Con il 13 febbraio c.a. è ripartita la pubblicazione di Omnis Terra, che smette di essere una rivista solo della PUM, per diventare, nella sua unica versione multilingue online, rivista dei Segretariati Internazionali delle quattro Pontificie Opere Missionarie (POM), legata all’Agenzia di informazione FIDES. Nel corrente anno usciranno tre numeri in forma multilingue con l’intento di “far conoscere le ricchezze dell’esperienza cristiana e della riflessione teologica, spirituale, missionaria e pastorale delle Chiese particolari, dei loro centri di studi e di ricerca, sparsi nel mondo”.
Il primo numero è già consultabile on-line all’indirizzo http://omnisterra.fides.org oppure a partire dalla homepage del sito web dell’Agenzia Fides (www.fides.org) che ne cura la pubblicazione con il suo staff redazionale.
Omnis Terra vuole essere uno spazio dove far parlare la missione, le missioni, i loro protagonisti, ossia le Chiese locali nelle loro svariate componenti, assieme alla Chiesa Universale. L’analisi e la riflessione sulle questioni che, dal punto di vista culturale e sociale, costituiscono delle sfide all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza dei cristiani nel lavoro di evangelizzazione dei loro popoli e terre, determinano i contenuti di questa nuova proposta di lettura.
Abbraccia infatti varie sezioni: “Cultura e arti” in cui questo primo numero presenta un’analisi del film-capolavoro “Silence” e del libro dal quale esso è tratto.
La sezione “Religioni e Società”, ospita un contributo dell’imam Ataul Wasih Tariq sul tema ‘Islam, religione di pace’ e uno dedicato alla politica del governo australiano sui richiedenti asilo.
La sezione “Mondo, Terra, Popoli” guarda con simpatia l’Africa, con due articoli focalizzati sui conflitti in Sud Sudan e Kivu.
La sezione “Famiglia e Sviluppo” parla della crisi dei rifugiati in Messico e di quella della sanità in Madagascar. Chiude la rivista, prima dell’indice, una sezione dedicata alla riflessione teologica e una alle testimonianze.
Questo numero di Omnis Terra, inoltre, è reso più importante ancora da un servizio fotografico dal titolo ‘Il sacro, oltre i confini’, firmato da Monika Bulaj, fotoreporter polacca che da anni viaggia “nelle sacre periferie delle genti del Libro”. Esso indaga su “luoghi e momenti dove ebrei, cristiani e musulmani rivelano la loro appartenenza comune”.
E’ un simpatico e suggestivo viaggio fatto con immagini attraverso “gesti, abbigliamenti, luci, percorsi che svelano analogie fra monoteismi e mostrano tutta la potenza di un unico Verbo”. (B.M.)