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MARIA DI NAZARETH – Film

Maria di NazarethGenere: Drammatico
Regia: Giacomo Campiotti
Interpreti: Alissa Jung, Paz Vega, Andreas Pietschmann, Antonia Liskova, Luca Marinelli, Roberto Citran, Thomas Trabacchi, Andrea Giordana, Sergio Muniz, Johannes Brandrup, Teresa Acerbis, Marco Rulli, Tony Laudadio, Marco Messeri, Nikolai Kinski, Marco Foschi, Remo Girone
Nazionalità: Italia
Soggetto: Francesco Arlanch
Sceneggiatura: Francesco Arlanch, Giacomo Campiotti
Musiche: Guy Farley
Montaggio: Alessio Doglione
Fotografia: Enrico Lucidi
Scenografia: Cosimo Gomez
Costumi: Enrica Biscossi
Durata: 200′
Produzione: Lux Vide, Bayerischer Rundfunk, BetaFilm-Tellux, Telecinco, Rai Fiction
Note:
– Film TV in 2 parti
– In concorso nella sezione Fiction Edita – Miniserie all’edizione 2012 del RomaFictionFest
La trama
Un film, due donne: Maria di Nazaret e Maria Maddalena. Due amiche con esperienze diverse che hanno in comune l’amore per Gesù. La storia della salvezza passa attraverso la loro vita. Maria, la madre “benedetta fra le donne”, capace di una donazione sconfinata verso Gesù, verso Dio e verso l’umanità, dalla quale tutto ha avuto origine, e Maddalena, “donna dai molti peccati”, che avrà la gioia di vedere per prima il Cristo risorto. Lo scenario che fa da sfondo a questa originale rilettura dei vangeli sinottici, fatta con ampie libertà narrative dal regista Giacomo Campiotti, è la Palestina di 2000 anni fa. Tutto ha inizio con l’Annunciazione: Maria, povera ragazza della Galilea, accoglie dentro di sé il figlio del Mistero che non sarà mai suo. Nello stesso villaggio l’amica Maddalena, dopo aver assistito impotente alla lapidazione della madre, accetta le attrazioni della vita di corte ed entrare nella reggia di Erode. Come prevedibile le loro strade sono destinate a separarsi. Maria affronta le incombenze della maternità e del matrimonio con Giuseppe, Maddalena vende il suo corpo seguendo le lusinghe della perfida Erodiade. La storia di Maria, le sue ansie di madre e di moglie, si intersecano con la storia del popolo di Israele e del tentativo di affrancamento dalla tirannia romana.
 
Ripercorriamo le tappe
Maria di Nazaret è la storia di una grande amicizia. L’idea di intrecciare la storia della madre di Gesù con quella dell’amica Maddalena porta a raffigurare nel racconto il disegno di una alleanza eterna: l’amore fra Dio e l’umanità. Prediligendo il tema dell’amicizia il film descrive Maria come amica di Dio ma anche amica di ogni donna e uomo della terra. La Maria di Nazaret nella quale tutti ci rispecchiamo è una ragazza piena di vitalità e intraprendenza, materna e premurosa allo stesso tempo. Una donna dolce, sensibile, generosa, ma non per questo priva di determinazione e capacità di vivere un amore oblativo nonostante dubbi, angoscia, sofferenza. Come spettatori ci ritroviamo nelle parole del regista: «Io vado avanti, dentro queste vicende che ci appartengono per tirare fuori emozioni, umanità e anche dare conto del mistero e della fede …». Al di là di ogni personalismo possiamo ritenere realizzato il desiderio degli autori di offrire un’esperienza il più possibile “autentica”.
Riflettiamo sulle parole
 
…di Francesco Arlanch – sceneggiatore
«La scelta di inquadrare il personaggio di Maria attraverso una storia di amicizia con Maddalena ha permesso di sciogliere due importanti nodi. Il primo: a quali fonti ispirarsi? Il desiderio era quello di offrire allo spettatore un’esperienza il più possibile “autentica”. Il personaggio di Maddalena – alla quale il Vangelo dedica meno di un versetto – ha permesso di risolvere il problema. Mentre nella vicenda di Maria ci si è attenuti il più fedelmente possibile ai passi evangelici, in quella – parallela – riguardante Maddalena c’è stato lo spazio per una maggiore libertà romanzesca.
Ma il secondo nodo da sciogliere era ancora più ostico. Tutte le storie parlano della stessa cosa: del desiderio di colmare una mancanza. Per questo ci emozionano ed empatizziamo con i protagonisti, perché siamo tutti, sempre, alle prese con la medesima aspirazione: colmare le nostre mancanze. C’era dunque una difficoltà molto concreta nello scrivere una sceneggiatura su Maria: cosa desiderava colmare una donna piena di grazia? L’esplorazione del personaggio di Maddalena ha permesso di trovare una risposta a queste domande: Maria non aveva mancanze, tranne una,la preoccupazione per le mancanze dell’intera umanità, che nel film sono esemplificate dal personaggio di Maddalena».
 
