Focus – Giovedì 31 marzo
La seconda giornata di assemblea è stata piuttosto articolata: due intense relazioni nella mattinata, la celebrazione eucaristica a mezzogiorno, i gruppi di riflessione nel pomeriggio e la sintesi finale. Le relazioni hanno messo in luce i “segni del futuro” che già al presente si possono riscontrare nelle famiglie religiose: una panoramica molto interessante che ha donato nuovo entusiasmo e grande speranza.
Padre Lorenzo Prezzi, scj, teologo e giornalista, ha svolto la relazione dal titolo: “I segni del futuro già presenti nella vita consacrata in Italia”. Partendo dal testo biblico “Ecco io faccio una cosa nuova” il padre articola il suo intervento in diversi punti: il senso dell’Anno della Vita Consacrata; la Chiesa come luogo per comprendere l’identità dei consacrati; imparare dalla sapienza della storia e la forza dei santi; attuale crisi; come e dove guardare per avere un futuro; la preghiera; quattro principi dalla lettera di Papa Francesco ai consacrati; otto segni per il futuro (fecondità spirituale, limiti, Parola di Dio, carisma, vita fraterna, laici e donne, profezia, gioia)
Il dialogo in assemblea ha permesso di sviluppare ancora alcuni punti salienti: la libertà; il martirio; il conflitto.
Suor Nicla Spezzati, asc, sottosegretario CIVCSVA, trattando il tema: “I segni di futuro presenti nella vita consacrata nel mondo” ha esordito dicendo: “L’Anno della Vita consacrata ci ha interrogate sulla fedeltà alla missione che ci è stata affidata. I nostri ministeri, le nostre opere, le nostre presenze, rispondono a quanto lo Spirito ha chiesto ai nostri Fondatori? Sono adeguati a perseguirne le finalità nella società e nella Chiesa di oggi? C’è qualcosa che dobbiamo cambiare?”.
Gli interrogativi sollevati non sono nuovi e accompagnano da tempo i processi di discernimento sul ridimensionamento e il futuro delle opere degli Istituti Religiosi. Si tratta dell’attenzione alla “significatività” delle opere che si traduce in efficacia evangelica ed efficienza ecclesiale. La significatività è espressiva dell’ecclesialità del carisma, infatti la capacità di integrarsi alla Chiesa è all’origine stessa delle opere. “Fare sistema” comporta un minimo di coordinamento e di condivisione a livello di progettazione e di gestione. Mentalità, cultura e prassi che se venisse realizzata seriamente potrebbe garantire non solo continuità a non poche opere, ma efficacia evangelica ed efficienza ecclesiale.
Il tempo del pomeriggio è stato dedicato ai lavori di gruppo. Le Madri dovevano rispondere a due domande: 1) Quali germogli stanno nascendo nelle nostre Congregazioni? 2) Che cosa siamo disponibili a mettere in gioco nella condivisione dei Carismi?
La sintesi presentata in assemblea ha dato il seguente risultato.
Risposta alla domanda n. 1.
I segni di futuro già presenti si possono riscontrare nella centralità di Cristo e primato della Parola (lectio divina); più intensa vita spirituale; percorsi formativi significativi a tutte le età; formazione al discernimento; coinvolgimento di tutte le Sorelle nei processi di ridimensionamento; risposta alle nuove povertà (accoglienza a immigrati, rifugiati, ragazze madri, abbandonati); condivisione del carisma con i laici; interculturalità; apertura alla missione ad gentes; cura delle relazioni fraterne in comunità; accoglienza del limite; esperienze di intercongregazionalità; dialogo interreligioso; sinodalità; risignificazione delle opere; vicinanza alla gente; apertura di piccole comunità nelle periferie; inserimento nel territorio; maggior comunione tra congregazioni.
Risposta alla domanda n. 2.
Le esperienze di condivisione si possono riassumere come segue: collaborazione apostolica tra diverse congregazioni e a volte gestione delle opere; pastorale vocazionale insieme; formazione intercongregazionale; apertura di scuole nei quartieri poveri; cammino di formazione tra consigli generalizi di congregazioni diverse; accoglienza a immigrati e rifugiati (significativa l’esperienza in Sicilia); condivisione di tempo, competenze, strutture.
Al termine della giornata la sintesi del moderatore don Giuseppe Laiti ha aiutato l’assemblea a ripercorrere il cammino vissuto.
Foto del 31 marzo 2016