Via Giuseppe Zanardelli, 32

00186 Roma - Italia

+39 06 6840051

Fax +39 06 56561470 segreteria@usminazionale.it

Title

Autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et dolore feugait

Amore folle

tiberiadeDal Vangelo secondo Giovanni

 21,1-19

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

L’annuncio pasquale risuona ancora imponente in questa liturgia domenicale; liturgia che ha visto il susseguirsi di colori e luci, di silenzi e suoni, di attesa e di sorpresa. Un annuncio che ci fa ancora chiedere da discepoli a colei che ha visto per prima la tomba vuota: Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via?

Viviamo ancora a fondo questa domanda, abbiamo bisogno che qualcuno ci racconti, ci dica cosa ha visto, toccato, ascoltato, quale annuncio di gioia ci abita tanto da farci cantare da popolo in cammino: Alleluia a Cristo Risorto!

Siamo in ascolto, avvolti ancora dalle nostre remore umane e seduzioni, simili ai 7 discepoli al mare di Tiberiade. Delusi? Sconvolti? Impotenti? Tristi? Impauriti? Non sappiamo, conosciamo la loro identità ma non i loro cuori; i loro nomi hanno accompagnato i passi del Signore ma ora sono lì al punto di partenza. Il luogo dove tutto è incominciato, il lago di Tiberiade, lago della chiamata (Luca 5,1-11), lago della tempesta vinta (Luca 8,22-25), lago del pane donato (Giovanni 6,16-21). Si ritorna a casa quando la via si fa sconosciuta e buia, si torna al momento “bello” dove gli sguardi di uomini smarriti hanno incontrato lo sguardo del Signore della vita.

Si torna ma senza di Lui non può essere tutto uguale. Senza di Lui cosa si può fare? Il nulla è la risposta alla pesca fatta di forza e di rassegnazione dei discepoli senza Maestro. Non si è nulla senza di Lui! Ma all’improvviso ancora quell’invito assurdo gridato da un uomo sconosciuto arriva alle orecchie e alla mani dei discepoli. Ancora quella parte destra, la più debole, la più insicura per una presa di uomo, ancora quella parte destra che non si vuole mostrare. E la pesca abbondante svela il nome dell’uomo sconosciuto “ E’ Lui, è vivo” ! Bastava questa certezza in quella cena silenziosa fatta di pesce e pane, bastava sapere che Lui era lì per aprire il cuore all’amore folle di Dio.

Un amore folle a cui ci si abbandona perché è troppo bello amare così. Un amore folle che squarcia e divide che ti porta dove non vuoi. Tu mi ami, Pietro? Il Si del forte Pietro ora è chiaro, ferito e perdonato. Una richiesta che fa male che spiazza ma che fa verità. “Si, ti amo, tu lo sai …

Sr Marilda Sportelli, sfa