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Dar da mangiare

È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina (Misericordiae vultus 15).
Dar da mangiare agli affamati
”Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso… ma gli aprirai la mano”. Così recita il Deuteronomio al cap. 15,7ss. L’affamato è uno di questi poveri… Ma la fame cos’è? La fame ha espressioni diverse, prodotta ciascuna da cause differenti: denutrizione, stato fisico con insufficiente apporto calorico, mancante cioè dei requisiti fisiologici necessari per una normale vita attiva; la malnutrizione causata da un nutrimento sbagliato; se questo è prodotto da cause recenti e gravi con conseguente visibile calo di peso diventa deperimento. Secondo statistiche recenti nel mondo oggi ci sono 795 milioni di persone denutrite; la maggior parte di esse vive in Paesi in via di sviluppo. Ne sono maggiormente affette le persone più fragili: bambini, donne, anziani, disoccupati… Mangiare è una esigenza primaria, basilare, ineluttabile. La seconda parola detta da Dio-Amore ai nostri progenitori là nell’Eden suona così: “Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento” (Gen 1,29). Sul globo esiste la sufficiente quantità e qualità di cibo; per questo tutti si potrebbe vivere in modo appropriato alla condizione e alla dignità umana.
Allora, che succede? E’ carente un’equilibrata distribuzione dei beni. Di fronte a chi ne possiede troppi e chi scarseggia, urge – iniziando da subito, senza ulteriori e immotivate dilazioni, in ogni opportunità, da questo inizio del Giubileo – aprire gli occhi e battersi in ogni ambiente opportuno, perché esistano meno mani tese in richiesta di cibo e aumentino le mani tese nell’offerta di esso. Non è sufficiente un gesto occasionale.
Urge un cambio universale di mentalità, quasi un diventare gestori di una situazione insostenibile di ingiustizia e farla diventare situazione paritetica, di fraternità, di uguaglianza. E’ quanto fece Gesù… “Date voi loro da mangiare…”. Vista e ammessa la loro difficoltà, interviene lui: “Fateli sedere…”.
Papa Francesco il 20 novembre 2014 – in occasione della Seconda conferenza internazionale sulla nutrizione presso la FAO a Roma-lanciò un forte richiamo per il diritto all’alimentazione di tutti i popoli del pianeta. “Oggi – egli disse – si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri; forse ci siamo preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame… E mentre si parla di nuovi diritti l’affamato è lì, all’angolo della strada, ci chiede dignità, non elemosina”. E non c’è soltanto l’affamato singolo… I vescovi del Brasile nel 2002 scrivevano: ”Ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco”.
“Dietro le statistiche ci sono i volti”. Così papa Francesco il 14 novembre c.a. a un gruppo di gesuiti impegnati nel Jesuit Refugee Service, un significativo gruppo internazionale di persone che svolge la propria attività a favore dei rifugiati voluto da P. Pedro Arrupe or sono 35 anni.
E’ un ammonimento che può guidarci nel vivere le 14 opere di misericordia, proposte da papa Francesco per l’attuale ‘anno santo’. Anche perché non interessarci di chi sta male o è dilaniato da difficoltà rende più deboli tutti noi e si sgretola quel amalgama che deve tenerci uniti.
“Se offrirai il pane all’affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono”. Sono le promesse di Dio attraverso il profeta Isaia fatte nel V secolo avanti Cristo.
sr Biancarosa Magliano, fsp
biancarosam@tiscali.it