lasciano condurre dalla Buona Notizia in mezzo al dramma della storia, e sono come dei fari nel buio di questo mondo, che illuminano la rotta e aprono sentieri nuovi di fiducia e speranza”. (B.M.).


La cultura-formazione “missionaria” si aggiorna

RivistaCon il 13 febbraio c.a. è ripartita la pubblicazione di Omnis Terra, che smette di essere una rivista solo della PUM, per diventare, nella sua unica versione multilingue online, rivista dei Segretariati Internazionali delle quattro Pontificie Opere Missionarie (POM), legata all’Agenzia di informazione FIDES. Nel corrente anno usciranno tre numeri in forma multilingue con l’intento di “far conoscere le ricchezze dell’esperienza cristiana e della riflessione teologica, spirituale, missionaria e pastorale delle Chiese particolari, dei loro centri di studi e di ricerca, sparsi nel mondo”.

Il primo numero è già consultabile on-line all’indirizzo http://omnisterra.fides.org oppure a partire dalla homepage del sito web dell’Agenzia Fides (www.fides.org) che ne cura la pubblicazione con il suo staff redazionale.

Omnis Terra vuole essere uno spazio dove far parlare la missione, le missioni, i loro protagonisti, ossia le Chiese locali nelle loro svariate componenti, assieme alla Chiesa Universale. L’analisi e la riflessione sulle questioni che, dal punto di vista culturale e sociale, costituiscono delle sfide all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza dei cristiani nel lavoro di evangelizzazione dei loro popoli e terre, determinano i contenuti di questa nuova proposta di lettura.

Abbraccia infatti varie sezioni: “Cultura e arti” in cui questo primo numero presenta un’analisi del film-capolavoro “Silence” e del libro dal quale esso è tratto.

La sezione “Religioni e Società”, ospita un contributo dell’imam Ataul Wasih Tariq sul tema ‘Islam, religione di pace’ e uno dedicato alla politica del governo australiano sui richiedenti asilo.

La sezione “Mondo, Terra, Popoli” guarda con simpatia l’Africa, con due articoli focalizzati sui conflitti in Sud Sudan e Kivu.

La sezione “Famiglia e Sviluppo” parla della crisi dei rifugiati in Messico e di quella della sanità in Madagascar. Chiude la rivista, prima dell’indice, una sezione dedicata alla riflessione teologica e una alle testimonianze.

Questo numero di Omnis Terra, inoltre, è reso più importante ancora da un servizio fotografico dal titolo ‘Il sacro, oltre i confini’, firmato da Monika Bulaj, fotoreporter polacca che da anni viaggia “nelle sacre periferie delle genti del Libro”. Esso indaga su “luoghi e momenti dove ebrei, cristiani e musulmani rivelano la loro appartenenza comune”.

E’ un simpatico e suggestivo viaggio fatto con immagini attraverso “gesti, abbigliamenti, luci, percorsi che svelano analogie fra monoteismi e mostrano tutta la potenza di un unico Verbo”. (B.M.)

Un felice anniversario

125anni1Un felice anniversario

Le Figlie di San Camillo compiono 125 anni dalla fondazione del loro istituto. Ma con quale spirito viene vissuto questo anniversario? Federico Piana di Radio Vaticana lo ha chiesto a madre Zelia Andrighetti, superiora delle Figlie di San Camillo:

Con uno spirito veramente di ringraziamento, di lode e di tanta gioia per questo tempo, per questa vita che il Signore ha dato al nostro Istituto. 125 anni di fondazione: un tempo in cui abbiamo sentito e sentiamo – noi oggi e le nostre consorelle nel passato – una carica veramente viva, anche del carisma.

Vogliamo ricordare come nascono e chi sono le Figlie di San Camillo?

Le Figlie di San Camillo nascono il 2 febbraio 1892, ad opera dal reverendo padre – oggi beato – Luigi Tezza dei Ministri degli Infermi, con la collaborazione della giovane Giuditta Vannini, successivamente madre Giuseppina Vannini, oggi anche lei beata. Noi abbiamo lo stesso carisma dei padri Camilliani di assistenza agli infermi, pertanto nell’ambito della sanità; così  camminiamo sempre insieme. Siamo nate propriamente nel cubicolo in cui è morto San Camillo e dove oggi è custodito il suo cuore, una reliquia insigne, nella Casa della Maddalena, che è la Casa Generalizia dei Padri Camilliani.

La vostra attenzione agli infermi, agli ultimi, ai poveri, alle persone che sono distanti, alle persone che tante volte noi dimentichiamo… Questi 125 anni, madre, che anni sono stati?

