PAURA E PACE
Dal Vangelo di Giovanni 20,19
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Un Vangelo, questo della seconda Domenica di Pasqua, che parla di paura e pace. Eppure il tempo forte della gioia è esploso davanti ai nostri occhi appena qualche giorno fa. I discepoli, ci racconta Giovanni nel suo Vangelo, sono in luogo sconosciuto barricati dentro con la loro paura, forse inconsapevoli, impauriti, impreparati davanti al Mistero incomprensibile del Maestro Risorto. Come lo si può spiegare? Come dire all’ uomo di oggi che la vita ha vinto? Come dire che COLUI, il cui corpo era stato trafitto, torturato, flagellato, crocifisso ora cammina e parla. Come spiegarlo agli altri ma prima di tutto a me e alla mia incredulità?. Credo sia molto umano avere paura, è una delle emozioni primarie dell’uomo, si ha paura per il diverso, per lo sconosciuto, per il buio, la morte! La paura dei discepoli avvolgeva quel luogo chiuso eppure loro pienamente umani incontrano ancora Colui che sta in mezzo a loro, “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” Gv 1,14. La paura dell’uomo viene abitata dalla PACE del Signore. Solo così le porte di quel luogo sconosciuto si possono aprire al cammino dell’annuncio, solo se si accoglie la Parola carica di Pace i nostri piedi e la nostra bocca potranno incontrare l’uomo che cerca Dio. Le porte della speranza e della missione si aprono con la certezza della Pasqua del Signore e non per altro. Solo con la forza dello Spirito Santo il motore della Misericordia inizia il suo processo di salvezza e di perdono, nessuna ruggine della rassegnazione e del peccato possono spegnere la bellezza di una vita salvata per sempre.
Povero Tommaso che non era nel luogo sconosciuto e che non ha potuto ascoltare e vedere il Signore Risorto, povero discepolo forse ancora deluso per quella morte cruenta e ingiusta che ha guardato da lontano, povero discepolo che non ha assistito al tocco della grazia tra le porte chiuse ma che si deve accontentare delle parole di altri. Le sue richieste anche un po lecite: “Se non vedo…. Se non metto la mia mano …” risuonano nella nostra mente come desiderio e speranza. FATEMI VEDERE! Questo il grido del forte Tommaso che è icona dell’umanità che cerca con le sue forze ma non trova.
Ma anche al suo grido c’è una risposta, c’è una Parola, c’è una PACE riservata solo per lui. A Tommaso attende una nuova identità: da INCREDULO a CREDENTE!. Il suo essere desideroso di verità sperimentata e toccata è accolta dal Maestro Risorto con la delicatezza di una mano dentro una ferita. Quanto il Signore ci ascolta, ci abita, ci comprende. Lui che conosce il più profondo dei nostri desideri e delle nostre incredulità si lascia “trafiggere” per amore dalla mano tremante del discepolo Tommaso. Le ferite di Cristo sono ormai divenute passaggio per una vita nuova.
Tommaso è divenuto credente perché ha osato toccare e si è lasciato toccare dalla verità di Dio-amore. A noi la possibilità di gridare ancora o di lasciarci avvolgere dalla grazia che rende luminose le nostre incredulità e che ci rende da INCREDULI CREDENTI
Sr. Marilda Sportelli, sfa