Afferma di aver scelto di fare della strada il suo salotto. Però non chiamatelo “prete di strada”. Piuttosto, preferisce essere identificato come un sacerdote coerente con il proprio ministero. Del resto – spiega – “il Vangelo è nato sulla strada”.
Come quella di Emmaus, che conduce a Gerusalemme, e da cui trae ispirazione il nome del suo sito: Sulla Strada di Emmaus, appunto. È in questo spazio telematico che il 36enne don Marco Pozza usa le parole, e lo fa in modo accattivante, per alimentare negli altri quel fuoco di passione per il sacerdozio che trasuda dalla sua parlantina veloce ed efficace, scandita da uno spiccato accento veneto.
Parole, le sue, che hanno fanno breccia nei giovani della movida, che don Marco va ad incontrare tra i tavoli dei bar, persuadendoli sulla bellezza di un Dio che ama e sul privilegio che si ha a poter essere parte della Sua Chiesa. E che fanno breccia anche nei cuori, spesso feriti, dei detenuti, a cui don Marco si dedica quotidianamente essendo cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova.
Due settimane fa don Marco ha ricevuto il “Premio Speciale Biagio Agnes 2016”, nel contesto dell’omonimo concorso internazionale di giornalismo. Segno del fatto che l’eco delle sue parole condensate di gesti concreti, più che una breccia ha creato una voragine. Di curiosità, ma anche di desiderio d’infinito.