Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
In questa domenica di Pentecoste ci viene proposto un brano del Vangelo di Giovanni che coincide in buona parte con quello che abbiamo già ascoltato la VI domenica di Pasqua. Ci troviamo dunque nella parte finale del discorso di addio, pronunciato da Gesù ai suoi discepoli durante l’ultima cena; Gesù saluta i suoi, ma al tempo stesso assicura che non li lascerà soli. La sua presenza continuerà in un modo diverso, ma non meno reale, assicurata dall’altro Paraclito, lo Spirito suo e del Padre.
Rileggendo una lettera che Dietrich Bonhoeffer, indirizzò dal carcere, nel quale era in attesa dell’esecuzione, in quel periodo buio della Storia, ai genitori, proprio il giorno di Pentecoste, nel lontano 1943, desidero riportare alcune righe, che, fanno comprendere davvero la solennità della Pentecoste:
“…dobbiamo dunque celebrare divisi anche la Pentecoste, che è, in modo tutto particolare, una festa della comunità. Da ieri sera recito ogni tanto, tra me e me, l’inno di Pentecoste di Paul Gerhardt, con i suoi bei versi: «Tu sei uno Spirito di gioia…», «Dona serenità e forza…»…
Ancora una volta, il singolare racconto del miracolo delle lingue, mi ha fatto molto riflettere: che debba finire la confusione babilonese delle lingue, a causa della quale gli uomini, parlando ciascuno la propria lingua, non sanno più comprendersi, e che essa debba essere vinta dal linguaggio di Dio, che ogni uomo comprende, e grazie al quale, soltanto, gli uomini possono tornare a comprendersi, anche tra di loro e che, proprio la Chiesa debba essere il luogo dove questo accade…”
O Spirito santo,
Gesù ha rivelato il tuo mistero
e ha detto che tu sarai il nostro Consolatore
Ogni giorno fino al suo ritorno.
Noi crediamo in te e crediamo che questa è l’ora tua,
l’ora della Pentecoste.
Vieni e vinci ogni paura dentro di noi,
rendici felici di credere, di sperare e di amare.
Metti entusiasmo nella nostra vita,
mitezza e serenità nel nostro cuore.
Rendici un cuore solo e un’anima sola,
affinché il mondo creda in Gesù, Figlio di Dio.
Facci amare la Scrittura
Per riconoscere la voce viva di Gesù;
rendici umili e semplici
per comprendere i misteri del Regno di Dio.
Vieni, Spirito santo!
Maria è qui con noi,
ci raduna e prega e invoca per noi
il dono dell’Amore e il Fuoco dello Spirito.
Amen. (Angelo Comastri)