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13. Pregare con la Scrittura

13.Pregare con la Scrittura

 ifQuando leggi è Dio che ti parla; quando preghi sei tu che gli rispondi (san Girolamo)

 L’insegnamento dei padri della Chiesa, che si nutrivano della parola di Dio, risuona nella DV: «Tutti i fedeli… si accostino volentieri al sacro testo sia per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura … Si ricordino, però, che la lettura della sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera» (n. 25).

La formula pia lettura equivale a lectio divina o a lettura orante della parola di Dio.  Queste formule indicano il desiderio del credente di incontrare Dio, per ascoltarlo, per rispondergli  e  per conformare la propria vita alla sua volontà. La raccomandazioni sull’importanza della lectio divina sono numerose: «È necessario che l’ascolto della Parola diventi un incontro vitale, nell’antica e sempre valida tradizione della lectio divina che fa cogliere nel testo biblico la Parola viva che interpella, orienta, plasma l’esistenza» (San Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, 39).

La Vita Consacrata è invitata, in modo particolare, a fondarsi sulla Parola: «La lectio divina, fin dalla nascita degli Istituti di vita consacrata, in particolar modo nel monachesimo, ha ricevuto la più alta considerazione. Grazie ad essa, la Parola di Dio viene trasferita nella vita, sulla quale proietta la luce della sapienza che è dono dello Spirito” (VC 94).

Secondo la definizione classica di Guigo il certosino (XII secolo) la lectio divina è una lettura individuale o comunitaria della Scrittura che si svolge in quattro momenti: lectio, meditatio, oratio e contemplatio. A questi passi fondamentali si possono aggiungere la consolatio, la discretio, la deliberatio e l’actio.

La lectio divina, essendo incontro con Dio, richiede una preparazione: anzitutto un luogo silenzioso che favorisca l’ascolto della parola di Dio. Ad esso corrisponde un atteggiamento di preghiera, che testimonia il silenzio della mente e del cuore. Si può accendere un cero, simbolo della luce che la parola di Dio emana. Segue l’invocazione allo Spirito perché faccia comprendere nell’oggi ciò che Egli ha voluto gli autori sacri scrivessero per sua ispirazione (DV12).

I quattro momenti fondamentali

 Lectio: ascolto del testo in se stesso. Il testo biblico deve essere completo in se stesso. La lectio può essere condotta sulla Parola della liturgia che propone un testo biblico continuo ed evita che si scelga a caso. In questo primo momento ci si domanda:  come si presenta questa testo? Che cosa dice ? Di chi parla?  Il cardinale Carlo Maria Martini consiglia di ‘leggere la Bibbia con la penna, sottolineando, cioè, le parole che colpiscono, oppure richiamando con segni grafici i verbi, le azioni, i soggetti, i sentimenti espressi o la parola-chiave’. Nella ricerca del messaggio, evitare la fretta che fa cadere in conclusioni fantasiose o nella preoccupazione di chi legge la Bibbia per trarre un insegnamento da trasmettere agli altri.

Meditatio:  la parola di Dio per me. Dopo aver compreso il testo in se stesso,  anche con l’aiuto dei passi paralleli perché ogni pagina della Scrittura appartiene all’intero corpo delle Scritture, si ascolta che cosa la parola di Dio dice oggi a me con questo testo. La domanda pertinente è:  quale messaggio, con questo testo, Dio mi propone oggi? Quale conversione mi domanda?

Oractio: la mia risposta a Dio. La parola uscita da Dio ritorna a Lui come ringraziamento, lode, supplica, intercessione. La preghiera può essere formulata con un versetto del salmo che risuona nel cuore e riprende il messaggio della lectio. Se, ad esempio, la parola di Dio invita a conversione, il versetto:  «Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore… » (Sal 139,23), ci fa rispondere a Dio con la sua Parola, che  può accompagnare tutta la giornata, come un  ritornello.   …disporsi all’ascolto di Dio che mi parla…

Contemplatio: guardare con gli occhi di Dio. La contemplazione non è «visione» che solleva in alto, ma esercizio spirituale che fa assumere lo sguardo di Dio sulla propria vita, sulla storia, fino a comprenderla come templum (tempio, casa) dove egli abita. Si vivono le parole del salmo: «Gustate e vedete come è buono il Signore» (Sal 34,9) .

Seguono quattro momenti che, di fatto, possono già viversi nelle tappe precedenti: consolatio: è il gusto della parola di Dio, che suscita il desiderio di scelte che operano un progresso nella vita spirituale; discretio: è il discernimento che fa passare dalla vita già buona alla sequela più profonda di Gesù; deliberatio: è la decisione di voler agire secondo la parola che Dio ha rivolto; actio: è l’azione concreta in conformità alla Parola che porta frutto nella vita (cfr. Is 55, 10-11).

Metodo semplice per la lectio divina in comunità

Si basa sul principio che nella lectio la Parola viene incontro e parla;  richiede l’ascolto con cuore aperto;  esige la  risposta personale e comunitaria.  Dopo aver preparato un luogo adatto e  invocato lo Spirito, si vivono i seguenti passi.

 Incontro con la Parola (lectio): si legge il testo biblico ad alta voce e si accende un primo cero. Dopo uno spazio di silenzio segue l’ascolto: ogni presente condivide, a voce alta, senza commenti, la parola, il verbo, il versetto che l’ha colpito/a.

  1. Ascolto della Parola (meditactio): si legge il testo una seconda volta e si accende il secondo cero. I presenti condividono che cosa la parola comunicata prima (non un’altra!) dice alla mia vita. La comunicazione sarà breve e in forma personale. Es. questa Parola … mi comunica, mi dice, mi incoraggia…. In pratica, si condivide il passaggio di Dio nella vita.
  2. Risposta alla Parola (oractio): segue una terza lettura della stessa Parola e si accende il terzo cero. Ogni presente formula una brevissima preghiera (stile versetto del salmo) usando la parola già comunicata. Può essere preghiera di ringraziamento, invocazione, richiesta di perdono…

Si termina con una preghiera o con un canto.

Da non dimenticare

«La vita consacrata nasce dall’ascolto della Parola di Dio e accoglie il Vangelo come sua norma di vita. Alla scuola della Parola, riscopre di continuo la sua identità e si converte in evangelica testificatio per la Chiesa e per il mondo. Chiamata ad essere “esegesi” vivente della Parola di Dio, essa stessa è una parola con cui Dio continua a parlare alla Chiesa e al mondo» (cfr. Proposizione 24, Sinodo sulla parola di Dio).

«Questo mondo richiede personalità contemplative, attente, critiche, coraggiose. Esso richiederà di volta in volta scelte nuove e inedite. Richiederà attenzioni e sottolineature che non vengono dalla pura abitudine né dall’opinione comune, bensì dall’ascolto della parola del Signore e dalla percezione dell’azione misteriosa dello Spirito Santo nei cuori» (Carlo Maria Martini).

 

sr Filippa Castronovo, fsp

paceegrazia@gmail.com