Un grande mistico del nostro tempo ci parla dell’importanza della preghiera contemplativa come vicinanza al mondo e alle sue vicissitudini. Il monastero non è il luogo isolato dove le problematiche quotidiane e la realtà sociale non trapelano. E’ semplicemente un posto che aiuta e facilita la meditazione, la riflessione, ma soprattutto orienta sempre al compimento del bene e alla vicinanza con il prossimo. La visione di Merton è protesa all’equilibrata coesistenza tra dinamismo, azione concreta e quotidiana, disciplina della coscienza.
Questa serie di scritti sono stati raccolti dallo stesso monaco trappista in un unico volume e qui tradotti per la prima volta. A questo primo volume ne seguiranno altri due con l’intento di presentare il monachesimo contemporaneo quale premessa per una comprensione dell’attuale confusione ideologica. Vengono quindi offerte delle riflessioni per strutturare la propria vita, per orientarsi alla ricerca e all’unità con Cristo. A distanza di anni, le conclusioni di Merton sembrano essere attualizzabili. Di grande modernità e lungimiranza è stato il suo grande sogno di far diventare il monastero un luogo che, attraverso le sue caratteristiche di quiete, cultura e lavoro, non si isolasse dal mondo ma fosse luogo di approdo nel cercare senso, nel capire l’essenza della vita. Ciò che la vita monastica dovrebbe offrire e che sarà ben evidenziata in questi saggi è una consapevolezza della prospettiva profetica, la comprensione della presenza di Dio nell’oggi e i suoi progetti por l’uomo contemporaneo. La preghiera, la continua vicinanza a Dio, l’illuminazione dello Spirito sono la carica e l’energia che ci spronano ad agire, a raccogliere coraggio, energia, determinazione e onestà. Sono la guida per un agire corretto, un agire che però si apre all’ascolto, all’alterità, alla fratellanza e alla comunanza. Così come la preghiera in sé non basta per vestire gli ignudi e sfamare gli affamati; essa guida le nostre intenzioni, ci fa rimanere sempre allegri e appassionati anche nei momenti più duri. Coltivare una metodologia di preghiera e di dialogo interiore è quindi una necessità altrettanto alta e che non può ridursi a prerogativa di pochi iniziati. Il monachesimo dovrebbe concatenarsi ed essere parte integrante del tessuto religioso e culturale dei Paesi cristiani, dovrebbe ampliarsi anche ai Paesi che accolgono il cristianesimo. Questo era il grande sogno e il desiderio di Thomas Merton che dedicò la sua vita e i suoi studi affinché la formazione spirituale ereditata dai monaci potesse diventare seme di vita nuova per il mondo. Attraverso il dialogo, attraverso un annuncio capace di essere accolto e sostenuto. Proprio grazie ai suoi sforzi è nata la necessità e l’urgenza, ancor prima del Concilio Vaticano II, di rivedere e smussare gli eccessivi rigori dell’ordine trappista e considerare la necessità di un rinnovamento radicale. Non solo un nuovo modello formativo che interpreti i valori della tradizione in forma di riorganizzazione ma una forma nuova di ascolto. Si ha bisogno di un nuovo sguardo, di una fede fresca, coerente e gioiosa che non condanni le strutture precedenti ma le valorizzi. “Il nostro primo compito è di essere pienamente umani e di mettere in condizioni i giovani del nostro tempo di trovare se stessi quali uomini e figli di Dio”.
Thomas Merton
La Contemplazione in un mondo che cambia
a cura di Mario Zaninelli, Nerbini, Firenze 2016
pp. 176, € 18,00.
a cura di Romina Baldoni
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