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Primo piano

Auguri!

mazzodifiori1AUGURI!

..che il servizio dell’autorità sia per ognuna
“un vero ministero per accompagnare le sorelle
verso una fedeltà consapevole e responsabile”
(da Per vino nuovo otri nuovi)

 

Scarica il file con i nomi delle sorelle elette e riconfermate

(clicca qui) NUOVE ELEZIONI

Abbiamo approfondito la nostra conoscenza reciproca…

INCONTRO_RABBINI1“Abbiamo approfondito la nostra conoscenza reciproca e intensificato i nostri vincoli di amicizia.” Lo ha sottolineato papa Francesco ricevendo il 31 agosto c.a. in udienza in Vaticano i rappresentanti della Conferenza dei Rabbini Europei, del Consiglio Rabbinico d’America e della Commissione del Gran Rabbinato d’Israele, che sono in dialogo con la Pontificia Commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo.

La delegazione guidata dal rabbino capo di Mosca (Russia), Pinchas Goldschmidt, ha consegnato al Pontefice il documento “Fra Gerusalemme e Roma”. “È un testo che tributa particolari riconoscimenti alla Dichiarazione Conciliare ‘Nostra aetate’, che nel suo quarto capitolo costituisce per noi la ‘magna charta’ del dialogo col mondo ebraico”, ha osservato il Papa, aggiungendo che “la sua progressiva attuazione ha permesso ai nostri rapporti di diventare sempre più amichevoli e fraterni”.

La dichiarazione del Concilio Vaticano II, pubblicata il 28 ottobre 1965, “ha messo in luce che gli inizi della fede cristiana si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti” e che quindi “va promossa fra noi la mutua conoscenza e stima, soprattutto attraverso studi biblici e colloqui fraterni”, ha proseguito Francesco, il quale ha tratto un bilancio positivo del dialogo, spiegando che le due religioni stanno “attraversando un fecondo momento di dialogo”. “Nel corso degli ultimi decenni ci siamo così potuti avvicinare, dialogando in modo efficace e fruttuoso”, ha sottolineato.

Anche se il documento “Fra Gerusalemme e Roma” menziona l’esistenza di “profonde differenze teologiche” – ha osservato il Papa – definisce i cattolici “partner, stretti alleati, amici e fratelli nella ricerca comune di un mondo migliore” e sottolinea che “cattolici ed ebrei condividono credenze comuni”.

Papa Francesco ha formulato anche un auspicio. “Possa l’Eterno benedire e illuminare la nostra collaborazione perché insieme possiamo accogliere e attuare sempre meglio i suoi progetti, ‘progetti di pace e non di sventura’, per ‘un futuro pieno di speranza’”, ha detto, citando il profeta Geremia (29,11).

Il Pontefice, che seguendo le orme di Giovanni Paolo II (1986) e di Benedetto XVI (2010) ha visitato il 17 gennaio 2016 il Tempio maggiore o sinagoga di Roma sul Lungotevere de’ Cenci, ha concluso il suo intervento facendo i “migliori auguri per il nuovo anno ebraico, che inizierà tra poche settimane: ‘Shanah towah’! (buon anno!)” ed invocando “la benedizione dell’Altissimo sul comune cammino di amicizia e di fiducia che ci attende”.

Una profonda amicizia unisce da anni papa Francesco al rabbino argentino Abraham Skorka, il quale ha scritto la prefazione al libro-intervista “El Jesuita. Conversaciones con el cardenal Jorge Bergoglio” (2010) di Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti (pubblicato in italiano nel 2013 sotto il titolo “Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta”) e ha firmato inoltre proprio la voce “amicizia” per il libro “Il vocabolario di papa Francesco. Parole profetiche per il nostro tempo” (2015).

Fonte: Zenit, 31 agosto 2017

Nasce una rete globale contro mafia e corruzione

Vaticano, nasce una rete globale contro mafia e corruzione

Vaticano1Da Oltretevere un altro passo concreto nella lotta contro mafiosi e corrotti. Dopo il dibattito internazionale del 15 giugno, da cui «è emersa la volontà di fare fronte comune contro le diverse forme di corruzione, crimine organizzato e mafia», la consulta sulla giustizia del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale costituirà «una rete a livello internazionale». La Chiesa «nel mondo è già una rete e per questo può e deve mettersi a servizio di tale intenzione con coraggio, decisione, trasparenza, spirito di collaborazione e creatività», si legge nel documento finale del summit.  

