Cinque vie, un nuovo umanesimo. Uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare – cinque verbi dell’EvangeliiGaudium – ‘vie’ lungo le quali la comunità ecclesiale italiana è stata invitata a incamminarsi per un confronto sul tema dell’umano oggi, cominciando dall’ascolto dell’esistente, a partire dalle periferie e da un esame di coscienza. È la traccia per il quinto Convegno ecclesiale nazionale. Non un ‘documento’ o una lettera pastorale, ma un testo aperto che ha già stimolato un coinvolgimento diffuso nelle Diocesi, arrivando anche alle realtà delle Chiese locali.
Primo Convegno ecclesiale nazionale decisamente social. Notevole è stato l’interesse reso più condiviso dalle schede in Rete. Della Rete è il merito di rendere completamente interattivo l’aggiornamento, le proposte, le diverse declinazioni dei temi fondamentali del Convegno da parte delle diocesi. I 2500 delegati al Convegno lavoreranno all’inizio in piccoli tavoli dove ognuno potrà prendere la parola. Le attività potranno essere seguite via computer, e ci sarà la possibilità di interloquire con i partecipanti.
La Chiesa al lavoro: dalla realtà alle idee
La scelta del Papa di essere presente all’inizio del Convegno per avviarne i lavori è una novità rispetto ai precedenti Convegni decennali della Cei e ne orienta tutto il cammino. Dopo la sua parola e le relazioni iniziali sarà tutto un lavoro di gruppo per ciascuna delle aree tematiche. Il tema che dà il titolo al Convegno, recepito e ridiscusso nelle diocesi, in un certo senso è diventato anche linguaggio comune su cui confrontarsi: un linguaggio e un modo nuovo di stare in mezzo alla gente. Paolo VI diceva: A che cosa serve dire cose bellissime se poi gli uomini di oggi non ci capiscono? La strada per tutti dunque è raccogliere la sfida dell’incontro con l’uomo contemporaneo; andare verso le persone reali, perché Dio è presente nelle situazioni della vita e va trovato attraverso l’incontro tra persone e il riuscire a vivere un nuovo alfabeto dell’umano.
Sappiamo ancora leggere l’umano?
Per umanizzare una società è essenziale però anche favorire la maturazione della cultura nelle comunità. Questo per il credente significa esercitare il “di più dello sguardo cristiano” -come ripeteva don Giovanni Nervo- che si alimenta nella preghiera e nei sacramenti. È la radice contemplativa del nuovo umanesimo, essenziale per conoscere, valutare e prenderela parola. La parola chiave è ancora «convenire», raggiungersi e riconoscersi insieme.
Luciagnese Cedrone, ismc