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Le cose confidano…

soffio creatore1Le cose confidano nella nostra capacità di salvarle. Rilke

“Ovunque il guardo giro, immenso Dio, ti vedo”. E’ la preziosa e simpatica constatazione del famoso riformatore del melodramma italiano, Pietro Metastasio. Già, perché in esse, nelle cose, – come ha scritto Luigi Pozzoli – palpita “il soffio creatore di Dio”. Egli scrive testualmente: “Il soffio creatore di Dio è il palpito vitale di tutte le cose”. Se questo palpito venisse a mancare, nulla esisterebbe più. E quale angoscia e freddezza! Quale desolazione e squallore!

Le cose confidano… Chi ha fiducia non può essere tradito. Sarebbe come annullarne o mistificarne l’esistenza. Alza o abbassa gli occhi verso ogni cosa che è posta attorno a te. Volgi verso ognuna di esse uno sguardo compiacente e compiaciuto, anzi, di più: commosso, contemplativo e gioioso. Soprattutto oggi in cui abbiamo davanti l’incubo di una devastante crisi ecologica che potrebbe causare danni incalcolabili non soltanto alla natura, ma a tutti e a tutte noi perché tutti vi viviamo immersi . E’ la salvezza del nostro presente e del nostro futuro.

Posare gli occhi e godere delle cose anche più insignificanti, perché – come è stato scritto – “una cosa è la povertà delle cose e altro la povertà dello sguardo”. Guardare con rispetto, attenzione, consapevolezza il tutto, il piccolo fiore variopinto, o la maestà di un castagno carico di frutti apparentemente spinosi, stare sotto una pianta di fichi o attardarsi nel gioire silenzioso e prudente per un bimbo quattrenne simpaticamente capriccioso, accarezzare il volto di un anziano rugoso… E “saper vedere una goccia di rugiada su una spiga di grano” (Tagore). Lo stesso Gesù invitò un giorno i suoi seguaci: “Guardate gli uccelli del cielo”. Effettivamente “l’universo è qualcosa di più che un problema scientifico, è un mistero gaudioso, è un linguaggio dell’amore di Dio per noi”. Lo ha detto papa Francesco il 18 settembre 2015 ai partecipanti al Simposio promosso dalla Specola Vaticana e ribadito nell’enciclica Laudato si’ (n. 12). Inoltre egli, durante l’angelus di domenica 28 agosto c.a., ha appena ricordato il 1° settembre come “Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, insieme con i fratelli ortodossi e di altre Chiese: sarà – ha aggiunto – un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura”.

La Chiesa, nella sua atavica sapienza, nella preghiera salmica di ogni giorno pone sotto i nostri occhi e sulle labbra e, prima ancora, in cuore, una perenne e gioiosa lode a Lui: “Signore, tu stendi il cielo come una tenda… fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento… Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare. L’oceano l’avvolgeva come un manto, le acque coprivano le montagne…” (cfr Sal 103).

Reinhold Messner, alpinista, esploratore e scrittore italiano, salito alla ribalta nel mondo dell’alpinismo per aver riportato in auge l’arrampicata libera, esponente di un pensiero, frutto di una chiara e significativa esperienza, poteva affermare. “Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le alte montagne sono per me un sentimento”. E guardando le stelle, anche noi come Andrea, il vigile del fuoco di Amatrice, penseremo a una bimba portataci via dal terremoto a causa, forse, dell’incuria umana…

In un mondo frenetico e frettoloso come il nostro, in una società ‘mercantile ed edonistica’, possiamo ricordare anche quanto scriveva Aristotele: “La natura non fa nulla di inutile”. Coglierne e gustarne la bellezza forse rende tutti noi più buoni, più amabili.

sr Biancarosa Magliano, fsp

biancarosam@tiscali.it