La consulta del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, guidato dal prefetto cardinale Peter Turkson, sulla base di quanto emerso nel dibattito internazionale sulla corruzione che si è svolto nella Casina Pio IV, «approfondirà lo studio riguardo a una risposta globale – attraverso le conferenze episcopali e le Chiese locali – sulla scomunica ai mafiosi e alle organizzazioni criminali affini e sulla prospettiva di scomunica per la corruzione».  

 Il documento prende le mosse dal «No alla corruzione» che papa Francesco ha affidato alla sua rete mondiale di preghiera per il febbraio 2018, nel ricordo dell’omicidio del beato Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire, «perché coloro che hanno un potere materiale, politico o spirituale non si lascino dominare dalla corruzione». La consulta «internazionale sulla giustizia del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale – viene spiegato – orienterà quindi, a partire da settembre, le proprie iniziative guardando a tale impegno del prossimo anno».  

 La corruzione, «prima di essere un atto è una condizione: di qui, la necessità della cultura, dell’educazione, dell’istruzione, dell’azione istituzionale, della partecipazione della cittadinanza», si afferma. La consulta «non si ridurrà a pie esortazioni, perché occorrono gesti concreti. L’impegno educativo esige, infatti, maestri credibili, anche nella Chiesa».  

Secondo la consulta «non è credibile chi cerca alleanze per privilegi, esenzioni, vie preferenziali o anche illecite. Noi tutti diverremo irrilevanti, dannosi e pericolosi se agiremo in questo modo. Non è credibile chi approfitta della sua posizione per raccomandare persone spesso non raccomandabili, sia sul piano del valore, sia sul piano dell’onestà». Così, «l’azione della Consulta sarà educativa e istruttiva, e si rivolgerà all’opinione pubblica e a molteplici istituzioni per generare una mentalità di libertà e giustizia, in vista del bene comune». E questo «soprattutto lì dove, nel mondo, la corruzione è essa stessa sistema sociale dominante».  

Questo «cammino non sarà semplice: la Chiesa è diffusa nel mondo e occorre porsi in ascolto di tutte le sue articolazioni per procedere nel dialogo anche con i non cristiani, in modo partecipato, trasparente ed efficace», afferma il documento. Fondamentale, «inoltre, sarà sviluppare il nesso – oggi quasi disperso – tra giustizia e bellezza. Lo straordinario patrimonio storico, artistico e architettonico costituirà un formidabile elemento di supporto per l’azione educativa e sociale contro ogni forma di corruzione e di crimine organizzato».  

 La consulta «elaborerà, inoltre, una proposta di pensiero politico – con attenzione particolare alla democrazia e alla laicità – che illumini l’azione nei confronti delle istituzioni affinché i trattati internazionali siano realmente applicati e le legislazioni siano uniformate per perseguire al meglio i tentacoli del crimine, che superano i confini degli Stati».  

 Il Dicastero «deve far risuonare il messaggio di giustizia e di pace di Papa Francesco. La corruzione, infatti, causa anche mancanza di pace, così la Consulta approfondirà anche il rapporto tra processi di pace e forme di corruzione».  

Serve «un movimento, un risveglio delle coscienze – è la conclusione – Questa è la nostra primaria motivazione, che avvertiamo come un obbligo morale. Le leggi sono necessarie ma non bastano. I livelli di azione saranno tre: l’educazione, la cultura, la cittadinanza. Occorre muoversi con coraggio e graffiare le coscienze per passare dall’indifferenza alla percezione della gravità di tali fenomeni, per combatterli».  

 

Domenico Agasso jr

Vatican Insider, 1 agosto 2017

Una intuizione intelligente

Una intuizione intelligente: corridoi umanitari

corridoi1Da anni l’Italia con profondo spirito umano-cristiano offre accoglienza agli immigrati che in diverso modo approdano sulle suee sponde. Li vediamo; possiamo anche sapere da dove arrivano, ma il loro presente e il loro futuro?

