A due anni da quell’importante presa di posizione della Chiesa Italiana, l’Unione delle superiore maggiori d’Italia (USMI), che unisce gli Istituti religiosi femminili operanti in Italia, e la Conferenza italiana superiori maggiori (CISM), omologo maschile, organizzano – nel pomeriggio di giovedì 14 novembre c.a., presso la Sala Convegni USMI-CISM, in via Zanardelli, 32 a Roma – un Seminario di sintesi con il quale intendono richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico proprio sul sistema scolastico italiano “ancora incompiuto” e invitano a fare i passi necessari “affinché il sistema formativo italiano, nel suo complesso, possa perseguire meglio la missione educativa che la società gli affida e che la legge a pieno titolo gli riconosce”.
Saranno presenti personalità ai massimi livelli, in particolare la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti CASELLATI e Sua Em. il Card. Gualtiero BASSETTI, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Quale l’obiettivo del Convegno? “L’obiettivo è che tutte le famiglie, per educare i propri figli – è scritto nel comunicato di presentazione – possano effettivamente scegliere tra le Scuole Pubbliche del Sistema Nazionale di Istruzione, statali e paritarie, alle medesime condizioni economiche. È questo lo spirito della Legge 62/2000 (ricorre il 20^ anniversario di quella che risulta una legge ancora oggi incompiuta), preceduta dal dettato costituzionale e seguita da numerosi pronunciamenti giuridici europei.”
La richiesta di parità effettiva, anche economica, incontra ancora oggi resistenza da parte di alcuni settori politici e culturali, nonostante sia lampante l’ingiustizia per cui i genitori degli alunni delle scuole paritarie pagano due volte per garantire la libera educazione dei loro figli: prima con le tasse, come tutti gli italiani, e poi con le rette che sono costretti a versare alle scuole paritarie che altrimenti non potrebbero garantire il servizio scolastico richiesto dalla libertà di scelta della Famiglia.
C’è una soluzione? Da anni esperti di economia propongono lo strumento del costo standard di sostenibilità per allievo, orientato a far sì che la “libera scelta delle scuole da parte dei Genitori” non sia più un terreno di scontro ideologico tra partiti, ma sia la procedura trasparente ed efficace per allineare l’Italia ai Paesi civili più avanzati, dove tutte le famiglie, e quindi anche quelle povere, godano degli stessi diritti di accesso all’Istruzione Pubblica, che non può essere unicamente “statale”, pena il venir meno della libertà di scelta, in una pluralità di offerta formativa, espressa dalla Costituzione. Tale strumento metterebbe al centro del sistema lo studente, favorirebbe la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie, creerebbe una positiva competitività tra le scuole migliorando la qualità didattica, produrrebbe un notevole risparmio sulla spesa scolastica da parte dello Stato.