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Primo Piano

Grazie padre Bruno!

Ancora un ricordo vivo e grato

Pubblichiamo la lettera di sr Claudia Grenga anche a nome di tante suore che hanno conosciuto, apprezzato la saggezza, la paternità spirituale di padre Bruno Secondin. Anche l’USMI Nazionale fa memoria, con riconoscenza dei suoi contributi intellettuali, di ricerca, di “fine” conoscitore della vita religiosa, offerti attraverso la collaborazione alla rivista Consacrazione e Servizio.

 

Carissimo padre Bruno,

con fatica riesco ad ammettere che non ci sei più.

Ho letto cose bellissime sul tuo conto, non mi cemento in altri commenti, voglio scriverti una lettera che non riceverai mai, ma sento di dover esprimere i miei sentimenti per il legame che ci ha in qualche modo, uniti.

Ci siamo conosciuti nel lontano 1975, tu giovane professore di spiritualità moderna nel difficile post Concilio ed io studente all’allora Istituto Pontificio Regina Mundi, alle prese con tutto il rinnovamento della vita religiosa in atto..

Appassionato com’eri ad indicare strade nuove, ad aprire piste inesplorate, ci hai fatto sognare o meglio intravvedere una vita religiosa altra “ segno delle beatitudini” come spesso dicevi e, nello stesso tempo, profezia del futuro di Dio posto in mani fragili, inesperte, timorose, cariche di storia da valorizzare.

Ci hai insegnato a non arrenderci mai, a comprometterci, ad osare sempre , a non cedere mai al richiamo del pensiero dominante. La strada era “cercare, ascoltare il cuore dell’uomo, sintonizzarsi con la storia…”

Io personalmente sentivo tutto questo vero, rispondente al carisma della mia fondatrice Giovanna Antida Thouret , donna forte, di fede e di coraggio, alla ricerca sempre di ciò che meglio poteva contribuire a formare coscienze sane e cristiane e costruire il regno di Dio, così mi sono impegnata a fondo nel mio istituto.

Tu mi hai sempre accompagnato, non mi hai mai perso di vista anche se impegnato in cose grandi sapevi trovare tempo e passione per le cose più piccole. Quando ci si incontrava sembrava che avessimo parlato fino al giorno prima, tanta era l’empatia.

Quando avevo dubbi , o ero molto critica su fatti e persone amavo confrontarmi con te. La tua parola segnava la strada al mio pensare e mi tranquillizzava: “non è poi malvagio il tuo sentire….” Mi dicevi quasi sommessamente.

Abbiamo sognato una chiesa popolo in cammino, assemblea di lode e di confronto, dove la Parola doveva essere sovrana, e negli ultimi tempi ci dicevamo che comunque è stato bello sognare.

Tu, Bruno, hai avuto una vita ricca, impegnata, hai scritto tanto ed ogni volta per me c’era l’ultimo libro pubblicato. Hai amato profondamente la Parola e l’hai coniugata con la storia dell’uomo e del mondo in tutta la tua ricerca, puntuale e pungente, è stata l’ossatura di tutte le tue opere perciò la parola “spiritualità” che tanto mi diceva di disincarnato, diventava vitale, affascinante, esigente.

La Parola è stata la tua carta vincente !

Eravamo anche critici, alcune volte non si potevano giustificare eventi e fatti, ma sapevi raddrizzare le mie vedute “ai margini”, il mio sguardo “sulla soglia” con quel sorriso arguto e pungente che sapeva ricondurre alla verità condivisa, e mai assolutizzata .

Ti sei saputo fare anche piccolo con i piccoli: ricordo una volta che sei passato nella mia casa paterna perché avevi una conferenza da quelle parti e la mia anziana mamma quando ti vide ti abbracciò meravigliata perché quel personaggio che lei ascoltava volentieri e vedeva in TV – era il tempo in cui curavi la rubrica e commentavi il vangelo della domenica – poteva vederlo di persona e poi era amico di sua figlia…

Hai voluto farmi un regalo grande. Hai accettato di guidare gli esercizi spirituali per il mio 50mo di vita religiosa, ed è stato un tempo di grazia davvero speciale. Abbiamo ricordato i tempi belli quando tutto ci sembrava possibile, sognando una vita religiosa significativa su tutti i fronti, abbiamo anche dovuto constatare quanto poco era rimasto del nostro sogno!

Subito dopo ti sei ammalato, il dolore è stato immenso anche se con la tua ironia hai saputo sempre sdrammatizzare la mia eccessiva apprensione.

Fino a quando, la mattina del 7 giugno, mi telefonasti perché volevi salutarmi e mi hai regalato il tuo ultimo libro che conservo come tuo testamento. Quei momenti rimangono indelebili nel mio cuore e nella mia preghiera. Le tue ultime parole, perché nella notte te ne sei andato, sono per me guida sicura; “ Claudia, impara a relativizzare, tutto passa. Io ho ricevuto tanto dalla vita, sono contento di come è andata”

Godevi come un bambino delle cose belle, anche delle mie piccole premure. Grazie per quello che sei stato per me. Voglio farmi voce di tutte le tue alunne di quel tempo speciale “primavera della chiesa” che come me non ti dimenticheranno mai. Grazie padre Bruno!