La collaborazione tra istituzioni, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero dell’Interno, e società civile, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche e Tavola Valdese, sono nati in Italia i cosiddetti corridoi umanitari: “programma di accoglienza rivolto a migranti in condizione di particolare vulnerabilità: donne sole con bambini, vittime del traffico di essere umani, anziani, persone con disabilità o con patologi”.

Il programma prevede, nell’arco di 2 anni, “l’ingresso di oltre 1.000 persone provenienti dal Libano (profughi siriani) e dal Marocco (migranti provenienti da Paesi dell’Africa sub-sahariana in fuga da situazioni di rischio per conflitti, terrorismo, instabilità politica, povertà, carestie, siccità)”.

Ciò favorisce una accoglienza responsabile in quanto “la lista dei possibili beneficiari dei corridoi umanitari viene vagliata dal Ministero dell’Interno, previa individuazione e segnalazione dei casi più bisognosi di tutela da parte del personale della Comunità di Sant’Egidio, della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane e della Tavola Valdese, presente nei Paesi coinvolti nel programma. Il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale effettua quindi i controlli necessari per la concessione dei visti”.

A questo sistema di accoglienza offrono la loro collaborazione organizzazioni di volontariato presenti in più di 10 regioni.

L’idea iniziale – essendo Il progetto replicabile – era il coinvolgimento di altri Paesi. Ora attraverso questi corridoi la Francia accoglie per la prima volta 500 profughi siriani e iracheni. Una porta è stata aperta. L’Europa sta dando prova della sua vocazione innata alla solidarietà.

Una briciola di speranza si è trasformato in realtà.

Ora la Speranza fiorirà in un crescendo di umana accoglienza a livello europeo e internazionale. E’ il nostro augurio, il nostro sogno, la nosrra ambizione (B.M.).

Mai così tanti rifugiati.

Mai così tanti rifugiati. Numero record nel 2016: sono 65,6 milioni

giornata-mondiale-del-rifugiat“È una situazione inaccettabile da cui emerge sempre più chiaramente la necessità di solidarietà e di uno sforzo comune nel prevenire e risolvere le crisi, assicurandosi nel frattempo che rifugiati, sfollati interni e richiedenti asilo siano adeguatamente protetti e assistiti in attesa che vengano trovate soluzioni adeguate”, dichiara l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. “Dobbiamo fare di più per queste persone. In un mondo in conflitto, quello che serve sono determinazione e coraggio, non paura”. Un dato fondamentale riportato nel Global Trends è che le migrazioni forzate di persone che in precedenza non erano mai state costrette ad abbandonare le proprie case rimane a livelli molto alti. Nel 2016, sono stati 10,3 milioni i nuovi migranti forzati, circa due terzi di loro (6,9 milioni) sono fuggiti all’interno dei confini nazionali. Ciò significa che nel mondo ogni 3 secondi 1 persona è costretta ad abbandonare la propria casa – meno del tempo necessario per leggere questa frase. Allo stesso tempo, il numero più elevato di rifugiati e sfollati interni che sono ritornati a casa, insieme ad altre soluzioni come il reinsediamento in Paesi terzi, mostrano che, per alcuni, il 2016 ha portato prospettive di miglioramento della propria condizione. Circa 37 Paesi hanno ammesso un totale di 189.300 rifugiati ai propri programmi di reinsediamento. Circa mezzo milione di altri rifugiati hanno potuto fare ritorno nei loro Paesi di origine e circa 6,5 milioni di sfollati interni sono tornati nelle loro zone – anche se molti lo hanno fatto in situazioni non ideali, restando quindi in condizioni di incertezza.

In tutto il mondo, alla fine del 2016 la maggior parte dei rifugiati – l’84 per cento – si trovava in Paesi a basso o medio reddito, con una persona su tre (per un totale di 4,9 milioni) ospitata nei Paesi meno sviluppati. Da questo enorme squilibrio ne conseguono diverse osservazioni: la continua mancanza di consenso internazionale in materia di rifugiati e la vicinanza di molti Paesi poveri alle regioni in conflitto, tra le altre. Emerge altresì la necessità dei Paesi e delle comunità ospitanti di ricevere risorse e sostegno, senza i quali c’è il rischio che possano crearsi situazioni di instabilità, con conseguenze sulle operazioni umanitarie o sui flussi migratori secondari.

