Via Giuseppe Zanardelli, 32

00186 Roma - Italia

+39 06 6840051

Fax +39 06 56561470 segreteria@usminazionale.it

Title

Autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et dolore feugait

Insegnare agli ignoranti

IS_insegnare1“Esiste un solo bene, la conoscenza; e un solo male, l’ignoranza”. E’ una lampante affermazione di quell’antico filosofo, e attualissimo antropologo, di nome Socrate.

Due termini in perfetta antitesi, l’uno agli antipodi dell’altro. L’uno indica uno scrigno contenente una perla preziosa: il conoscere, il ‘sapere’; l’altro è uno scrigno quasi o del tutto vuoto.

L’ignoranza è oscurità; è ottusità, direbbe ancora Socrate. L’ignoranza degrada la persona umana. La pone in situazione di minorità e insicurezza, di marginalità e insignificanza, sia che ella viva sola e, forse ancora peggio, in famiglia, o nel gruppo lavorativo, o semplicemente in compagnia. Pertanto l’ignorante, se consapevole, vive una situazione di disagio. Ogni persona ha il diritto e il dovere di trovarsi e sentirsi ‘bene’ sia quando è sola sia in ogni ambiente in cui è richiesta la sua presenza. Soprattutto oggi nessuno è presente su questo meraviglioso globo per viverci incoscientemente o alla meno peggio. Nella società attuale -definita da S. Martinez con un “crescente vuoto di ideali, con decadenza di buone prassi e il consolidarsi di una coscienza erronea sui grandi temi che riguardano la vita e la vita di un popolo”- urge davvero porsi l’interrogativo: come risolviamo il problema?

Urge un nuovo dinamismo di impegno nel far conoscere la verità, o le verità. Ogni uomo è inviato per l’altro uomo, recita la parola di Dio, non soltanto con l’offerta di un gesto concreto, normalmente definito ‘atto di carità’, ma anche facendosi ‘maestro’ attento, competente e ’preparato’. Dio nella storia sacra è stato sempre rivelatore di verità, direttamente con Mosè o con altri profeti, e ha accompagnato gli agiografi con l’ispirazione rendendoli maestri infallibili. Ogni maestro però è tale non per se stesso, ma per l’altro che gli vive vicino o anche lontano. Gesù agli apostoli diede un mandato specifico: “Andate e fate discepole tutte le genti”. Fare discepoli è mettere alla scuola di un Maestro, innanzitutto di Gesù stesso ma, in Lui e per Lui, nella Chiesa e con la Chiesa.

Di fronte agli enormi problemi dello sviluppo, di una pace sempre minacciata, di focolai di lotte sempre pronti a riaccendersi, urge ‘informare’ le menti di tutti sui veri valori di ogni esistenza. Insegnare vuol dire dare significato all’esistenza propria e a quella di chi ci vive accanto. È aiutare ogni ‘altro’ ad uscire dallo sguardo volto soltanto su di sé e puntarlo sulle molte verità presenti e offerte da altra persona o in altri strumenti cartacei o virtuali. È in estrema sintesi annunciare la gioia del Vangelo, perché essa ‘riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù’. Egli libera dal peccato, ma anche dalla tristezza, dal vuoto interiore e dall’isolamento che sono le vere negatività dell’ignoranza.

“All’uomo di oggi – scrive Felice Scalia – dobbiamo di nuovo annunciare di chi è figlio”.

                                                                        sr Biancarosa Magliano, fsp

                                                                                                  biancarosam@tiscali.it