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Cercatori di senso insieme a tutti…

È incredibile quanta parte della propria vita sia vissuta senza riflettere sul suo significato. Occupati sì in mille cose da fare e sempre di corsa per poterle fare; ma quasi rassegnati a ‘morire’ lentamente lamentandosi delle tante cose che non vanno!
Nel vissuto quotidiano di ognuno, oggi c’è davvero qualcosa di spezzato se la persona non sa più chi è. Ma si può pensare di dare una direzione alla propria vita, decidere come impiegarla, se non se ne coglie prima il senso profondo? In brevi attimi di lucidità ogni persona si trova a chiedersi se veramente vale la pena di vivere senza essersi trovati. Lei cerca il senso della vita – disse il cardinal Martini in un’intervista a Scalfari – Lo cerco anch’ io. La fede mi dà questo senso, ma non elimina il dubbio. Il dubbio tormenta spesso la mia fede. È un dono, la fede, ma è anche una conquista che si può perdere ogni giorno e ogni giorno si può riconquistare. E se tale era l’esperienza del cardinal Martini, quella di tutti i consacrati sarà oggi tanto diversa?
In un mondo in cui l’ansia del successo, il desiderio di accumulare e la ricerca di piaceri a buon mercato si sono travestiti da ‘senso della vita’, il compito vero dei consacrati forse è semplicemente fermarsi e misurarsi – e farlo di nuovo ogni giorno – con la faticosa e liberante passione del ‘costruirsi’ e ‘costruire’ per il Regno. Lasciare spazio a Dio nella propria vita permette di trovarne per tutti e per se stessi. Con la Sua forza in sé non si ha bisogno di altro. Ed è gioia vera.
… sentinelle di una nuova umanità
“L’uomo occidentale non accetta il dolore come parte di questa vita: per questo non riesce mai a cavarne fuori delle forze positive” (H. Hillesum)… In realtà solo l’accettazione del dolore in tutta la sua gamma, compreso quello di essere ciò che si è, apre alla luce del discernimento autentico, necessario per guarire e ritrovare in sé l’unità. E dà forza per incamminarsi decisamente lungo una via lastricata di benevolenza e fiducia, segni caratteristici di chi cerca la Verità senza mai identificarla con le proprie conquiste intellettuali e spirituali.
Coloro che si richiamano alla misteriosa bellezza del Volto che li ha attratti ad un cammino di sequela, scoprono facilmente che nel cuore di ogni ferita c’è la presenza di Dio. E la ferita di insoddisfazione, di sete e di lacrime diventa una straordinaria condizione umana e la sua straordinaria speranza. Alcuni passaggi critici della vita hanno così il potere di condurre verso mete nascoste alla propria piccola immaginazione, ma non alla sapienza di Dio che tutto riconduce sotto il suo progetto di amore. Rimane la domanda esistenziale: in quale misura nella ‘mia’ vita sono presenti fede, fiducia e benevolenza?
Luciagnese Cedrone, ismc