La Siria è ancora il Paese con il numero più alto di persone in fuga: 12 milioni di individui (quasi due terzi della popolazione) sfollati internamente o fuggiti all’estero come rifugiati o richiedenti asilo. Lasciando da parte la situazione dei palestinesi rifugiati di lunga data, gli afghani rappresentano anche quest’anno la seconda popolazione di rifugiati più vasta (4,7 milioni), seguiti da iracheni (4,2 milioni) e sud sudanesi (il cui numero ha raggiunto i 3,3 milioni alla fine dell’anno, seguendo un tasso di incremento maggiore rispetto a qualsiasi altra popolazione del mondo).

I bambini, che costituiscono la metà dei rifugiati del mondo, continuano a sopportare sofferenze sproporzionate, soprattutto a causa della loro situazione di maggiore vulnerabilità. Nel 2016 le richieste di asilo presentate da bambini non accompagnati o separati dai loro genitori sono state 75.000. Un numero che, secondo il rapporto, rappresenta probabilmente una sottostima della situazione reale. L’Unhcr stima che, alla fine del 2016, almeno 10 milioni di persone risultavano prive di nazionalità o a rischio apolidia. Tuttavia, i dati raccolti dai governi e comunicati all’UNHCR riferivano soltanto di 3,2 milioni di persone senza nazionalità in 74 Paesi.

Fonte: Redattore sociale

Consiglio Nazionale

Consiglio1Consiglio Nazionale 10-11 giugno 2017

Il Consiglio Nazionale, “luogo” di confronto tra la Presidenza Nazionale e le realtà regionali, si è aperto con un intenso momento di preghiera e con il saluto della Presidente Madre Regina Cesarato. Erano presenti gran parte delle rappresentanti delle Regioni tra presidenti o segretarie o consigliere.

Il tema di riferimento è stato quello della 64a Assemblea Nazionale Usmi tenutasi nel mese di aprile: “L’ARTE DEL PASSAGGIO: la formazione nella vita religiosa”. Il Consiglio aveva come obiettivo quello di interrogarsi su come dare continuità a questa riflessione e inoltre suggerire delle proposte su come avviare un discernimento in vista dell’Assemblea elettiva del 2018.

Matteo1Dopo il saluto di Madre Regina, il prof Don Armando Matteo ha stimolato l’inizio dei lavori del Consiglio con una relazione dal titolo: “Evangelii gaudium, Laudato sii e Amoris laetitia interpellano la vita consacrata”. Da una lettura incrociata di questi documenti emergono alcune indicazioni-sfide per la Chiesa e per la vita consacrata in particolare:

  • serve una Chiesa che non tema il cambiamento né di cambiare;
  • serve una Chiesa che facilita la grazia;
  • serve una Chiesa che vive la “mistica della comunità”;
  • serve una Chiesa che custodisce la prossimità con i poveri e con le periferie;
  • serve una Chiesa che sa dare anche fastidio;
  • serve una Chiesa ferita dallo sguardo d’amore di Gesù;

Questi sette indicatori sono per la Vita consacrata “luoghi pastorali” ma anche sfide continue a rimanere presenti nella storia e in particolare in questo nostro “oggi” caratterizzato da un “cambiamento d’epoca”.

La discussione col relatore è stata vivace e partecipata consentendo una declinazione concreta dei sette indicatori e delle loro implicanze nella vita consacrata.

Molto interessanti sono stati gli interventi preparati dalle presidenze regionali circa la riconfigurazione della struttura Usmi.

Il pomeriggio e la mattinata della domenica sono stati dedicati ai lavori di gruppo e alla ricaduta in assemblea circa la “nuova mentalità” riguardo alla formazione e circa la “nuova struttura Usmi nazionale” e l’interdipendenza tra il centro e le regioni. Si sono individuati i nodi problematici ma anche le sfide costruttive lì dove si è sviluppata più collaborazione tra le diverse congregazioni religiose e la Chiesa locale.

Prima di concludere i lavori del Consiglio Nazionale si sono raccolte indicazioni circa il tema dell’interculturalità nella vita consacrata in previsione della prossima Assemblea Nazionale del 2018.

