La Casa di Reclusione di Paliano è una vecchia Roccaforte appartenuta alla famiglia Colonna diventata Istituto Penitenziario. Da ormai molti anni suor Rita Del Grosso vi presta attività di volontariato con dedizione e ammirevole costanza. L’idea di proporre ai detenuti degli spunti di riflessione da scrivere è un’idea che quasi corrisponde a una proposta di evasione. Estraniarsi dalla realtà che non lascia intravedere speranza di libertà nell’immediato futuro prossimo per conoscere una libertà di pensiero nuova che davvero può trafiggere le barriere dello spazio tempo per rincorrere dei sogni e delle speranze credute perdute. La Direttrice del carcere, dott.ssa Anna Angeletti, nella presentazione al libro parla di un tempo di attesa. La saggezza esistenziale che ci viene tramandata dalla tradizione letteraria ci insegna che a volte è necessario fermarsi a riflettere per provare nostalgia di un tempo perduto. Tempo di fanciullezza e innocenza vissuto con la spensieratezza dell’infanzia ma anche tempo che nell’affanno della corsa al domani fuggente non si è saputo apprezzare, ruminare, meditare. Ecco allora che anche il carcere può diventare autentico luogo di rieducazione del cuore e rivalutazione della propria essenza umana. Avere in mano una penna e liberare emozioni estemporanee come in un flusso di coscienza e nuova consapevolezza fa ‘uscire fuori’ una sensibilità inattesa e stupefacente. Le storie raccontate hanno la magia del prodigio che abita l’anima umana. Riflettono la parte più bella e toccante della fragilità, della nudità, del bisogno innato di alterità.
“Proprio come un fiore sboccia dopo aver sopportato il rigido freddo invernale, un sogno può avverarsi solo se si è preparati a sopportare i tormenti che ne accompagnano la realizzazione e a compiere tutti gli sforzi necessari” (Daisaku Ikeda)
Suor Rita ci ricorda questa bella frase per sottolineare la grande forza che ci può venire dalla speranza, dalla sfida ad affrontare il cammino contorto della vita. Papa Francesco nei suoi insegnamenti ci ricorda che tutto ciò che ci circonda e le conquiste raggiunte del vivere civile sono niente altro che il frutto di tanti contributi e tante stratificazioni dove ogni singolo individuo può mettere del suo e dove l’equilibrio rappresenta sempre condivisione, ascolto, raffronto, convivialità e senso della comunità.
Una comunità ci riflette e noi, tutti noi, abbiamo il dovere morale ed etico di contribuire a renderla migliore. Le nostre parti migliori, unite, vincono su tutto, sono luce che dilata le tenebre. Il buio esiste e ottenebra tutto, il buio è spaventoso ed è chiusura ma il buio è fatto per essere trafitto e l’uomo nasce per essere illuminato dalla propria ragione, dalla propria fede, dalla sua implacabile voglia di esplorare l’oltre.
Romina Baldoni
biblioteca@usminazionale.it
Labirinti di luce
Contributi al concorso letterario
curato da Suor Rita Del Grosso e Alessandro Fossatelli, AXA, 2019