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Primo Piano

II° Sabato culturale

Custodi del creato. Custodi di un dono

Un pomeriggio a due voci, l’incontro di sabato 17 novembre c.a. presso la sede dell’USMI Nazionale. Un incontro nell’ambito di una iniziativa dei “Sabati culturali” organizzati dal Centro Studi per ripensare la relazione tra vita religiosa e intelligenza cristiana nel mondo di oggi, sulle linee del Magistero di papa Francesco. Il grido della terra e il grido dei poveri, questa la tematica che mons. José Tolentino de Mendonça, prefetto della Biblioteca vaticana, poeta, teologo e la dott.ssa Cecilia Dall’Oglio, responsabile del Movimento mondiale per il clima e impegnata nell’Ufficio Giustizia e Pace della CEI hanno sviluppato. A partire dai tratti salienti dell’enciclica Laudato si’ pubblicata il 18 giugno 2015, – enciclica storica di Papa Francesco sulla cura del creato e della nostra casa comune – hanno messo in evidenza soprattutto l’importanza della conversione ecologica e dei cambiamenti nello stile di vita.

La Laudato si’ non parte da zero. Papa Francesco riprende le parole dei suoi predecessori e il grido di allarme che da tempo mette in guardia dallo sfruttamento inconsiderato delle risorse, da una politica miope che guarda al successo immediato senza prospettive a lungo termine, dall’egoismo delle società consumistiche che stentano a cambiare i propri stili di vita. Ricorda che la cura del creato è impegno di tutti, credenti e non credenti. «I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità», scrive il Papa al numero 25. Se «il clima è un bene comune, di tutti e per tutti», l’impatto più pesante della sua alterazione ricade sui più poveri, ma molti «che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi». Il Papa denuncia «la mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle» come «segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile».

Il Papa va alle cause profonde del degrado e della crisi ecologica. La denuncia è soprattutto per la logica «usa e getta» che genera la cultura dello scarto. Le competenze tecniche, danno a «coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero». Sono proprio le logiche di dominio tecnocratico che portano a distruggere la natura e a sfruttare le persone e le popolazioni più deboli. «Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica», impedendo di riconoscere che «il mercato da solo non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale».

Il Papa, afferma mons. Tolentino, che ribadisce «l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa». «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale». Questa ecologia integrale «è inseparabile dalla nozione di bene comune». Nel contesto di oggi, in cui «si riscontrano tante iniquità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali», impegnarsi per il bene comune significa fare scelte solidali sulla base di «una opzione preferenziale per i più poveri».

Questa enciclica chiama ciascuno di noi all’azione, come individui e come chiesa, e indica la via per lavorare insieme per il cambiamento e per proteggere la nostra casa comune.

Che cosa è possibile fare per «uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo vivendo? Ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo». Sono coinvolti tutti gli ambiti educativi, in primis «la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi. La partenza è «puntare su un altro stile di vita», che apre anche la possibilità di «esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale». E allora mons. Tolentino ha richiamato l’attenzione su quanto papa Francesco afferma a conclusione dell’enciclica.

“La grande ricchezza della spiritualità cristiana, generata da venti secoli di esperienze personali e comunitarie, costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare l’umanità. Desidero proporre ai cristiani alcune linee di spiritualità ecologica che nascono dalle convinzioni della nostra fede, perché ciò che il Vangelo ci insegna ha conseguenze sul nostro modo di pensare, di sentire e di vivere. Non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualità al fine di alimentare una passione per la cura del mondo. Infatti non sarà possibile impegnarsi in cose grandi soltanto con delle dottrine, senza una mistica che ci animi, senza «qualche movente interiore che dà impulso, motiva, incoraggia e dà senso all’azione personale e comunitaria». Tale conversione comporta vari atteggiamenti che si coniugano per attivare una cura generosa e piena di tenerezza”. L’invito allora, a vivere una sobrietà felice, una semplicità coraggiosa e la saggezza delle piccole cose.

La dott.ssa Cecilia Dall’Oglio, ha condiviso l’impegno del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima (GCCM) e delle sue organizzazioni membri che ha promosso una campagna internazionale per sensibilizzare sul messaggio della Laudato si’ e incoraggiare la comunità cattolica ad agire con l’urgenza richiesta dalla crisi climatica.