In allegato: Schema della relazione schema_relazione_armando_matteo

sr Rosanna Costantini, fma

rosannacostantini@gmail.com

Missionarie della Consolata

Missionarie della Consolata

Nuovo Governo generale

Le suore Missionarie della Consolata – ormai verso la conclusione del loro Capitolo Generale – hanno eletto il nuovo direzioneGoverno Generale che avrà il mandato di animare, guidare la loro Congregazione per i prossimi sei anni.

Come Superiora generale è stata rieletta sr Simona Brambilla, già missionaria in Mozambico. Collaboreranno con lei quattro Consigliere generali. Precisamente: sr Jacinta Theuri, keniota, missionaria in Brasile, già Superiora regionale della Regione Kenia; sr Carmelina Semeraro. Italiana e missionaria in Amazzonia. Al momento era Superiora della Regione Amazzonica; sr Natalina Stringari, brasiliana e missionaria in Guinea Bissau della quale era Superiora delegata; sr Cecilia Pedroza, colombiana, missionaria in Kenia, formatrice delle novizie in Brasile. Attualmente stava accompagnando in Italia un gruppo di sorelle verso la professione perpetua.

L’USMI porge loro un sincero gioioso augurio di ‘buon’ cammino nel servizio che Dio, ha loro richiesto. Il loro fondatore, il beato Giuseppe Allemanno, richiamandosi all’invito di Paolo ai Tessalocinesi, esortava l’Istituto tutto: “Questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione”. E ricalcava: “ecco il mio principale pensiero: la vostra santificazione… Ecco il nostro ideale: farci santi, grandi santi, presto santi”. E, visto il carisma che tutte le anima, sarà necessariamente una ‘santità missionaria’ (B.M.).

Suore di Maria Bambina

generaleA Madre Annamaria Viganò rieletta Madre generale per il sessennio 2017 – 2023

l’augurio dell’USMI Nazionale per un rinnovato impegno di fedeltà e di servizio a

a favore della Chiesa e a beneficio delle donne e degli uomini di oggi.

Il Capitolo Generale è tempo favorevole… per ravvivare la grazia delle origini …  è evento di comunione e di fraternità, nel quale siamo chiamate a verificare e promuovere la fedeltà della nostra famiglia religiosa al Vangelo secondo il carisma di fondazione, affinché essa possa efficacemente collaborare al disegno e all’opera di salvezza di Dio.

capitoloIl XXVII Capitolo Generale che stanno celebrando ha come obiettivi specifici:

≈  valutare la situazione globale dell’Istituto in riferimento al cammino da esso percorso; ≈  approfondire il tema

“DONNE ‘ESPERTE DI COMUNIONE’:

PROFEZIA PER IL NOSTRO TEMPO

Testimoniamo con gioia Gesù Redentore volto misericordioso del Padre”.

 ≈  individuare le priorità formative e apostoliche in ordine al tema, gli orientamenti operativi e le decisioni   da perseguire nel prossimo sessennio;

≈  eleggere la superiora generale e le assistenti generali.

L’assemblea capitolare è composta da 58 suore, che rappresentano le 3.835 suore (dati al 31.12.2016) sparse nel mondo: Africa, America del Sud, America del Nord, Asia ed Europa.

 

