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In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo

La sera del 13 novembre mentre gli oltre 2000 convegnisti, popolo di Dio in festa, con il cuore ricolmo della gioia del Vangelo, stavano lasciando la città di Firenze, a Parigi esplodeva la follia omicida del terrorismo islamico che ha seminato morte e terrore tra gente innocente.
Il ritorno a casa, alle nostre chiese è stato profondamente segnato da questa tragedia che ci ha resi ancor più consapevoli dell’esigenza irrinunciabile di abitare il mondo, radicando la nostra vita e la nostra speranza in Cristo. Crediamo, infatti, che “la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano” (cfr EG, 278).

Raccolgo la ricca esperienza del Convegno, ancora tutta da “metabolizzare”, discernere, approfondire, attorno a tre coppie di parole, commentate da brevi stralci della relazione del prof. Magatti:

1. Esodo-Sinodo

Occorre un popolo (la Chiesa) disposto a mettersi in cammino (ex-odos) insieme (sun-odos). Confidando nella terra promessa. È solo uscendo (esodo) – come ha saputo fare già tante volte nel corso dei secoli nelle sue espressioni migliori – che la Chiesa italiana potrà accompagnare (sinodo) la società italiana verso la riscoperta della sua vocazione più profonda che tanto serve all’umano di oggi in ogni continente.

2. Ascolto e concretezza

Occorre un nuovo umanesimo della concretezza che, guardando a Gesù Cristo, torni a essere capace di quella postura relazionale, aperta, dinamica, affettiva verso cui ci sospinge continuamente Papa Francesco. Etimologicamente ‘concretezza’ significa ‘cum crescere’, ‘crescere insieme’. Dunque, essa ha a che fare con il rimettere insieme – cioè, in dialogo – ciò che abbiamo imparato a separare. La concretezza richiede prima di tutto, di rimanere aperti alla vita e alle sue istanze e, per questo, è generativa. Una generatività che si esprime nei movimenti del desiderare, mettere al mondo (non solo in senso biologico), prendersi cura, lasciare andare

3. Approfondimento-Attuazione creativa

A conclusione del suo discorso Papa Francesco ci ha affidato un compito: “Permettetemi di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni. Sono sicuro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio”.

Proviamo a cambiare in ogni passaggio il soggetto “chiesa” con “comunità /congregazione” e a accogliere le indicazioni come rivolte a ogni nostra famiglia religiosa ma anche alla nostra USMI, per trarne contenuto, metodo, strumenti del nostro futuro programma. Un nuovo esercizio nel “tempo del passaggio”!

sr Azia Ciarano, smirp
azia@missionariemortara.it