Raccolgo la ricca esperienza del Convegno, ancora tutta da “metabolizzare”, discernere, approfondire, attorno a tre coppie di parole, commentate da brevi stralci della relazione del prof. Magatti:
1. Esodo-Sinodo
Occorre un popolo (la Chiesa) disposto a mettersi in cammino (ex-odos) insieme (sun-odos). Confidando nella terra promessa. È solo uscendo (esodo) – come ha saputo fare già tante volte nel corso dei secoli nelle sue espressioni migliori – che la Chiesa italiana potrà accompagnare (sinodo) la società italiana verso la riscoperta della sua vocazione più profonda che tanto serve all’umano di oggi in ogni continente.
2. Ascolto e concretezza
Occorre un nuovo umanesimo della concretezza che, guardando a Gesù Cristo, torni a essere capace di quella postura relazionale, aperta, dinamica, affettiva verso cui ci sospinge continuamente Papa Francesco. Etimologicamente ‘concretezza’ significa ‘cum crescere’, ‘crescere insieme’. Dunque, essa ha a che fare con il rimettere insieme – cioè, in dialogo – ciò che abbiamo imparato a separare. La concretezza richiede prima di tutto, di rimanere aperti alla vita e alle sue istanze e, per questo, è generativa. Una generatività che si esprime nei movimenti del desiderare, mettere al mondo (non solo in senso biologico), prendersi cura, lasciare andare
3. Approfondimento-Attuazione creativa
A conclusione del suo discorso Papa Francesco ci ha affidato un compito: “Permettetemi di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni. Sono sicuro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio”.
Proviamo a cambiare in ogni passaggio il soggetto “chiesa” con “comunità /congregazione” e a accogliere le indicazioni come rivolte a ogni nostra famiglia religiosa ma anche alla nostra USMI, per trarne contenuto, metodo, strumenti del nostro futuro programma. Un nuovo esercizio nel “tempo del passaggio”!