La pace! Una semplice parola, una espressione e un augurio che si ripete di anno in anno, acquistando una profondità di significato spesso inatteso. Perché la pace non è una realtà statica ma dinamica; sorvola e percorre tempi e spazi, uomini e culture. Non è data una volta per sempre, ma è da costruire e custodire nell’intimo del cuore umano, all’interno di un popolo, nel rispetto dei valori personali e comunitari, sociali, politici e religiosi. La pace è un valore e un dono; è il dono di Dio alle sue creature “è il dono che ci facciamo gli uni con gli altri.” (Dalai Lama).La pace è un sogno, che può apparire ed essere irraggiungibile, quando si vive in situazioni difficili, quando nei cuori alberga odio, rancori, quando non vengono rispettati i valori fondamentali di una convivenza civile – verità, giustizia, amore e libertà (Giovanni Paolo II) – quando c’è sopraffazione dei più forti nei confronti dei più deboli, quando nelle diverse espressioni e situazioni del vivere quotidiano, in famiglia e sul luogo di lavoro, nei gruppi e nelle istituzioni, nessuno viene relegato ai margini della società, scartato da essa come fosse un rifiuto. “Tutti parlano di pace, ma – come affermava Albert Einstein – non si può realizzare la pace all’esterno se si coltivano nel proprio animo la collera o l’odio”, se non si riconoscono i valori altrui e li si valuta in base al potere e al prestigio. Perché la pace ha la radice nel cuore umano. E solo se lo si sgombera da ciò che la ostacola, solo se si è in pace con se stessi, la si può donare agli altri.
Radice e condizione indispensabile per il futuro
Ne siamo convinti tutti: vivere in pace dovrebbe essere una condizione imprescindibile per la vita di tutti noi, eppure l’umanità ancora oggi non è in grado di garantire una totale assenza di conflitti e ostilità. Nonostante il progresso scientifico e tecnologico raggiunto, l’odio, la violenza, la sete di potere sono, purtroppo, dei sentimenti difficili da debellare. Difficili, ma non impossibili. E’ perciò necessario continuare a sperare nella pace e ad agire in modo da poterla raggiungere.
Singole persone, associazioni, gruppi sociali e religiosi possono formare una cordata in favore della pace. E la Chiesa non ha mai fatto mancare la sua voce e la sua forza. Come ha affermato il card. Pietro Parolin: “La Chiesa si è espressa nel tempo su molti temi legati all’unità della famiglia umana: contro la guerra e l’uso della violenza, da una parte; per la pace e il negoziato nelle controversie internazionali, dall’altra; per lo sviluppo della cooperazione internazionale e per la promozione delle organizzazioni sovranazionali.” E ha illustrato alcune linee del magistero pontificio degli ultimi cent’anni e a fare alcuni esempi, a partire da Benedetto XV, passando per Pio XI e Pio XII, Giovanni XXIII e il Vaticano II, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e a Papa Bergoglio.
Già nel lontano 1984 Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata della Pace affermava che essa “nasce da un cuore nuovo”. Scriveva: “La pace è precaria, mentre l’ingiustizia abbonda. In numerosi paesi sono in corso guerre implacabili, le quali si protraggono malgrado l’accumularsi dei morti, dei lutti, delle rovine, e senza che ci si incammini, a quanto appare, verso una soluzione. La violenza e il terrorismo fanatico non risparmiano altri paesi, e sono gli innocenti che, troppe volte, ne fanno le spese, mentre le passioni si esasperano e la paura rischia di condurre a passi estremi… Numerosi paesi si battono per vincere al loro interno la fame, le malattie, il sottosviluppo, mentre altri ben forniti rafforzano le loro posizioni e la corsa agli armamenti continua sconsideratamente ad assorbire risorse, che potrebbero essere meglio utilizzate. L’accumulo delle armi convenzionali, chimiche, batteriologiche e, soprattutto, nucleari fa pesare una grave minaccia sull’avvenire delle nazioni, specialmente in Europa. Se gli attuali sistemi generati dal «cuore» dell’uomo si rivelano incapaci di assicurare la pace, è il «cuore» dell’uomo che occorre rinnovare, per rinnovare i sistemi, le istituzioni e i metodi.
L’uomo giusto, che ha a cuore le sorti dell’umanità, è convinto che nulla può legittimare la violazione dei diritti dell’uomo. Egli ha il coraggio di difendere gli altri che soffrono e rifiuta di capitolare davanti all’ingiustizia, di compromettersi con essa. Con la sua azione pacifica e costante egli ha la possibilità e la capacità di influire sui capi di stato, sui dirigenti politici, sulle leggi perché siano salvaguardati i diritti di tutti, in primis dei più deboli e indifesi, di quelli che sovente vengono considerati gli scarti della società. Il 2020 sorga con lo splendore della stella polare della pace nel cuore di ogni persona, nelle famiglie, nelle comunità civili e religiose, negli Stati, nell’universo. Le nuove scoperte scientifiche e i nuovi viaggi interplanetari aprano a tutti e per tutti una nuova era di pace e di fratellanza (AP).
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