La terza giornata di assemblea inizia con l’intervento di suor Annarita Cipollone, sjbp, esperta nel campo della pastorale, con la relazione dal titolo: “Le opere di misericordia, perle sulle vie del nuovo umanesimo”.
L’intensa esposizione viene suddivisa in quattro grandi temi che, ripercorrendo il convegno ecclesiale di Firenze, presentano la missione nel segno della misericordia: 1) Linearità ed asperità di un percorso; 2) La via e le vie del nuovo umanesimo in Gesù Cristo; 3) La misericordia dell’opera di Dio; 4) Un sogno di Chiesa.
Riportiamo alcune frasi particolarmente significative: la persona umana si divinizza umanizzandosi alla maniera di Gesù; tra la “disumanità” e la “transumanità” esiste un “umanesimo resiliente” che “resiste”, che esprime la tenerezza e la dedizione verso i più poveri; misericordia è “caricarsi il cuore di un po’ di miseria dell’altro: la sua mancanza diventa la mia mancanza, il suo limite diventa il mio limite”. In una parola: misericordia e preghiera sono l’opera di Dio che può trasformare il mondo.
Un tempo della mattinata è dedicato ad alcune comunicazioni che riguardano la vita dell’USMI e in particolare la realizzazione di Casa Speranza a servizio di Sorelle con problemi di salute.
Nel pomeriggio si dà ampio spazio a comunicazioni di natura economica e giuridico-amministrativa con l’intervento dell’avvocato Edoardo Boitani e della dottoressa Antonella Ventre.
Al termine dei due interessanti interventi don Giuseppe Laiti offre una preziosa sintesi dei tre giorni di assemblea. Riportiamo alcuni passaggi del suo intervento.
< La missione chiede di essere ripensata secondo tre prospettive coerenti:
- Essa ha anzitutto carattere manifestativo, epifanico: è un agire che rimanda a Gesù Signore, al Padre che lo ha inviato, allo Spirito donato. Essa è l’esprimersi della vita nuova, del “rimanere” in Cristo, del passaggio da individuo a persona. È annuncio di Dio comunione che rinnova la nostra vita.
- La missione è sguardo sul futuro, per dire la speranza di umanità per tutti. Da qui l’importanza di individuare i segni di futuro che la vita consacrata è chiamata ad offrire. Segni individuati nella ricerca di Dio che crea luoghi di fraternità e di accoglienza; una nuova coscienza planetaria che permette di entrare negli spazi di disumanità per essere segno di prossimità fino al martirio; avviare strade di riconciliazione, dialogo, ospitalità, giustizia; narrare il vangelo nelle culture; condividere l’appello a rinascere dall’alto, dal grembo dello Spirito Santo.
- La missione si vive nel modo con il quale abitiamo il mondo: si configura come pratica di misericordia, uscita da sé, capacità di alleanze, cura e trasfigurazione. La missione introduce in relazioni fraterne e filiali >.
Il focus che ci mantiene nel passaggio (“l’arte del passaggio”!) è la consapevolezza che la missione è di Dio, è del Padre nell’invio di Gesù e nel dono dello Spirito Santo. Non è opera nostra. Per questo ha speranza davanti a sé!
FOTO DEL 1 APRILE
Giornate dell’Assemblea:
Allegati:
SINTESI_FINALE Assemblea Usmi 2016