Gv 13,31-33a. 34-35
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
“Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.” In questa riflessione vogliamo soffermarci su questo versetto che l’evangelista Giovanni pone al centro del saluto che il Signore Gesù consegna ai suoi discepoli appena dopo l’annuncio del tradimento di Giuda.
Amare come ama Lui. Una provocazione, un invito, un esempio che il Signore consegna nelle nostre mani fragili e incapaci di comprendere fino a che punto è possibile amare. Guardiamo all’amore di Cristo nel suo percorso, nel suo divenire che ha scavato nel cuore indurito dell’uomo e l’ha reso docile alla buona notizia del Vangelo. Il Signore non ha amato a parole ma con la Parola ha compiuto l’amore.
Amare come ama Lui. Quando sul lago di Tiberiade ha incrociato gli occhi di quegli uomini smarriti e affaticati dalla pesca-vuota. Ha pronunciato i loro nomi che da quel giorno non hanno più smesso di risuonare nelle chiese del mondo. La loro storia arenata tra le rive di un lago con l’amore di Dio è divenuta storia di salvezza per la Chiesa universale.
Amare come ama Lui. Come quel giorno lungo la strada di Gerico, quando si senti chiamare: “Figlio di Davide, abbi pietà di me”. Era cieco colui che gridava forte e che chiedeva di ritornare ad avere la luce in quegli occhi spenti da anni. Il tocco del Signore e il grido della fede ridiedero la speranza al cieco che fu guarito per amore.
Amare come ama Lui. Con le dita nella sabbia, quando la storia e la giustizia ci chiedono parole forti e l’aridità del giudizio che condanna inaridisce la terra della misericordia. Come Lui inginocchiato con le dita tra la sabbia a scrivere per terra il peccato di quella donna colta nella sua doppia vita. Amare lei e non ferirla ancora sfiorando il suo peccato per scavare e ritrovare la sua bellezza di figlia amata.
Amare come ama Lui. Quando la morte riempie la casa e la disperazione apre le porte della tristezza e all’assenza di Dio. Lui entra nella morte e dice: Non temete, nulla è finito. La fanciulla si rialza, Lazzaro ritorna in vita, a Nain il figlio della vedova ritorna alla vita. Il pianto è accompagnato dal suo amore e ogni lacrima feconderà nuovi germi di vita nuova.
Amare come ama Lui. In alto, sulla Croce dove tutto si vede e tutto si offre. Nel silenzio del Padre che ama quel mistero da Lui voluto e nel silenzio dell’uomo che non ha ancora compreso cosa vuol dire AMARE da MORIRE. Amare sulla Croce tra le urla della sofferenza e la pace del “Tutto è compiuto”. Perché solo nell’amore di Dio tutto è possibile!
Un Vangelo carico di esempi, d’incontri, di tocchi, il Vangelo dell’amore ci rende capaci di questo: Amare come ama Lui. Ora e qui!
Sr. Marilda Sportelli, sfa