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Una udienza suggestiva

IC_13“Sono lieto, cari fratelli e sorelle, di dare il benvenuto a ciascuno di voi, Medici con l’Africa CUAMM che operate per la tutela della salute delle popolazioni africane”.

Con queste parole papa Francesco ha iniziato il suo discorso sabato 07 maggio 2016 nella sala Nervi per l’ udienza particolarmente suggestiva per la significatività dei partecipanti: i Medici con l’Africa CUAMM (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari). Ha poi continuato “e più lieto ancora dopo aver ascoltato le parole che mi hanno avvicinato tanto a quei posti lontani, la testimonianza di questi medici ha portato il mio cuore laggiù, dove voi andate semplicemente per trovare Gesù. E questo mi ha fatto tanto bene. Grazie”.

L’associazione è una espressione del forte spirito missionario che caratterizza da sempre la diocesi di Padova; essa lungo gli ultimi anni ha saputo coinvolgere molte persone che hanno avuto il coraggio e l’ideale propri di tanti missionari: realizzare progetti con sguardo lungimirante a favore di uno sviluppo sanitario globale.

“Vi ringrazio – ha aggiunto il papa – per quanto state facendo in favore del diritto umano fondamentale della salute per tutti”. E con particolare energia ha lamentato. “La salute, soprattutto quella di base, è di fatto negata – negata! – in diverse parti del mondo e in molte regioni dell’Africa. Non è un diritto per tutti, ma piuttosto è ancora un privilegio per pochi, quelli che possono permettersela”. Ha ammesso un particolare significativo dettaglio delle idealità di questi’ missionari: “Avete scelto i Paesi più poveri dell’Africa, quelli sub-sahariani, e le aree più dimenticate, “l’ultimo miglio” dei sistemi sanitari. Sono le periferie geografiche nelle quali il Signore vi manda ad essere buoni samaritani… attraversando la “porta” che conduce dal primo al terzo mondo. Questa è la vostra ’porta santa’!”. Li ha incoraggiati a “rimanere in mezzo a questa umanità ferita e dolente: è Gesù. La vostra opera di misericordia è la cura del malato, secondo il motto evangelico «Guarite gli infermi» (Mt 10, 8). Possiate essere espressione della Chiesa madre, che si china sui più deboli e se ne prende cura”.

Effettivamente sono sette i paesi dell’Africa sub-Sahariana in cui lavorano a favore della salute dei più poveri: Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Sierra Leone, Sud Sudan e Uganda.

Negli ospedali, nei piccoli centri di salute, nei villaggi, nelle università, questi cooperanti sono sempre in prima linea per dare risposte ai bisogni della gente, e offrire aiuto e servizio. Con sapienza non soltanto curano, ma intendono prevenire.

Nelle grandi città come nei villaggi sperduti educano alle ‘buone pratiche di prevenzione’; fanno opera di sensibilizzazione perché tutti siano maggiormente consapevoli dei propri diritti; se necessario cercano di far fronte alle emergenze, ma non si fermano ad esse; offrono proposte perché esse non debbano ripetersi.

Dall’Italia e dall’Europa il loro sguardo e il loro interesse sono rivolti laggiù. Guardano all’Africa, “con proposte e attività di formazione e di sensibilizzazione e diffusione dei valori di giustizia e di equità in salute avendo cura anche di formare professionisti in un mondo interconnesso”.

Certamente ogni partecipante sì è portato in cuore l’ultimo pensiero di papa Francesco: “Vi assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera. Benedico tutti voi, i vostri familiari e il vostro impegno per l’oggi e il domani del Continente africano. E vi chiedo, per favore, di pregare anche per me, perché il Signore mi faccia ogni giorno più povero. Grazie!” (B.M.)