Sono stati anni veramente belli, ma anche anni difficili e molto duri e questo perché le diverse realtà nelle quali noi ci troviamo ad operare sono realtà caratterizzate sempre da tanta povertà. Oggi più che mai, però, la più grande difficoltà che noi incontriamo, soprattutto nelle Nazioni più evolute, è la burocrazia: questo ci fa veramente tanto soffrire, perché oggi è veramente molto difficile riuscire a portare avanti questo servizio, soprattutto nell’ambito degli ospedali. Non è facile! Però andiamo sempre avanti, con tanta speranza. Il nostro servizio è stato iniziato con l’assistenza domiciliare ai vecchietti, ai malati e ai poveri. A Roma è nato il nostro Istituto e le nostre prime sorelle hanno cominciato così: subito dopo la fondazione – non aveva ancora neanche un anno – le sorelle avevano già in casa delle vecchiette che assistevano.

Tante difficoltà, ma anche tante gioie?

Sì! Tantissime, tantissime gioie! Perché io penso che proprio nella difficoltà nasca la gioia. Io vedo tante sorelle giovani che hanno tanto impegno e tanto entusiasmo; vedo che si sentono sempre più portate a questa realtà, ad aiutare coloro che si trovano ai margini della strada, ai poveri. Le sorelle hanno tanto desiderio di andare in missione: non soltanto fuori, ma anche qui in città, nelle nostre periferie, in cui si sono anziani abbandonati, poveri, malati…

Come vede il futuro delle Figlie di San Camillo?

Io ho molta speranza, anche perché noi non siamo certo un grande numero di religiose Figlie di San Camillo, ma abbiamo più sorelle giovani che anziane. Ci sono tante giovani che vengono da tanti Paesi – poche oggi provenienti dall’Europa –  e che arrivano con grande entusiasmo. Questo, per me, rappresenta una grande speranza.

Fonte: radiovaticana.va

Chiesa maronita: il 2017 Anno del martirio e dei martiri

Lebanon-Maronite_church1Mons. Mounir Khairallah, vescovo maronita di Batroun ha annunciato che l’anno 2017 sarà celebrato dalla Chiesa maronita come “l’anno del martirio e dei martiri”. L’annuncio è avvenuto durante una conferenza stampa al Centro cattolico di informazione.

L’anno si estenderà dal 9 febbraio prossimo, festa di san Marone (l’eremita del V secolo, che ha dato il nome alla tradizione maronita), fino al 2 marzo 2018, festa di san Giovanni Marone, primo patriarca maronita (VII secolo).

L’anno sarà arricchito da diversi programmi, a cui i fedeli sono invitati a partecipare. In un messaggio per l’occasione, il patriarca Bechara Rai ha spiegato che dedicare questo anno a tale tema è molto opportuno, in un’epoca in cui la Chiesa soffre di persecuzione in molti luoghi, e in particolare in Medio oriente.

Anche papa Francesco ricorda molto spesso i martiri contemporanei, dicendo che “oggi sono molto più numerosi che nei primi secoli”. Nell’omelia tenuta lo scorso 30 gennaio in Casa Santa Marta, ha aggiunto: “La più grande forza della Chiesa oggi è nelle piccole Chiese, piccoline, con poca gente, perseguitati, con i loro vescovi in carcere. Questa è la nostra gloria oggi, questa è la nostra gloria e la nostra forza oggi”.

Fonte: Asianews

Cura e animazione delle sorelle anziane

CURA E ANIMAZIONE DELLE SORELLE ANZIANECURA

Nei giorni 17 e 18 gennaio si è realizzato il secondo modulo della “proposta formativa” per religiose responsabili di comunità di Suore anziane.

L’incontro, frequentato da un centinaio di Sorelle provenienti da tutta Italia, è stato molto interessante per le tematiche trattate.

Nel pomeriggio di martedì abbiamo ascoltato la relazione del dottor Gianluigi Perati, medico geriatria, che ha trattato il tema: “Centralità della relazione interpersonale. Caratteristiche, bisogni, risposte, in riferimento a demenze senili e Alzheimer”.

Partendo dalla definizione di “demenza” il geriatra – che ha saputo catturare fortemente l’attenzione di tutte le presenti – per mezzo di power point, ci ha edotte circa il quadro sintomatologico, i problemi funzionali e comportamentali, la diagnosi, la valutazione della malattia, le caratteristiche clinico strumentali, i disturbi vascolari, endocrini e metabolici.

Infine ha illustrato vari metodi di cura ricordando la necessità di una diagnosi corretta, ambienti di vita idonei, formazione degli operatori, l’importanza dell’umorismo, l’animazione e la terapia occupazionale.

Il relatore, attraverso alcuni video, ha poi reso visibile nel filmato quanto enunciato. Molto interessante poterci rendere conto, attraverso le immagini, delle mille sfumature che queste malattie possono manifestare e della necessità di una relazione attenta e degna della persona.

