I continui mutamenti del nostro mondo spesso ci sfuggono. Sono troppo grandi, o forse siamo noi troppo lenti per capire davvero, come suggerisce D. Goleman. Nemmeno guardarsi dentro permette di capire davvero chi si è; e neppure chiederlo agli altri uomini, o ‘rileggere’ il breve arco della propria esistenza… Come navigare allora in giorni incerti come i nostri, così segnati dalla paura e dalla sfiducia nel futuro, quando neppure i soldati schierati nelle città possono trasmettere sicurezza?
…..Già Tommaso d’Aquino ci avvertiva: “la disperazione (insieme alla paura!) è il più insidioso dei vizi”, perché fa chiudere gli occhi al bene che pure c’è. Oggi, di fronte a una disperazione globale in cui la morte sembra avere l’ultima parola sulla vita e la menzogna sulla verità, la via sicura e possibile a tutti, è farsi seminatori di ri-generazione sociale e culturale. È proprio nei periodi più oscuri della storia che spesso emergono le fasi più creative (Thomas Berry), quelle che sempre richiedono comunità di vita e di sentimenti accanto a sogni per il futuro… Ma davvero i problemi hanno la capacità di tirar fuori da noi capacità che non sapevamo di avere?
Come essere comunità è problema antico; quanto accade oggi però chiede un vero salto d’intelligenza e di ethos sociale… Se invece di faticare per calare idee pensate e continuamente aggiustate dall’alto, si partisse dalla propria vita e dalle esigenze delle persone più difficili accanto a noi, qualche strada nuova si aprirebbe… Nelle società europee – caratterizzate da legami allentati e da un generale ripiegamento individuale – la passione sociale e politica è troppo fragile. Che posso fare io?…è l’istintiva reazione, che papa Montini definiva “pseudo giustificazione, che forse a volte ha l’accento dell’umiltà, ma che più spesso è solo espressione di mediocrità”. Occorre impegnarsi in prima persona a cercare nel nostro mondo e in se stessi quella bellezza che nessun altro riesce a guardare abbastanza a lungo da poterla scoprire. Ce n’è tanta: nelle persone, nei posti più inverosimili… Scoprirla produce atteggiamenti e gesti che partono dal proprio cuore e dal cuore di Dio, che magari ci attende alla fine di sentieri sbagliati. Ma siamo disposti a quell’ascolto cordiale e attento, possibile solo quando nasce dall’interesse alla vita reale dell’altro e ai suoi problemi?
Le nostre parole troppo spesso mancano del senso del vissuto… Siamo “gente che ha paura a fissare il Sole perché la sua Luce abbaglia” (papa Montini). Così corriamo di qua e di là e ci ritroviamo… allo stesso punto, fermi alla grande domanda: chi è Dio? chi sono io? Sì, speranza è la sfida più significativa per l’umanità di oggi… Può vivere se affonda le radici in una realtà fissata con gli occhiali della fede; in un’esistenza pensata nelle mani di Dio e verificata sulla Parola… Allora la piccola speranza quotidiana di ognuno si tira su le maniche per sopravvivere, e si fa portatrice di quella Speranza, che sola può cambiare il mondo… La legge della fede è una crescita: là dove è autentica, è in continuo aumento. Ma viviamo noi veramente di fede?
Luciagnese Cedrone