Un “patto” tra cattolici, buddisti, induisti per la terra, “preziosa casa della vita” nella comune preoccupazione di difenderla dalla minaccia di un clima che cambia velocemente, da stili di vita che la sfruttano e sistemi economici che provocano nelle popolazioni sofferenze, povertà, migrazioni forzate. Attorno a questo comune impegno per l’ambiente si è svolto il 10 maggio c.a. a Roma una giornata d’incontro interreligioso dal titolo “Quale futuro per la casa comune? – Esperienze e riflessioni interreligiose su uomo e ambiente”. L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, dall’Unione buddhista italiana e dall’Unione induista italiana. “Un incontro – spiega don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei – che parte dalla pubblicazione dell’Enciclica di papa Francesco Laudato si’ dedicata all’ambiente e pubblicata un anno fa. L’idea è cercare di capire come cattolici, buddisti e induisti possono ritrovarsi attorno a un filo conduttore che attraversa le tre fedi religiose per un discorso di attenzione rispetto all’ambiente e alla dignità dell’uomo nell’ambiente. Una riflessione a tre voci per capire a che punto siamo e come porci nei confronti delle questioni ambientali”.
Infatti gli interventi dei relatori hanno evidenziato gli aspetti antropologici ed economici della crisi del nostro tempo. Ma, soprattutto, hanno dato testimonianza del fatto che, nella diversità di percorsi, è possibile la collaborazione fra religioni. Mettendo a disposizione i propri doni interiori e risorse concrete, si può contribuire ad arricchire i futuri orientamenti educativi, spirituali, etici e sociali. In ascolto delle domande del nostro tempo.