
Sacerdote diocesano, decise di staccarsi dalla diocesi per iniziare un progetto di vita religiosa, sia con le sue suore e poi con i suoi Servi della Carità – i sacerdoti – per poter assicurare a tante persone, a quei tempi molto abbandonate anche dal servizio sociale, una famiglia, un servizio, specialmente agli anziani, ai disabili e ai ragazzi abbandonati. Concretamente – chiariva don Guanella – “i poveri nell’ingegno, nella salute o nelle sostanze”. Ed è quello che continuano a fare, in vari Paesi del globo, coloro, uomini e donne, che hanno assunto le sue stesse idealità: vivere “vicini alle ansie e alle attese della gente, con un cuore capace di compassione”(B.M.).