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I luoghi dell’umano

NL_luoghiAlcuni interventi, articoli e conferenze di Giovanni Cucci, legati tra loro da un filo conduttore che vuole essere quello di apertura al confronto, alla riflessione e al dialogo su tutte quelle tematiche che riguardano il nostro tempo, la realtà che ci circonda, gli interrogativi vecchi e nuovi che chiamano in causa l’essere umano.

In questo libro vengono raccolti e raggruppati quasi con l’intento di mettere a fuoco alcuni punti basilari che possono essere l’appiglio e l’input per mettere a fuoco il quadro generale.

Le parole cardine sono: complessità, fragilità e trascendenza.

La fragilità si fa sentire in tutte quelle problematiche etiche che riguardano la sessualità, il suicidio, il senso di colpa, l’omosessualità. Nell’Occidente cattolico anche l’istituto del matrimonio religioso sta conoscendo una grave crisi e disaffezione che sembra in qualche modo controbilanciata dalla richiesta di unione, riconosciuta e tutelata, da parte di coppie omosessuali. Diventa pertanto opportuno porsi delle domande che siano anche indagine psicologica, antropologica e sociale. Interrogarsi sulla dimensione religiosa, che è bisogno profondo e ineludibile desiderio spirituale di ognuno, e sul relativismo materialista che sempre più ci porta a ragionare per slogan, ad assumere atteggiamenti superficiali ed egoistici. La fragilità in questi casi entra in ballo come “pendolo emotivo” che caratterizza i nostri atteggiamenti predominanti. Una tendenza volubile che affida i nostri sentimenti agli slanci del momento. Anche il tema del male e del senso di colpa/peccato ha bisogno di essere spiegato sia a livello psicologico che religioso. Il fatto che questa società tenda ad esorcizzare la sofferenza stigmatizzandola e mettendola a tacere, fa emergere forme latenti di comportamenti autolesionisti. Nel momento in cui si pretende di muovere una sfida alla morte con il ricorso alla scienza e al progresso tecnologico, aumentano i casi di suicidio proprio tra i giovani. In che modo siamo approdati ad una qualità di vita davvero più ricca e appagante? Davvero essere soddisfatti da tutti i bisogni materiali ed essere sommersi dall’eccesso aiuta a superare i disagi? Come si spiegano allora la tristezza, l’apatia e il vuoto esistenziale? Entra in ballo la seconda parola chiave. Complessità.

La complessità si ascrive all’uomo e si ascrive alla nostra epoca detta postmoderna. Consumismo sfrenato e benessere non sembrano portare automaticamente al raggiungimento della felicità. Forme sempre più inquietanti di male e di paranoie affliggono l’uomo contemporaneo a cui sembra sfuggire l’essenziale. Si dibatte quindi sul rapporto tra ragione ed emozione, sulla rappresentazione simbolica, sull’affettività, sull’espressione artistica e immaginifica. Dalla creatività, dal sogno e dalla libera espressione non necessariamente ancorata alla logica, si arriva alla conoscenza interiore, all’autocomprensione. Qualcosa che inevitabilmente tira in ballo la terza parola chiave della trascendenza. La necessità di guardare oltre il corporale e oltre la finitudine è già indicazione del fatto che il pensiero e la riflessione ci spingono a guardare ad un oltre. La prospettiva cristiana e religiosa aiuta ad individuare una nuova dimensione di apertura: la reciprocità, l’amore gratuito quale fonte di gioia e riscatto dal male. L’accoglienza del dono della fede.

Romina Baldoni

usminforma@usminazionale.it

I LUOGHI DELL’UMANO – Tra complessità, fragilità, trascendenza

GIOVANNI CUCCI, ADP, Roma 2016, pp. 435, € 20,00