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NOVITA' IN VETRINA

Le voci di Alamtara, di Kabi, Miracle, Carlitos, Dominique e tanti altri, sono testimonianze toccanti e paradigmatiche.

Afriche: uno sguardo ravvicinato

Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase nelle nostre città? La mattina sugli autobus troppo affollati o mentre si fa la fila all’ufficio postale? È un condimento essenziale per evidenziare l’esasperazione quotidiana delle persone che sono sempre più frustrate da un disagio sociale crescente. Il dramma poi è che gran parte della stessa classe politica sta facendo passare il messaggio che crisi e malessere siano additabili quasi esclusivamente al fenomeno migratorio. Allora questo testo prova a rispondere in modo concreto all’interrogativo incessante del «Perché non se ne stanno a casa loro?». Si tratta di reportage effettuati direttamente in quattro diversi paesi dell’Africa che raccolgono la voce di persone vittime di persecuzioni etnico-tribali o di sfollati nei campi profughi, di abitanti delle baraccopoli e popolazioni vittime di carestie. L’Autore ha realizzato tutto il materiale raccolto nel libro durante i suoi viaggi come inviato per TV2000. Le voci di chi urla la propria disperazione da quella che dovrebbe essere la sua ‘casa’, almeno idealmente; la propria martoriata terra d’origine. Le voci di chi quella ‘casa’ prova a fatica ad edificarla, tutta la vasta catena dei cooperanti e missionari che ci affondano le mani e i piedi in quei luoghi di miseria e di dolore dimenticati e accantonati con troppa superficialità. Sì perché il continente africano, dopotutto è la rappresentazione tangibile di macchie infamanti provocate da quella che dovrebbe essere ‘casa nostra’, la nostra società di occidente civilizzato: la schiavitù, il colonialismo, lo sfruttamento e il depredamento delle risorse.

Maratane è l’unico campo profughi presente nel Mozambico. I rifugiati che vivono qui sono la tragica testimonianza di un continente dilaniato, privo di un sistema democratico e soprattutto sanitario. Si assiste al paradosso di poveri che aiutano altri poveri, di élite minoritarie e corrotte che dominano su popoli ridotti alla fame, di paesi avanzati che con ipocrisia vendono armi o traggono profitto economico da trattati ‘capestro’ che impediscono di fatto il raggiungimento di un progresso civile e sociale effettivo. Le voci di Alamtara, di Kabi, Miracle, Carlitos, Dominique e tanti altri, sono testimonianze toccanti e paradigmatiche. Parlano di dignità umana calpestata e trafitta, di ingiustizie e discriminazioni compiute nel nome di un capitalismo cinico e spietato. Si è perso il concetto di ‘casa’ inteso come luogo di ritrovo famigliare e comunitario. Non si è capito che ‘casa loro’ e ‘casa nostra’ non sono poi così separabili se a perire e a soccombere è quella poleis umana di fratellanza, solidarietà e pietas che sono valori fondanti e imprescindibili della nostra vita, del nostro essere appartenenti al creato, al dono e alla grazia dell’esistenza.

Romina Baldoni

ROSARIO SARDELLA

Perché non se ne stanno a casa loro?

Afriche: uno sguardo ravvicinato, Milano 2019