L’Abbazia delle Tre Fontane visitabile grazie alla realtà virtuale

L’Abbazia delle Tre Fontane visitabile grazie alla realtà virtuale

Chiostro2Le aree di clausura dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, con il cuore della Chiesa abbaziale e il chiostro dei monaci trappisti, saranno visitabili grazie alla realtà virtuale mediante un’installazione allestita nell’area museale della stessa Abbazia. “È probabilmente il primo luogo sacro al mondo ad offrire ai suoi visitatori un’installazione in realtà virtuale”, si legge in una nota, spiegando che “l’idea nasce dalla volontà di mostrare aree di incredibile interesse religioso e di estremo valore storico-culturale, che sono da sempre inaccessibili al pubblico in quanto riservate alla vita di clausura dei monaci trappisti che ne sono i custodi”. “Più si vive in questo luogo – spiega l’abate dom Jacques Marie Brière, – più si comprende l’importanza e la bellezza del patrimonio che abbiamo ricevuto in dono e che oggi, grazie a mezzi tecnologici di avanguardia, possiamo finalmente condividere”. “Mostrando i luoghi che abitiamo nel quotidiano – aggiunge – riusciamo a dare alle persone almeno un’idea di quella che è la vita monastica, una vita fatta di solitudine e di ricerca costante della presenza del Signore”. “Tutti gli ambienti – prosegue la nota – sono stati fedelmente riprodotti in computer grafica e successivamente implementati in un motore grafico per la fruizione in tempo reale”, grazie a due tour accompagnati dalle voci dei monaci e dai loro canti, insieme ai rintocchi delle campane e ai rumori del giardino del chiostro.

Il luogo, ove oggi sorge il complesso abbaziale delle Tre Fontane, anticamente individuato con il nome di Acque Salvie, consiste in una piccola valle situata sul percorso dell’antica via Laurentina. Esso rappresenta uno dei luoghi più importanti della cristianità in quanto qui venne decapitato l’apostolo Paolo il 29 giugno del 67. Il complesso abbaziale si apre con un tranquillo e bel giardino, subito dopo aver oltrepassato l’Arco di Carlo Magno. Da qui è possibile avere la visione generale di tutti gli edifici presenti: sulla sinistra quelli propriamente monastici col chiostro e il monastero; di fronte, la chiesa dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, che si presenta ancora praticamente intatta dal tempo della sua edificazione nel secolo XII; sulla destra, la chiesa di Santa Maria Scala Cœli, la più piccola delle tre chiese presenti insieme con quella dedicata a San Paolo, cui si arriva attraversando un breve vialetto alberato. Questa è la zona più sacra del complesso abbaziale: qui si ricorda la decapitazione dell’Apostolo. Le due chiese di Santa Maria Scala Cœli e di San Paolo Apostolo sono state edificate su costruzioni preesistenti, ma le forme attuali risalgono alla fine del XVI secolo. Nel suo complesso, la storia dell’Abbazia delle Tre Fontane così come è giunta ai giorni nostri risale all’anno 1140, quando papa Innocenzo II dopo aver iniziato i lavori di restauro del monastero, in stato di abbandono, lo donò a San Bernardo di Clairvaux e quindi all’ordine cistercense, come segno di gratitudine verso il Santo, che tanto aveva fatto per riportare la pace nella Chiesa durante lo scisma di Anacleto II. I lavori di restauro e ricostruzione si protrassero fino verso la fine del XII secolo scanditi in due tempi a partire appunto dal 1140. Il luogo, ove oggi sorge il complesso abbaziale delle Tre Fontane, anticamente individuato con il nome di Acque Salvie, consisteva in una piccola valle situata sul percorso dell’antica via Laurentina. Esso rappresenta uno dei luoghi più importanti della cristianità in quanto, secondo un’antichissima tradizione, qui venne decapitato l’apostolo Paolo il 29 giugno del 67 d.C.

Sin dal VI sec. d.C. la zona è stata eletta come residenza da uomini di fede con l’intento di testimoniare, con la rinuncia agli agi e ai beni terreni, l’amore per Dio.

Un invito a una comunicazione costruttiva

Un invito a una comunicazione costruttiva

Il Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2017

ComunE’ una esigenza e un impegno poter ‘comunicare speranza e fiducia’ nell’uomo e nella storia, nel presente e nel futuro; di favorire la ‘cultura dell’incontro’ tra gli uomini e i popoli. Ed è un dovere di chi opera nell’ambito formativo e nei media, di chi tesse le reti della comunicazione.

Sta a lui saper guardare la realtà, le cose, le culture, gli avvenimenti, con occhi limpidi, in cui non ci sia ombra di egoismo, di interessi personali, di pregiudizi, di arrivismo, di lotta nei confronti di chi non condivide le proprie idee e il proprio credo politico o religioso. “Per offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della buona notizia”, è importante, scrive papa Francesco, mettere gli occhiali giusti, avere occhi limpidi.

