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La mia vita con i disabili…

sr-veronica1Suor Veronica Donatello, responsabile del Settore per la Catechesi delle persone disabili dell’Ufficio Catechistico nazionale della Cei, è tra i quaranta donne e uomini, ai quali il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito, motu proprio, onorificenze al Merito della Repubblica Italiana. Si tratta, si legge in un comunicato del Quirinale, di “donne e uomini che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nell’integrazione, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità e per il contrasto alla violenza. Il presidente Mattarella ha individuato, tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani In particolare, per suor Veronica Donatello, l’onorificenza è Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “Per il suo contributo nella piena inclusione delle persone con disabilità”, la motivazione.
Religiosa appartenente alla Congregazione delle Suore Francescane Alcantarine, è impegnata, sia come docente sia come membro di commissioni tecnico-scientifiche, nell’inclusione e partecipazione attiva delle persone con disabilità. È esperta in comunicazione aumentativa alternativa e Lis per l’accessibilità dei testi.

“Com’è possibile? All’inizio ho pensato a uno scherzo telefonico. Mi sembrava una notizia troppo esagerata”. Così suor Veronica commenta al Sir l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e prosegue “Io sono figlia e sorella di persone con disabilità e ho parenti disabili. È come se sin dal grembo materno è una realtà che mi accompagna e formata. Anche quello che ho vissuto diventa dono nella comunità”. “Mi torna in mente, nella Bibbia, il gesto di Davide, quando va in cerca di Meri-Baal, il figlio di Gionata, che era disabile, e lo invita alla sua tavola, dicendogli che sarà per sempre così: un gesto che ha una valenza politica, perché Davide era il re, sociale, religiosa e culturale. Infatti, questo gesto dell’invito a tavola ha aiutato a rileggere la situazione della disabilità in modo nuovo. Questo per dire che allora veramente quello che stiamo facendo tutti nella nostra realtà va oltre le quattro mura della parrocchia, perché ha una valenza anche in ambito sociale e civile”.

È davvero la Chiesa in uscita che ci chiede Papa Francesco e che non è ferma solo a far sedere nelle prime file le persone con disabilità in chiesa, ma con loro crea una cultura nuova”. “È una Chiesa che insieme dice: o tutti o nessuno! Questa è la Bellezza!” (A.S.).