…di Giacomo Campiotti – regista
«Ho cercato di fare del mio meglio per realizzare la storia più antica e semplice del mondo, quella di una madre e di un figlio. La magia dell’attesa e la gioia del primo incontro, la dedizione totale, l’amore sconfinato e, con l’andare degli anni, la necessità del distacco. Ma nella nostra storia questo percorso naturale è portato ad un estremo dove nessuno era mai arrivato. Perché questa volta la madre è lei, Maria. La donna che Dio sceglie per essere la madre di Suo figlio. E il figlio è Gesù.
Maria accetta con umiltà il mistero di questa missione d’amore che fin dall’inizio le si presenta difficile, e la compie in salita, passo dopo passo fino a comprendere che per lei distaccarsi dal figlio significa lasciarlo andare verso la Croce. Ecco, nella nostra storia di Maria ho cercato di coniugare questi due aspetti: la semplicità dell’amore umano che meglio conosciamo e il Mistero più alto che ci possiamo immaginare. Maria è qui in mezzo…
Ho quindi cercato di non mettere Maria sul piedistallo come una statuina ma neanche levarle quella profonda Consapevolezza e Fede che l’accompagnano in ogni passo della “sua “ via crucis. È stato per me un grande privilegio lavorare a questo progetto. Per prepararmi ho letto di fila i quattro Vangeli e sono rimasto folgorato dalla loro potenza e chiarezza…
Luca Bernabei ha avuto la bella idea di dedicare questo film alle nostre mamme, a tutte le mamme. Che hanno verso i figli un amore totale, incondizionato, che dona tutto senza chiedere nulla in cambio. Effettivamente è l’unico amore umano che pallidamente può ricordare quello divino, che forse è proprio un riflesso dell’Amore Divino.
Vorrei allora ringraziare mia madre che tante volte è stata per me questo riflesso, e voglio ringraziare mia moglie e mamma dei miei due figli più piccoli per il continuo esempio di amore incondizionato e per essermi stata vicina in Tunisia in questa avventura e per essermi vicino in questa grande avventura che si chiama Vita».
  
Utilizzo pastorale: alcune piste
Questo film ci presenta una Maria diversa da quella che siamo abituati a conoscere:
– La sua vita è narrata attraverso lo sguardo dell’amica Maddalena che tutti conosciamo per essere stata salvata dalla lapidazione da Gesù e che diventa poi una sua fedele discepola. Da questa angolazione visiva emerge l’immagine di una donna alle prese con l’evento inspiegabile della vita e dell’amore.
– É una donna che vive di fede fin dalla tenera età, immersa nel Mistero, vive con serenità tutti gli avvenimenti che la coinvolgono, anche il dubbio di Giuseppe nel credere che il bambino che porta in grembo sia figlio di Dio. È intorno a questa immagine che si snoda tutta la narrazione: la protagonista non è solo Maria, lo sono anche il limite, l’errore, la cattiveria, scrutati attraverso l’occhio femminile.
– «La storia è di una modernità incredibile perché al fondo c’è il rapporto tra una madre e un figlio, la storia più bella e più misteriosa che qui acquista un valore più alto perché questo figlio non è per lei, ma neppure sarà destinato ad essere un grande re liberatore come Maria immaginava, Gesù infatti è un agnello sacrificale e per trono avrà la croce …».
– Maria donna vera, umile, con una dolcezza quotidiana mai sdolcinata, ci porta per mano dentro la storia del Figlio suo ma anche dentro la sfida delle sue scelte fatte alla luce della Fede. Una luce che riempie lo schermo e il cuore degli spettatori.
Hanno detto…
Dopo la proiezione di Maria di Nazareth nella Sala Clementina, Benedetto XVI ha rivolto ai presenti le seguenti parole.
Cari amici,
Grazie a tutti voi per questo momento che invita a riflettere attraverso le immagini e i dialoghi del film «Maria di Nazareth».
Non è facile tratteggiare la figura di una madre, perché contiene una ricchezza di vita difficilmente descrivibile; e ciò è ancora più impegnativo se si tratta di Maria di Nazareth, una donna che è Madre di Gesù, del Figlio di Dio fatto uomo.
Avete impostato il film su tre figure femminili, che incrociano le loro vite, ma che fanno scelte profondamente diverse. Erodiade rimane chiusa in se stessa, nel suo mondo, non riesce a sollevare lo sguardo per leggere i segni di Dio e non esce dal male. Maria Maddalena ha una vicenda più complessa: subisce il fascino di una vita facile, basata sulle cose, e usa vari mezzi per raggiungere i suoi scopi, fino al momento drammatico in cui è giudicata, è messa davanti alla sua vita e qui l’incontro con Gesù le apre il cuore, le cambia l’esistenza. Ma il centro è Maria di Nazareth, in Lei c’è la ricchezza di una vita che è stata un «Eccomi» a Dio: è una madre che avrebbe il desiderio di tenere sempre con sé il proprio Figlio, ma sa che è di Dio; ha una fede e un amore così grandi da accettare che parta e compia la sua missione; è un ripetere «Eccomi» a Dio dall’Annunciazione fino alla Croce.
Tre esperienze, un paradigma di come si può impostare la vita: sull’egoismo, sulla chiusura in se stessi e sulle cose materiali, lasciandosi guidare dal male; oppure sul senso della presenza di un Dio che è venuto e rimane in mezzo a noi e che ci attende con bontà se sbagliamo e ci chiede di seguirlo, di fidarci di Lui. Maria di Nazareth è la donna dell’«Eccomi» pieno e totale alla volontà divina, e in questo «Sì», ripetuto anche davanti al dolore della perdita del Figlio, trova la beatitudine piena e profonda. Grazie a tutti!
 
Teresa Braccio, fsp