
Il Fondatore: Padre Francesco Pianzola

Padre Francesco Pianzola, fondatore delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis e degli Oblati diocesani dell’Immacolata di Vigevano (Pavia), nasce a Sartirana Lomellina (Pv) il 5 ottobre 1881,viene ordinato sacerdote in Vigevano il 16 marzo 1907; muore il 4 giugno 1943 in Mortara (PV), e viene sepolto nella cappella della Casa Madre delle Suore.
Il 4 ottobre 2008 è proclamato Beato con una solenne Concelebrazione, presieduta da Sua Em.za il Card. José Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, nella Cattedrale di Vigevano. Dal 3 ottobre 2009 le sue spoglie mortali sono esposte alla venerazione dei fedeli nell’apposita Cappella presso la Casa Madre delle Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace.
Il prete della risaia, fu definito Padre Francesco Pianzola alla vigilia della Beatificazione ( 4 ottobre 2008), per la passione di annunciare il Vangelo nella sua terra, tra i dimenticati della campagna e delle fabbriche; per quella predicazione itinerante che lo spingeva tra il popolo e tra i giovani di quel mondo ancora devastato dalla guerra e lacerato da conflitti sociali.
Il contatto vivo e profondo con la sua gente, gli consentì di verificare il faticoso lavoro dei contadini e la sofferta situazione della donna, specialmente della “mondina”, della quale non esitò a prendersene cura e a salvaguardarne dignità e diritti. La consapevolezza di una precisa chiamata a poter “salvare la donna con la donna” lo spinse a dedicarsi, diventato Sacerdote e “Oblato”, con indomito impegno ad andare incontro alle umane esigenze delle ragazze sia lomelline che immigrate, impegnate nei lavori stagionali connessi alla risicoltura.
La sua vocazione alla missione assume una esemplare concretezza: essere prete del suo tempo, incarnato nella realtà della sua terra e della sua Chiesa, pronto ad accogliere e fare proprie le ansie e le problematiche pastorali più urgenti e più critiche: oggi le diremmo “di frontiera”.
Sempre di più matura l’esperienza sacerdotale, non come esperienza da vivere solo nell’ambito del culto, del sacro, dei recinti chiusi, ma come chiamata ad “andare” nel mondo reale e concreto, là dove la gente vive e lavora.
Le grandi idee del Pianzola, quasi la sua eredità spirituale ed umana sono racchiuse in tre precise proposte, che egli avviò decisamente:
* la pastorale rurale, con la quale intraprese quel viaggio e quella itineranza missionaria tra le cascine dal lavoro faticoso e dai poveri fondamenti morali. Qui portò il confronto, acceso e garbato allo stesso tempo, tra la dottrina sociale della Chiesa e le istanze del socialismo, che non difettavano di orizzonti positivi, anche se espressi nel rancore di rivendicazioni che annerivano gli animi e disturbavano fortemente il tessuto sociale.
* Le missioni popolari, con i Padri Oblati, la cui fondamentale emergenza coinvolgeva anche una impellente riforma del clero diocesano. In questo campo le resistenze furono notevoli, specialmente da parte di qualche vescovo; perché nella diocesi di Vigevano questo seme aveva coagulato numerosi sacerdoti, eminenti per impegno ecclesiale dottrina e santità.
* La nuova missionarietà, rappresentata dalle sue “Giovani Guardie“: quei piccoli prodigi di condivisione operaia, che non esitarono a raggiungere i “lontani” e rendersi presenti là dove più urgeva l’annuncio del Vangelo. Quel modello di missionarietà al femminile per coadiuvare il sacerdozio ministeriale nel rispondere alle emergenze, soprattutto là dove il prete non poteva arrivare, divenne la finalità chiara del lavoro missionario concreto, dinamico e pastorale “Suore” Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace.
Sei, le prime suore missionarie che nel 1919 costituirono in Mortara la prima comunità religiosa: Teresina e Rina Preda, Rosina Cereghino, Luigina Salvadeo, Annunciata Caccia e Anna Bandi , nell’esperienza di aggregazione oratoriana a Vigevano – sede della Diocesi – erano state allenate dal Rettore, Padre Francesco Pianzola, alla “missione di frontiera”: inviate nelle campagne della Lomellina (zona rurale – che ha il suo centro in Mortara – ricca soprattutto di risaie, nella pianura padana,) dove più calda era la lotta dei lavoratori sfruttati e strumentalizzati dalle ideologie, per raggiungere e incontrare la gente più umile ed emarginata, con particolare attenzione alle giovani e alle donne, specialmente alle donne immigrate per il lavoro stagionale nelle risaie (le “mondine”), sfruttate sul lavoro, costrette a convivere con situazioni immorali e offensive della loro dignità di donne.
A loro e ai giovani le missionarie annunciavano la parola di Gesù, nel segno della solidarietà e della partecipazione ai problemi della gente: diventavano, così, “presenze” della Chiesa locale, in comunione con i Vescovi e in collaborazione con i sacerdoti, e “animatrici missionarie” in quegli spazi umani e sociali in cui la Chiesa locale, specialmente la Parrocchia, con le sue strutture ordinarie, non riusciva a penetrare.
Nel Regolamento Interiore, scritto dal Fondatore per le suore missionarie, la fondazione dell’Istituto è così motivata: “La parola esortatrice di Papa Benedetto XV per l’educazione religiosa dei pargoli, il crescere impressionante della gioventù abbandonata a se stessa, tante anime derelitte senza il pane della buona novella e le arti di satana per rovinare nella fede e nella morale molte povere fanciulle, hanno imposto la nostra Congregazione”.
