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Misericordia in cammino

MisericordiaUna fragilità fatta di separazioni, divorzi, assenze, mancanza di tempo, di dialogo… affligge gli individui nel nostro oggi. E’ sintomatico che ci si ritrovi di continuo alla ricerca di una comunità, o a costruirne surrogati, spesso intorno al nulla.

Il sociologo Bauman le chiama “comunità – attaccapanni”, cui appendere per un po’, insieme ad altri individui impegnati nella stessa ricerca, l’abito del proprio disagio privato. Ne derivano gruppi permeati di paura e sospetto. Il fatto è che amicizia e solidarietà –materiale il più prezioso per la costruzione di una comunità umana- sono divenute oggi troppo fragili e precarie, forse anche troppo inconsistenti per servire a quello scopo. Così, in un pianeta divorato dai virus dell’odio, dell’avidità, della violenza, ogni ingiustizia causa vendetta e, come in un circolo vizioso, dalla vendetta viene nuova ingiustizia… Persino le comunità di consacrati – senza la misericordia, cuore del messaggio evangelico – rischiano di trasformarsi in deserto… Una semplice conferma che il comandamento di amare il proprio nemico è “assurdo perché impossibile” come pensava Freud?

La buona notizia è che “Dio è amore”. Si è rivelato ‘misericordia’ per noi ed ha chiuso quel circolo vizioso, permettendo un nuovo inizio e una nuova via comune verso il futuro. “Se Dio misericordioso esiste, questo cambia tutta la mia vita”, confessa Kasper. Quel principio fondamentale della Bibbia, che suona: “Siate misericordiosi sul modello di Dio” (Lc 6, 36), è per la vita dell’uomo. Dopo il disastro della seconda guerra mondiale la saggezza di grandi politici (italiani, francesi e tedeschi) aprì la via perché egoismi nazionali e risentimenti irrazionali finissero e popoli nemici potessero divenire popoli amici. E fu la pace e il futuro dell’Europa… Saremo oggi capaci di un nuovo creativo fondersi di orizzonti e, vivendo di misericordia e di perdono, farci veri operatori di pace?

“C’è la bellezza e ci sono gli uomini sprofondati nella sventura – permettimi, o Signore, di conservarmi fedele alla prima e ai secondi…”, pregava Camus, uomo e autore che incarna “un ateismo tutt’altro che agnostico e impermeabile alle grandi questioni della fede” (Ravasi).

Anche oggi si tratta di arrivare alle persone che tendono incuriositi le orecchie e cercano con il cuore inquieto. E Papa Francesco ce ne consegna il compito per il Giubileo: rimettersi in viaggio verso la vita degli altri, senza escluderne nessuno e senza rimanere ad aspettarli; andare a cercarli per far sentire ognuno prima di tutto amato; e fare strada con lui. Cercatori con coloro che cercano, per rendere visibile il Cristo misericordioso nell’attuale crescente deserto interiore.

 Luciagnese Cedrone ismc
lucia.agnese@tiscali.it