Nessuno escluso, davvero nessuna categoria esclusa da una possibile celebrazione ‘comunitaria’ del Giubileo. I ragazzi, il mondo della sanità, dello sport, della vita consacrata, delle famiglie… La possibilità data da papa Francesco di celebrare il Giubileo nelle singole diocesi ne ha facilitato l’organizzazione e incentivato una maggiore partecipazione.
A Campobasso il ‘Giubileo dei giornalisti’ è stato celebrato – per volontà dell’Arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini. – la domenica 8 maggio c.a., festa dell’Ascensione e giornata che tutto il mondo cattolico dedica alla ‘comunicazione sociale’. Il tema era e rimane suggestivo: “Comunicazione e Misericordia, un incontro fecondo”.
I giornalisti hanno compiuto il dovuto passaggio della Porta santa; si sono fermati in un insostituibile momento di preghiera; come terzo momento hanno partecipato a un incontro culturale. Un vero e proprio convegno sul messaggio di papa Francesco per detta Giornata.
L’arcivescovo ha ribadito l’opportunità del tema proposto: Comunicazione e Misericordia, binomio illuminante, ben indovinato, perché indica la capacità di ogni parola di costituire una mediazione tra le persone: la parola esce dal cuore di chi la pronuncia ed entra nel cuore di chi l’ascolta. Naturalmente, quella che si dice o si scrive – dovrà essere sempre una parola saggia, ‘capace di scuotere le coscienze’, senza umiliare mai; capace di costruire ponti, non muri. E perché ciò avvenga è necessario l’ascolto. Senza l’ascolto rispettoso, attento, la reciprocità e l’incontro, la prossimità diventano impossibili.
Ogni parola scritta, o detta a voce o via radio o telefonica, pubblicata in internet e qualsiasi altro strumento deve essere una parola che crea vicinanza, prossimità, deve creare rapporto sincero tra persona e persona ed essere un invito al bene. Mai pertanto umiliante o avvilente. Deve essere un invito a creare quella relazione tra persona e persona che costituisce è il filo tessitore dell’esortazione apostolica Amoris laetitia. In sintesi, o la vita tutta diventa espressione d’amore, altrimenti che senso ha vivere?
Mons. Bregantini ha anche insistito sulla necessità da parte di chi scrive della valorizzazione degli aggettivi, dell’utilizzo di un frasario breve. “Chi scrive – ha detto – deve porsi dalla parte di chi legge”. Concretamente: scrivere è un’arte e ogni opera d’arte deve essere fruibile…(B.M.)