
In realtà, nessuno degli straordinari computer che gestiscono la nostra vita quotidiana, e cui guardiamo con devota deferenza, è complicato e oscuro quanto può esserlo il cuore di un uomo. Di tutti gli abissi, è il più profondo (M. Corradi). Quante volte si reagisce ad un problema dando la colpa ad un collega, agli altri? O si mette la testa sotto la sabbia perché in fondo “non possiamo farci niente“?Succede.E spesso non ce ne accorgiamo nemmeno. Lo facciamo nella speranza che quel problema sparisca o che magari qualcun altro se ne faccia carico. La verità è che i fatti non smettono di esistere per il solo fatto di ignorarli e di certo dare la colpa agli altri o alle situazioni non aiuta. Nutrire, invece, la propria vita interiore come si fa con le radici di un grande albero permette di intuire oltre le apparenze e le banali evidenze del reale. Nella fatica di esplorare la propria vita interiore alla Luce della Parola, però, nessuno può sostituire nessuno. Forse si può cercare di sostenere, incoraggiare. Sempre si può testimoniare. Nient’altro. È tanto facile – succede oggi ai più, e anche fra i consacrati – accontentarsi di vivere una vita ‘a metà’ evitando le domande importanti e cercando di sopravvivere a giorni sempre uguali a se stessi, che corrono inarrestabili uno dietro l’altro? Solo la struggente Luce interiore permette di comprendere che cosa sia la fede.
Luciagnese Cedrone ismc