L’identità carismatica
La nostra Congregazione vuole che Gesù sia Gesù, cioè il Salvatore di tutte le anime, le più povere, le più derelitte, le più lontane da lui (R.I. 2).
Gesù sia Gesù è il cuore del nostro carisma: comprendere la profondità di questa esperienza esistenziale ci fa essere missionarie. L’originalità del nostro carisma è il desiderio di capire Dio, conoscere lo stile di Gesù, tutelare l’autenticità evangelica e ridire con semplicità e carità le parole del Vangelo in ogni luogo. Desideriamo ripetere nella nostra vita quanto accaduto tra Dio e Francesco Pianzola. Non ci accontentiamo di apprezzarne il valore o di ripeterne la forma ma ricerchiamo la stessa intimità e lo stesso slancio. La realizzazione di questa promessa passa attraverso una rinnovata comprensione dell’Opera di Dio nella storia e nel mondo.
La ricerca di Gesù avviene nella Parola di Dio, incarnata e attestata nella Sacra Scrittura, e nella storia umana, luogo di reciprocità fatta di incontro e scontro tra lo Spirito di Dio e l’umanità. La fonte carismatica sono il legame esistenziale con Gesù Eucaristico, l’appartenere alla Chiesa nelle sue espressioni anche magisteriali sentendoci guidate dalla presenza femminile di Maria.
Salvatore… Le icone che rappresentano la missione di salvezza e l’amore di “misericordia” a cui siamo chiamate sono il buon samaritano (Lc 10) e il buon pastore (Gv 10 e Mt 18,12)
“Per Lui, con Lui, in Lui” (RI, 2) qualsiasi vita diventa partecipazione all’offerta salvifica sulla croce di Cristo dove ogni singolo evento ci apre alla possibilità di essere altare, sacrificio e sacerdozio. Gesù sulla croce ha assunto la totalità dell’esistenza umana nelle sue molteplici dimensioni incorporandoci in questo mistero attraverso le figure di Giovanni e Maria (Gv 19) – Tutto per Gesù. La dimensione sacerdotale di salvezza prende forma nell’opera di mediazione nelle relazioni umane e di intercessione che ci pone “in mezzo” ai conflitti come promotori di pace.
di tutte le anime… La salvezza non ha confini territoriali ed esistenziali: il desiderio di Dio che ogni essere umano sia salvato (1Tm 2,3-4) e che ogni forma di sofferenza sia sanata, ci spinge a cercare tutti in ogni luogo e in ogni situazione esistenziale, a partecipare alle gioie e alle fatiche di ognuno e a sollevare da ogni forma di povertà.
“La passione di essere missionarie dei poveri, di andare con loro, di curare le loro infermità spirituali” (Reg. Int. 12), muove ancora oggi le suore missionarie (in patria e, dagli anni ’70 anche all’estero, con una prima fondazione in Africa / Burundi nel 1971)
– a scelte di collaborazione e servizio pastorale nelle chiese locali, privilegiando l’inserimento negli ambienti più popolari (periferie, centri storici delle città; zone rurali) anche con servizi irradianti a livello di vicariati/decanati.
– valorizzando, dove richiesto, in collaborazione con Chiese locali e altri Istituti religiosi, il metodo delle “’missioni al popolo”
– con la disponibilità ad assumere, con mandato dei Vescovi, la “cura pastorale” di zone dove manchi la presenza stabile del Sacerdote
– e a esprimere, oggi, gesti/servizi concreti di accoglienza e condivisione, in collaborazione, eventualmente, con servizi promossi dalle Chiese locali, specialmente dalle Caritas diocesane, con particolare attenzione alle donne – soprattutto straniere – che vivono situazioni di disagio e emarginazione (per es. in carcere o vittime della “tratta”) e sono alla ricerca di “punti di riferimento”.
Attualmente l’Istituto ha 32 comunità missionarie in
– Italia
Diocesi di
Lombardia: Vigevano, Pavia, Milano; Piemonte: Vercelli, Novara, Torino; Lazio: Roma; Calabria: Reggio Calabria ; Sicilia: Messina.
– Francia
(Nord – Pas de Calais: diocesi di Cambrai – Arras).
(Nord – Pas de Calais: diocesi di Cambrai – Arras).
– Africa:
Stati: Mali: Kati e Burkina Faso: Bobodioulasso.
Stati: Mali: Kati e Burkina Faso: Bobodioulasso.
– Brasile:
Stati: S. Paolo, Mato Grosso.
Stati: S. Paolo, Mato Grosso.
Sono in atto due esperienze di fraternità inter-congregazionale a Roma – S. Policarpo e a Roghudi, Reggio Calabria.
Due Case di preghiera: una a Mortara e una a Vigevano, ospitano le Sorelle che “prima hanno dato il sacrificio della fatica, ora donano l’olocausto della preghiera, perché non cessi il magnifico apostolato. La migliore chiusura della nostra esistenza”. (P. F. Pianzola, RI, 29)
Sito Web: http://www.pianzoline.it/;
Le Suore pianzoline: gloria.tv/media/19YhrhiWemL
Il linguaggio pianzolino Andare a cercare:gloria.tv/media/PgihK7AVKu2
Don Niente : www.youtube.com/watch?v=i4qHPxNvlbw
Musical: www.youtube.com/watch?v=33DJp3TEutM

