Una particolare spinta a rimettere a fuoco il tema del magistero viene oggi dalla situazione della Chiesa cattolica, particolarmente agitata dopo l’avvento al papato di Jorge Mario Bergoglio: felicemente secondo alcuni, pericolosamente secondo altri. In qualche maniera, se pure in misura minore, si rivive il clima del concilio Vaticano II. Dibattiti e conflitti di idee di allora si riproducono, anche se in aree molto più limitate rispetto all’ampiezza della discussione conciliare, creando attese e timori.
Papa Francesco, infatti, spinge all’innovazione in una Chiesa che sembra essersi rinchiusa in se stessa, quasi oppressa dall’ansia di dover contrastare un’evoluzione del costume e della legislazione che sta travolgendo il millenario ethos della tradizione cristiana.
Le preoccupazioni apologetiche, comprensibili di fronte a una vera e propria rivoluzione che sconvolge l’etica pubblica e la coscienza di molti fedeli cattolici, producono dentro la Chiesa resistenze a qualsiasi innovazione e creano continui fronti di conflitto con la società civile.
Nello stesso tempo avanza l’auspicio di una Chiesa più libera e audace nell’uscire da se stessa, meno introversa e preoccupata dell’autodifesa, lontana dal rimpianto per la posizione eminente nella società di cui ha goduto nei Paesi tradizionalmente cristiani.
Severino Dianich
MAGISTERO IN MOVIMENTO
Il caso papa Francesco
Dehoniane, 2016
pp. 112, euro 11,50