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Le periferie in cui ribollono le tensioni emergono energie

per il servizio della Chiesa universale (P. Arturo Sosa, sj)

periferie1Correva l’anno 2013 ed eravamo nel mese di marzo. Un papa ‘venuto dalla fine del mondo’ dava inizio al suo ministero petrino con lo slancio e la ponderazione di chi sa che la sua è una potestà che gli viene non da un altro uomo, o dal popolo, ma da Dio stesso, pur attraverso la mediazione umana. Era il 24 marzo, domenica delle Palme. Nel suo coinvolgere i giovani presenti in piazza san Pietro nella sequela di Gesù che, per amore dell’umanità, consegna se stesso ai crocifissori, lancia una consegna che diventerà poi il paradigma di molte altre sue riflessioni: “è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare Gesù!”. Le periferie – tanto quelle sociali come quelle personali – sono luoghi di particolare povertà, di significative indigenze, di sintomatiche e problematiche insicurezze. E spesso sono fucina di tensioni. Tensioni per la disuguaglianza che si percepisce come ingiustizia; tensioni per sogni non realizzati perché la vita può aver portato su strade non ambite; tensioni per delusioni subite; per situazioni di povertà e di limiti non sopportabili. La cronaca di non molto tempo fa – vedi Bruxelles, Parigi, Nizza – ne è testimone.

Né è necessario che siano tensioni multiple, di un gruppo. Esistono tensioni singole in quanto sono proprie di una persona sola. Le cause sono tante e varie: delusioni, soprusi, sfruttamento; chi si sente usato percepisce di non essere considerato nella sua propria identità di persona; chi si vede posto in seconda linea può diventare schiavo di gelosie anche comprensibili pur non approvabili.

Paolo Mantegazza ha scritto che “la tensione della forza senza il suo esercizio logora gli organi, disperde gran quantità di lavoro utile, abitua all’inerzia”. Effettivamente, delle tensioni che farne? Le tensioni ‘evangelizzate’ possono trasformarsi in felici opportunità, o – come ha scritto il neo eletto superiore generale della Compagnia di Gesù esperto in periferie e in tensioni: “energie per un rilancio della fede nella Chiesa universale”.

“La fede – ha scritto papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2016 – è dono di Dio e non frutto di proselitismo; cresce però grazie alla fede e alla carità degli evangelizzatori che sono testimoni di Cristo. Nell’andare per le vie del mondo è richiesto ai discepoli di Gesù quell’amore che non misura, ma che piuttosto tende ad avere verso tutti la stessa misura del Signore; annunciamo il dono più bello e più grande che Lui ci ha fatto: la sua vita e il suo amore”.

La tensione cambiata in servizio, servizio della Parola. Le periferie sono estese nell’universo mondo ai vari livelli: familiare, sociale, lavorativo, politico, educativo. Così le tensioni. E allora se ogni tensione – o capacità reattiva – può essere motivo di novità positive, da tutte le periferie del mondo sorgano nuovi apostoli capaci di inserire nella Chiesa universale una nuova esperita capacità di annuncio della bella notizia: il Vangelo di Gesù. E che sorga un mondo nuovo, libero da tensioni, dove esista quella pace che prefigura la pace eterna.

                                                               sr Biancarosa Magliano,fsp

                                                               biancarosam@tiscali.it