Non anestetizzare le coscienze

La vita umana non è solo un susseguirsi si avvenimenti; è una storia vissuta nei suoi molteplici eventi che necessitano di essere raccontati. Come quando si guarda o si studia un’opera d’arte, è necessario ammirarla sia nel suo insieme che nei particolari e da diverse angolature, così quando si fotografa un avvenimento umano e lo si ‘racconta’, con parole e immagini, è necessario scegliere parole, luce e inquadrature giuste, la scelta di una opportuna chiave interpretativa, nonché uno sguardo limpido, sorretto da ‘occhiali’ che non tradiscano la verità dell’evento.

Quanti disastri, quante povertà, quante lacrime, quante guerre! La realtà non ha un senso univoco, e il ‘raccontare’ non è scevro di sentimenti nel narratore e interpretatore; sentimenti e moti d’animo che richiedono di incontrarsi con quelli che sono oggetto e testimoni degli eventi da guardare, commentare, interpretare, comunicare. Allo sguardo dell’operatore mediale si presentano situazioni che non possono e non debbono lasciare indifferenti. ‘Raccontare’ è la parola d’ordine, ma implica anche il comprendere e commentare, affinché si possa dare una risposta e indicare una soluzione al perché di tanto dolore e tanta violenza. A nessuno viene chiesto di comunicare ogni cosa senza una chiave interpretativa e il tentativo di offrire una ‘via d’uscita’ a quanti soffrono violenza, povertà, negazione dei diritti. Tutto, per non anestetizzare le coscienze e per ‘non scivolare nella disperazione’.

Gli operatori mediali – della stampa, della radio e televisione, della Rete, dei social – non possono ignorare nella comunicazione i vari drammi del nostro tempo, come le moltitudini di migranti che cercano a fatica una terra che li accolga, o le disuguaglianze sociali che spingono i poveri sempre più in basso, e neppure dovrebbero scadere in un “ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male”, ma debbono essere dei ‘fari’ che “illuminano la rotta e aprono sentieri di fiducia e speranza”

E’ indispensabile comunicare eventi ed eventuali responsabilità, condannare ciò che è condannabile, evidenziare il positivo che emerge in persone, fatti, culture. La “disinformazione -affermò papa Francesco una recente intervista – è probabilmente il danno più grande che può fare un mezzo, perché orienta l’opinione in una direzione, tralasciando l’altra parte della verità. Invece i media devono essere sempre limpidi, molto trasparenti, e non cadere nella malattia della coprofilia, che è voler sempre voler comunicare lo scandalo”.

Con il suo Messaggio papa Francesco vuole dare “un contributo alla ricerca di uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo di protagonista”, ma “di mettere in luce possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone fruitrici della notizia. A tal fine invita ad offrire all’umanità “narrazioni contrassegnate dalla logica della buona notizia”, quindi dalla logica del Vangelo.

Anestetizzare la coscienza o farsi prendere dalla disperazione, leggiamo nel Messaggio, sono due possibili malattie alle quali può condurre l’attuale sistema comunicativo. In mezzo a tale frastuono si ode un sussurro: “Non temere, perché io sono con te”.

L’espressione “Non temere”, presente 365 volte nella Bibbia è un invito alla fiducia, un invito alla speranza. E’ una parola consueta per Gesù, ed è una espressione molto familiare per ogni Paolino e Paolina. Il “non temere” che il Fondatore udì dalla voce del Cristo, in un sogno del 1923, quando guarì in modo prodigioso da una grave malattia, segnò e segna la vita dell’intera Famiglia Paolina. In ogni nostra cappella risuona questa parola che ci rassicura: “Non temere!”.

“Non temete, io sono con voi, di qui voglio illuminare”. E’ un invito a porre la fiducia nel Maestro, così come la posero gli apostoli quando furono presi la paura e panico allorché barca stava affondando, così come la pose Paolo dopo il suo incontro a Damasco, e prima di lui Giuseppe, Maria.

Sono state lapidarie le parole che papa Giovanni Paolo II pronunciò all’inizio della sua elezione al Pontificato: “Non abbiate paura! Aprite, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economico come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo”. Parole che, alla luce della storia odierna, appaiono profetiche. Non abbiamo paura! Dio è un Padre buono che non lascia senza il suo aiuto nessun uomo e nessuna donna, nessun popolo o nazione.

Anna Pappalardo