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Il silenzio della ricerca che…

… spegne le luci finte

gioia1L’anima dell’Unione Europea – cresciuta attraverso sintesi sempre nuove di culture diverse e senza apparenti legami tra loro – è molto più vasta dei suoi confini. I tratti di quelle culture sono impressi sul suo volto e raccontano tutta la bellezza di vincere le proprie chiusure.

Oggi però, di fronte alle sfide epocali di un mondo sempre più globalizzato, l’U.E. si muove nella direzione opposta al necessario rafforzamento della sua unità nella diversità. La paura soprattutto sui fronti di migrazione e sicurezza ha contagiato un po’ tutti. E, cattiva consigliera, conduce a cercare sicurezza piuttosto che verità. Muri, recinzioni e simili mettono a repentaglio le conquiste comuni, senza essere in grado di risolvere alcun problema in modo duraturo. Come muoversi, nel concreto quotidiano, per “aggiornare” il volto dell’Europa con scelte capaci di integrare, dialogare e generare un nuovo umanesimo nella prospettiva del mondo globale? Come costruire fra noi comunità di persone nell’unità dell’amore di Dio, che ha un posto per tutti?

 …e serve la verità dell’uomo nella storia

È esperienza comune che nelle difficoltà dell’esistenza l’essenziale passa solo per il cuore e non ammette semplici spettatori di lotte altrui. Problema serio è non rassegnarsi allo scandalo di professare ‘amore’ per l’altro e intanto nei pensieri, sentimenti, chiacchiere, azioni… rimanere divisi. La qualità della vita insieme oggi è debole, proprio nella forza comunicativa… Inevitabile se tutto ciò che si vede dell’altro è la facciata. Se, per di più, lo si guarda di sfuggita, ben poche possibilità rimangono di capire cosa c’è dietro l’apparenza. Se poi si sceglie l’arte di vivere in mezzo a una folla di estranei, allora si azzera ogni possibilità di dialogo e di conoscenza; l’atteggiamento di distanza suscita un rispetto solo posticcio; e il confine fra lo spirito cordiale e l’ironia rimane indefinito e raggela il sorriso.

Eppure se il cuore è puro e in ricerca – avvertiva Carlo Maria Martini – gli occhi si aprono. Si riesce perciò a vedere in quale modo il fermento evangelico sta operando; a raccogliersi attorno alla sapienza delle persone, anche di quelle apparentemente più improbabili; e a ricordare al proprio cuore che la superbia si preoccupa di chi abbia ragione…; solo l’umiltà ricerca che cosa sia giusto. Dominare la lingua perciò va bene, se però si domina il cuore.

L’incontro con il volto vero delle persone disattiva un po’ per volta quei meccanismi che nella ‘vita insieme’ generano ipocrisie, falsano i rapporti, distruggono l’integrità delle persone… Se ciò che si fa per l’altro non viene dall’essere di fronte a Dio, in realtà si rischia di vivere come commedianti. Permettere invece al Padre di mettere su casa in noi, lasciando a Lui di pensare e amare attraverso il nostro cuore, conduce ogni giorno a cercare e a servire la verità di ognuno, cominciando da chi accanto a noi è “meno uguale”.

Luciagnese Cedrone ismc

lucia.agnese@tiscali.it