Il giorno successivo padre Mario Aldegani, superiore generale dei Giuseppini del Murialdo, ha trattato il tema: “La congregazione tra presente e futuro, tra razionalizzazione e attenzione ai bisogni individuali”.

Iniziando dal vangelo del giorno (Gesù guarisce l’uomo dalla mano inaridita) padre Mario ha fatto notare come il Maestro era preoccupato di ridurre la sofferenza dell’uomo e non dell’osservanza della legge (il sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato). Da qui l’importanza della qualità delle relazioni che instauriamo con le Sorelle ammalate: attenzione quindi alle parole che usiamo che possono ferire o guarire; attenzione non solo ai bisogni, ma ai desideri che vanno coltivati.

Con una serie di slogan il Padre ci ha messo in guardia dalla rigidità delle nostre idee perché è importante saper separare i fatti dalle opinioni, evitare l’uso sistematico delle induzioni per farsi un’opinione, essere consapevoli della propria ignoranza, combattere i pregiudizi e i luoghi comuni.

Stiamo vivendo un cambiamento epocale quindi è necessario accettare la nostra fragilità con pace e soprattutto saper riconoscere i “demoni” della paura, chiusura e tristezza. L’anzianità è anche “energia interiore che cresce dentro attraverso l’esperienza della purificazione della memoria, la vita interiore, il decentramento da sé”. Gli occhi pieni di luce trasmettono pace, serenità e benevolenza!

Sempre in dialogo con l’assemblea, padre Aldegani ha continuato la sua relazione e, prendendo spunto dall’esortazione apostolica Amoris Laetitia, ha esplicitato le caratteristiche del vero amore terminando poi con la parola di Papa Francesco riguardo gli inevitabili conflitti.

In sintesi alcuni consigli: saper sognare, avere cura di sé, guardare con benevolenza la sorella ammalata, accogliere la fragilità come una risorsa, ascoltare con pazienza, sorridere a tutti, purificare la memoria, apprezzare le cose piccole, saper contemplare, ringraziare, benedire.

Suor Orsola Bertolotto

Buona navigazione!…

logo1Buona navigazione!…

Ho la gioia di comunicare , cosi scrive sr Rita Salerno, presidente dell’USMI Calabria che abbiamo realizzato il sito della nostra regione religiosa . L’impresa è stata possibile grazie all’impegno di tutte le Consorelle della Calabria; sento, però,  il bisogno di ringraziare la Delegata di Reggio Calabria, suor Daniela Tripodi, Figlia di San Paolo, che ha lavorato con intelligenza e determinazione, secondo il suo carisma personale e di Congregazione. L’indirizzo è: www.usmicalabria.it.

È con gioia che accogliamo questa bella iniziativa e vi invitiamo a navigare per conoscere la geografia “usmica” della Calabria. Il nostro augurio è che la rete ci tenga unite per annunciare la “buona notizia” del Vangelo nella odierna complessa cultura.

V Forum europeo cattolico-ortodosso

parigi1Si terrà a Parigi dal 9 al 12 gennaio il quinto Forum europeo cattolico-ortodosso, promosso dal CCEE (Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa). Si tratta della quinta edizione del Forum che vedrà la partecipazione di 12 rappresentanti di Chiese ortodosse in Europa e di 12 delegati della Chiesa cattolica, come spiega una nota pubblicata sul sito dell’organismo ecclesiale ripresa dal Sir.

“L’Europa – si legge – affronta oggi la paura del terrorismo e la sfida del fondamentalismo”.  Il Forum porterà dunque la riflessione sull’attualità, sul ruolo del cristianesimo e del dialogo ecumenico, sul “valore della persona e la libertà religiosa”. Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa conta 39 membri: alle 33 Conferenze episcopali si aggiungono gli arcivescovi del Lussemburgo e del Principato di Monaco, l’arcivescovo di Cipro dei Maroniti, il vescovo di Chişinău (Moldavia), il vescovo dell’eparchia di Mukachevo e l’amministratore apostolico dell’Estonia.

In totale i membri del CCCE sono 39, sparsi su un territorio che comprende 45 Paesi. Presidente dell’organismo è il cardinale Angelo Bagnasco, anche presidente della CEI. La sede del segretariato si trova a San Gallo, in Svizzera.

Buone notizie dal Congo

congoLa Comunità di Sant’Egidio esprime soddisfazione e sollievo per la firma dell’Accordo politico globale e inclusivo che apre la strada ad elezioni pacifiche, entro il 2017, nella Repubblica Democratica del Congo. E’ finalmente, dopo un periodo di gravi tensioni, una buona notizia per questo Paese, di fondamentale importanza per la regione dei Grandi Laghi e tutta l’Africa. Sant’Egidio si augura che tutti i firmatari dell’accordo (governo, opposizioni e rappresentanti della società civile) possano attuare fedelmente l’accordo per il bene del Congo e del suo popolo. Manifesta inoltre un particolare apprezzamento nei confronti della Conferenza episcopale del Paese, che ha saputo gestire una non facile mediazione facendosi portavoce delle istanze di pace che salgono dalla popolazione e accogliendo gli inviti pressanti di Papa Francesco per giungere a risultati concreti in questa direzione. Sant’Egidio, presente da anni in molte zone del Paese e attiva nel campo sanitario (con il programma Dream di prevenzione e cura dell’Aids) e sociale (con interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione) continuerà a sostenere ogni sforzo di pace, unica via possibile per il futuro della Repubblica Democratica del Congo.

