Il terrore che “questo” Occidente non può sconfiggere …
Per sopravvivere, occorre prestare fiducia almeno a qualcuno, scriveva U. Eco. Vivere di fiducia è un po’ come scommettere: un’esperienza rischiosa; ma è certamente essenziale alla salute mentale di tutti, soprattutto in un tempo che va caricandosi di disumano, nell’orrore di sempre nuove atrocità e indubbi atti di follia. Migliaia di cristiani sono cacciati dalla loro terra, sgozzati, perseguitati e… dimenticati! Milioni di migranti disperati, in un esodo di massa continuo, incrociano nel loro calvario un Occidente neocoloniale: accettati come braccia utili ad aumentare il Pil con lavoro a basso costo; e respinti con muri, filo spinato e violenza. Un’intera generazione di giovani, che nei decenni passati ha cercato in Europa un’integrazione possibile, oggi si vede rigettata violentemente in una situazione di instabilità culturale e materiale. Un Occidente oggettivamente detestabile e ‘nemico’; quindi un contesto nel quale il terrorismo di marca Isis pesca a piene mani. Il sogno di un’Europa unita e senza frontiere è decisamente messo a dura prova. Ma il perverso gioco di interessi in atto intorno ai migranti non si rompe certo criminalizzando tutto il mondo islamico. E nemmeno è saggezza chiudersi nel ‘privato’ nazionale, o in un piagnisteo sterile che rimpiange i tempi passati (cfr Qo 7,10). Il confronto con il passato però aiuta a capire un tarlo del presente: la pretesa che le difficoltà non ci debbano essere, e, se ci sono, qualcun altro le deve togliere.
… e quel ‘poco’ che non equivale a ‘niente’
Nel momento in cui l’umano viene insidiato e aggredito da tante parti e in tanti modi, le grandi organizzazioni, i governi, gli eserciti… sono necessari, ma da soli non bastano. Alla vita si accede soltanto dalla vita e ci vuole una nuova realtà vissuta, inculturata. Forte è il bisogno di essere inseriti in piccole comunità dove ci si senta a ‘casa’, ma le famiglie nucleari sono troppo deboli. Papa Francesco sogna, predica e testimonia una Chiesa che si fa ovunque ‘casa dell’umano’, dove l’individuo possa sperimentare quelle sane emozioni che nel ritmo della vita quotidiana fanno crescere. È la via dell’Amore: crocifisso ma non vinto. Autentica sfida allora è realizzare davvero l’umano; farlo insieme a tutti, senza arroganza e senza pretesa di egemonia; pronti a ripartire ogni giorno dalle persone che ‘contano’ meno; accettando lungo il percorso l’umile missione di lievito e la poca rilevanza del piccolo gregge. Quando Dio entra così nella vita di una persona, il contatto con la realtà si fa più profondo e ogni poco è tutto. Così la misericordia – quella possibile e autentica – nasce dalla convinzione consolidata che gli altri, qualunque sia il loro bisogno, meritano l’attenzione del proprio cuore, semplicemente perché è giusto portare i pesi gli uni degli altri. Logica essenziale e vincente, l’unica che sottrae la storia al suo apparente non senso.
Luciagnese Cedrone