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Il tempo galoppa…

tempo1Il tempo galoppa, la vita sfugge tra le mani. Ma può sfuggire come sabbia oppure come semente. Thomas Merton

Un poeta, che non ha voluto mettere la sua firma sotto i versi che ha scritto, afferma che, come l’acqua e la sabbia scorrono tra le dita, così la vita che viviamo ‘nel tempo’ tra fatiche ed ozi, se ne va. Ed è verità. Ma il tempo cos’è? Hanno tentato di scriverne filosofi e scienziati. Quel grande Padre della Chiesa, che è sant’Agostino, ha ammesso di non saperne dare l’interpretazione. Egli diceva: “Io so che cosa è il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo“. FLorenskij, teologo ortodosso russo, mette in relazione tempo e culto e parla delle feste liturgiche che si susseguono nel tempo e con le quali ci si relaziona.

Il punto di partenza della interpretazione del tempo è dato dal racconto della creazione in cui si parla del susseguirsi di operazioni ed eventi che avvengono giorno dopo giorno ad opera di Dio Creatore. Nella nostra esperienza quotidiana, o, forse meglio, nel linguaggio immaginoso parliamo di passato, presente e futuro; un passato che è stato per noi presente e che torna ad essere tale in forza della memoria, un futuro che diventerà presente, per poi passare anch’esso al passato. Il tempo vissuto non torna più se non nei ricordi. Il futuro è, per antonomasia, incerto. Leonardo da Vinci diceva: “L’acqua che tocchi de’ i fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”.

Che fare allora per valorizzare al meglio questo dono, il tempo, che rimane comunque un’incognita o, in altre parole, la vita che il nostro Creatore ha posto a nostra disposizione perché essa – come ha ammesso quel monaco scrittore del secolo scorso che fu Thomas Merton – diventi ‘semente’? E che potrebbe invece sfuggirci come nube al vento o scivolare ‘come sabbia tra le mani’? Nessun altro potrà farlo al nostro posto. In questo ambito le veci non esistono; le sostituzioni non sono ammesse.

Dio, l’Eterno, nella pienezza dei tempi, ha mandato suo Figlio, eterno come Lui, a vivere nel tempo. Egli, secondo il Vangelo, passava per le vie di Palestina insegnando e beneficando tutti. E per tutti ha consumato la sua vita su una ignominiosa croce… Risorto ha rivissuto nel tempo quanto necessario per dare testimonianza della verità di quanto aveva predetto e insegnato ai suoi discepoli….

Il tempo, o la vita, sono lì a nostra disposizione: possiamo farne ciò che vogliamo. Tempo e vita sono lì perché raggiungiamo quella maturità umana e cristiana che è la finalità fondamentale della nostra esistenza; perché li facciamo diventare dono di comprensione per chi soffre e fatica; aiuto e collaborazione per chi è smarrito e insicuro e vive e soffre le proprie fragilità; sopportazione per chi si appoggia a noi per una comunicazione o una richiesta di aiuto. Papa Francesco esplicita ciò in Misericordia et misera: “Una parola che rincuora, un abbraccio che ti fa sentire compreso, una carezza che fa percepire l’amore, una preghiera che permette di essere più forte… sono tutte espressioni della vicinanza di Dio attraverso la consolazione offerta dai fratelli”.

Che sboccia attorno a noi? Il nostro tempo, giorno dopo giorno, è quella ‘semente’ che, affondata in umida terra, assorbe gli umori di essa e dopo un po’ di tempo produce un filo d’erba o un fiore che dilettano lo sguardo, o un frutto che dà sostento alla vita?

Anche se i giorni tristi passano più lentamente di quelli vissuti nella gioia, il tempo non torna indietro se non nei ricordi. Ma se viviamo solo di ricordi perdiamo le opportunità di cercare e godere la gioia del vivere.

sr Biancarosa Magliano, fsp

biancarosam@tiscali.it