Fonte: www.santegidio.org

Congo: un augurio di pace

congo1Congo, appello Papa: “Politici ascoltino le crudeli sofferenze del popolo”

 “Coloro che hanno responsabilità politiche ascoltino la voce della propria coscienza, sappiano vedere le crudeli sofferenze dei loro connazionali e abbiano a cuore il bene comune”. Ancora un accorato appello da parte di Papa Francesco, al termine dell’Udienza generale di oggi, per la Repubblica Democratica del Congo, dove si teme lo scoppio di una guerra civile. “Alla luce di un recente incontro che ho avuto con il presidente e il vice-presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, rivolgo nuovamente un accorato appello a tutti i congolesi perché, in questo delicato momento della loro storia, siano artefici di riconciliazione e di pace”, ha detto Bergoglio. E assicurando il suo sostegno e affetto “all’amato popolo di quel Paese”, ha invitato tutti “a lasciarsi guidare dalla luce del Redentore del mondo”, pregando “affinché il Natale del Signore apra cammini di speranza”.

Già nell’Angelus di domenica scorsa, Francesco aveva pregato per la situazione della Repubblica Democratica del Congo: “Vi chiedo di pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese”, è stato l’appello del Pontefice. Che due giorni fa ha ricevuto in Vaticano il presidente della Conferenza Episcopale, mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani, accompagnato dal vicepresidente, mons. Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Mbandaka-Bikoro.

I presuli hanno riferito al Papa l’opera di mediazione che la Chiesa congolese sta conducendo in questo momento difficile. Nei giorni scorsi i vescovi avevano lanciato un appello a governo e opposizione perché proseguano nel dialogo trovando “una soluzione alla crisi politica”.

Sono ormai settimane che il Paese africano è divenuto scenario di proteste e violenze. Il 19 dicembre scorso, è ufficialmente scaduto il secondo mandato del presidente Joseph Kabila, salito al potere nel 2001 senza essere eletto, che non ha voluto però indire delle elezioni per la sua successione.  Già il mese scorso, infatti, i cittadini congolesi avrebbero dovuto (e voluto) andare alle urne, ma la commissione elettorale ha annullato la consultazione denunciando difficoltà logistiche ed economiche nell’organizzazione del voto. La Costituzione congolese non permette a Kabila di candidarsi per un terzo mandato, e l’opposizione pretende garanzie affinché questo non avvenga parlando pure di “profonde divergenze”, in particolare sulle modifiche alla Carta costituzionale.

Sono tanti quelli che accusano Kabila di voler restare al potere per un periodo indefinito. O almeno finché non sarà fissata una nuova data per le presidenziali, che probabilmente si terranno nell’aprile del 2018 se le trattative, al via oggi, andranno a buon fine. La diplomazia lavora perché il leader si dimetta, evitando così che la crisi politica sfoci in una sanguinosa guerra civile.

Tale situazione ha creato e continua a creare infatti forti tensioni all’interno del Paese. Nei giorni scorsi, appena diffusa la notizia che Kabila non si sarebbe dimesso, nelle città principali del Congo si sono avvicendate manifestazioni di protesta. Sopratutto ad Est si contano già sei morti: un casco blu sudafricano, un poliziotto e 4 insorti. A Kinshasa, ieri, a partire da mezzanotte, diverse persone sono scese in piazza per dare segno della fine del mandato di Kabila battendo sulle pentole e facendo rumore con i vuvuzela, come ha raccontato alla Radio Vaticana padre Freddy Kyombo Senga, missionario congolese dei Padri Bianchi e redattore della rivista Le Petit Écho.

Il clima sta diventando sempre più teso e gli scontri assumono toni violenti, estendendosi anche in Sudafrica, dove, a Pretoria, nei giorni scorsi, si sono tenute pesanti proteste. L’Occidente trema davanti ai possibili risvolti di questa crisi: la paura è che possa addirittura ripetersi ciò che avvenne durante i conflitti del 1996, anno in cui il dittatore Mobutu Sésé Seko fu spodestato, andati avanti fino al 2003. In sette anni furono oltre cinque milioni le persone uccise, senza contare le migliaia di donne abusate da ribelli e militari.

Fonti: zenit.org